In Croazia trionfa Milanovic: sarà presidente per altri 5 anni
Col 74% dei voti Zoran Milanović ha trionfato al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Croazia, assicurandosi un secondo mandato quinquennale. È quanto è emerso da dati della Commissione elettorale dopo lo scrutinio dell'80% delle schede.
Il suo sfidante, Dragan Primorac, candidato dei conservatori guidati dal premier Andrej Plenković, è stato ampiamente distaccato, fermo a un deludente 26%. L'affluenza alle urne è stata bassa, del 44% sui 3,7 milioni di aventi diritto, in calo del 10% rispetto a cinque anni fa.
Milanović si è potuto assicurare questa vittoria plebiscitaria grazie all'appoggio di tutti i partiti di centro e centrosinistra e la sua costante e forte critica del governo conservatore, spesso anche con offese verbali lanciate contro il premier Andrej Plenković e i suoi ministri, soprattutto per i molti scandali di corruzione e di clientelismo politico.
Molti voti ha ottenuto anche dagli elettori di destra, che vedono di buon occhio le sue posizioni di stampo sovranista, critiche dell'Unione europea e della Nato.
"Finché sarò presidente io, nessun soldato croato andrà in guerra per interessi altrui", ha affermato in campagna elettorale, ricordando di aver condannato dal primo giorno l'aggressione russa all'Ucraina, ma di avere anche criticato la linea di sostegno militare all'Ucraina della Nato, senza avere una prospettiva di negoziati.
Milanović, in politica da quasi trent'anni e primo ministro socialdemocratico dal 2011 al 2015, si è comportato spesso di fatto come il leader dell'opposizione, nonostante la Costituzione definisca la carica del presidente della Repubblica quale imparziale e super partes, garante del regolare funzionamento delle istituzioni.
Milanović esce rafforzato da queste elezioni, con l'appoggio di tre quarti dell'elettorato e con una legittimità pienamente rinnovata. C'è pertanto da attendersi che la difficile coabitazione tra le due principali cariche politiche del Paese e la rivalità tra Milanović e Plenković continuerà a dominare la scena politica croata.
Che Dragan Primorac avesse scarse chances era chiaro, ma pochi avevano previsto una sconfitta così netta, quasi umiliante del candidato filogovernativo. Il magro risultato di Primorac è anche un messaggio degli elettori al governo e allo stesso premier Plenkovic, che Milanović ha in varie occasioni criticato per la conduzione di una "politica servile" verso Bruxelles e le principali cancellerie occidentali.
Con queste elezioni si chiude anche un intenso periodo politico in Croazia, che in meno di un anno ha tenuto tre importanti tornate: le politiche ad aprile, le europee a giugno e le presidenziali. Al netto dei risultati, in sostanza poco o nulla è cambiato e la Croazia inizia il 2025 con la stessa maggioranza parlamentare di centrodestra di un anno fa, con il governo guidato da Andrej Plenković ormai da nove anni con altri tre davanti, e con Milanović riconfermato alla presidenza della Repubblica per altri cinque anni.
Congratulazioni dalla dirigenza bosniaca
Congratulazioni a Zoran Milanovic per la sua rielezione alla presidenza della Croazia sono giunte dalla dirigenza bosniaca. Zeljka Cvijanovic, membro serbo e presidente di turno della presidenza tripartita bosniaca, in un messaggio di auguri, ha auspicato che nel corso del nuovo mandato presidenziale di Milanovic le relazioni bilaterali tra Croazia e Bosnia-Erzegovina si baseranno sulla stima e sul rispetto reciproco, con l'attenzione centrata sulle questioni di interesse comune a vantaggio di tutti i cittadini.
Denis Becirovic, membro bosgnacco musulmano della presidenza, si è congratulato con Milanovic in un colloquio telefonico nel quale ha espresso la speranza di un rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi.
Nessuna reazione è giunta finora da Zeljko Komsic, membro croato della presidenza bosniaca. Zagabria è critica con la legge elettorale bosniaca, in base alla quale il membro croato della presidenza viene eletto con i voti anche della componente bosgnacca musulmana del Paese. E per questo non lo considera un autentico rappresentante della comunità croata in Bosnia-Erzegovina.
A felicitarsi con Milanovic è stato anche il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik, che è presidente della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina. "Sono sicuro che il presidente Milanovic, con la sua ricca esperienza politica e conoscenza continuerà a prendere decisioni nell'interesse della pace, della stabilità e dell'ulteriore prosperità della Croazia", ha scritto Dodik su X. Quello croato cattolico è uno dei tre popoli costitutivi della Bosnia-Erzegovina, unitamente ai bosgnacchi musulmani e ai serbi ortodossi - come sancito dall'accordo di Dayton che nel 1995 pose fine alla guerra. Tale accordo stabilì che il Paese balcanico, nel suo assetto post-bellico, si compone di due entità: la Federazione croato-musulmana e la Republika Srpska. Della popolazione complessiva (3,3 milioni), il 50% circa sono musulmani, il 30% serbi e il 15% croati.