In Europa torna l'incubo terrorismo
Impossibile, questa sera, non ripensare al 13 novembre del 2015. A Parigi, a quella maledetta sera, alle vittime del Bataclan. Allora, mentre nelle strade e nei locali della capitale francese si stava compiendo una carneficina, allo Stade de France in campo si affrontavano Francia e Germania. Era una partita amichevole. E in tribuna c’era, tra i tanti tifosi, anche l’allora presidente François Hollande. Uscì scortato e poi, in un discorso televisivo, dichiarò lo stato di emergenza in tutto il Paese, annunciando la chiusura temporanea delle frontiere. Questa sera abbiamo ripensato a tutto questo, a quello scenario, dopo che una nuova carneficina è stata compiuta. In questo caso a Bruxelles, quella stessa Bruxelles già in passato tormentata, e ancora oggi tra le città più pericolose, in termini di rischio di attentati. Stasera, allo stadio di Bruxelles, il Re Baldovino, in campo c’erano Belgio e Svezia. Prima un gol da una parte, poi uno dall’altra. A Gyokeres ha risposto su rigore Lukaku. Sembrava tutto tranquillo, sulla strada verso gli Europei. Ma a metà tempo la partita è stata sospesa. I cancelli chiusi. Fuori c’era stato un attentato. L’Europa è tornata a tremare, all’interno di una situazione geopolitica internazionale instabile e pericolosa.
I drammatici fatti
Ma che cosa è successo esattamente, questa sera, a Bruxelles? Un uomo armato di kalashnikov ha aperto il fuoco in pieno centro città, nei pressi della piazza Sainctelette, del boulevard d’Ypres, all’altezza degli edifici del Vlaams Woningsfonds, il fondo fiammingo per l’edilizia popolare. In rete già circolano i video della scena. Un uomo armato ha sparato e ha ucciso due persone, ferendone diverse altre. Aprendo il fuoco, ha urlato «Allah akbar». Erano le 19.15. Secondo il giornale belga Le Soir, l’autore della sparatoria è poi fuggito a bordo di uno scooter, indossando una vistosa giacca arancione - ben visibile d’altronde anche nel video citato - e un casco bianco. Il Paese, con l’attentatore in fuga, ha subito innalzato il livello di allerta a 4, il suo massimo, sinonimo insomma di minaccia terroristica «grave e imminente». Una misura clamorosa, che davvero ha riportato la città indietro di qualche anno. Non solo quindi alla Parigi del 2015, ma alla stessa Bruxelles del 2016. Il 22 marzo la città venne colpita da tre attacchi terroristici coordinati, tutti avvenuti - anche allora - nella sua area metropolitana. Due di questi attacchi avvennero nell’aeroporto di Bruxelles-National, nel comune di Zaventem, e uno alla stazione della metropolitana di Maelbeek/Maalbeek. Quegli attentati vennero rivendicati, il giorno stesso, dall’autoproclamato Stato Islamico, l’Isis insomma.
Il folle movente
E lo stesso Isis è stato citato dall’attentatore. Lo ha fatto in alcuni video postati sul suo profilo Facebook - in attesa di autentificazione, il cui contenuto è stato però divulgato dai media belgi -, spiegando di aver agito per «vendicare i musulmani». In particolare sembrerebbe che il suo riferimento fosse dedicato a un fatto avvenuto domenica a Chicago, dove è stato ucciso a coltellate un bimbo di sei anni, reo soltanto di essere palestinese. Prima che le autorità cancellassero i video, quello che sembra essere l’attentatore diceva: «Fosse stato cristiano, lo chiameremmo terrorismo e non un crimine brutale». E poi ha detto: «Viviamo per la nostra religione, moriamo per la nostra religione. Grazie a Dio». E poi ancora: «Grazie a Dio, il vostro fratello Abdesalam ha vendicato i musulmani. Ho ucciso tre svedesi». Le vittime però risultano essere due. Proprio due tifosi di quella stessa Svezia che avrebbe giocato di lì a poco nello stadio Re Baldovino. Il premier Alexander De Croo ha parlato molto chiaramente di un «vigliacco attentato contro cittadini svedesi» e ha presentato le proprie condoglianze all’omologo svedese Ulf Kristersson. «I nostri pensieri vanno alle famiglie e agli amici che hanno perso i propri cari. La lotta contro il terrorismo è una lotta comune». Parole riprese anche da Emmanuel Macron e da altri leader europei. Il presidente francese ha preso la parola dall’Albania, dove si trovava, dedicando un omaggio, un pensiero, alle vittime dell’attacco terroristico islamista di Bruxelles. E poi ha detto: «La nostra Europa è sconvolta, e trovarci ora qui assieme mostra l’evidenza di ciò che siete, europei di cuore, di lingua, di emozione, di cultura del futuro». La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha denunciato sui social l’«aberrante attentato» perpetrato a Bruxelles. E ha aggiunto: «Sono con tutto il cuore, questa sera, con le famiglie delle due vittime». E anche lei ha chiesto, all’Europa tutta, a tutti gli europei, di essere «uniti contro il terrorismo». Giorgia Meloni, dal canto suo, ha «condannato con decisione» l’attacco, commesso «nel cuore dell’Europa». La premier italiana ha quindi aggiunto: «L’Italia condanna con decisione ogni forma di violenza, fanatismo e terrorismo, e esprime le sue profonde condoglianze alle famiglie delle vittime».