Dentro la crisi

In Germania è tempo di elezioni anticipate

Il cancelliere Olaf Scholz si sottoporrà a un voto di fiducia da parte dei deputati del Bundestag il prossimo 16 dicembre - Si voterà poi il 23 febbraio - I partiti stanno già affilando le armi - Ma attenzione anche agli «estremi» in ascesa, ovvero AfD e BSW
© CLEMENS BILAN
Daniel Mosseri
12.11.2024 23:00

Il bilancio 2025, la legge sulla perequazione delle pensioni, il progetto di detassare l’energia elettrica ancora troppo cara rispetto alla media europea. E ancora progetti di legge per aiutare il comparto automotive dopo una serie di trimestrali di cassa con ricavi e profitti in picchiata per i principali produttori di auto tedeschi. Tutto rimandato, perché adesso in Germania è tempo di elezioni. Dopo il collasso del Governo di Olaf Scholz a causa delle opposte visioni di socialdemocratici e Liberali in merito alla politica economica, nella Repubblica federale tedesca si è aperto un dibattito su quando votare. Per la CDU, il primo partito nei sondaggi, era necessario fare presto. Per la SPD, avvistata in terza posizione dopo la CDU e dopo i sovranisti dell’AfD, era necessario procedere con calma. Oggi le parti hanno trovato un accordo: il cancelliere Scholz porrà la questione di fiducia al Bundestag il 16 dicembre e non dopo Natale come avrebbe preferito. Il presidente federale Frank-Walter Steinmeier sarà dunque chiamato a sciogliere il Parlamento e a indire nuove elezioni, che si terranno il 23 febbraio. È stato lo stesso capo dello Stato ad accettare questa sera il compromesso trovato dai partiti.

La carta per le schede

Per sua stessa natura, un compromesso non fa tutti contenti. Quello di oggi però dovrebbe aver almeno fugato i timori di Ruth Brand. Dal 1 gennaio 2023 Frau Brand è la presidente dell’Ufficio federale di statistica (Destatis) e come tale è anche il massimo funzionario elettorale della Germania. Appena caduto il Governo, Brand aveva messo il Paese in guardia: guai a correre verso le elezioni anticipate. La funzionaria aveva spiegato che ci sarebbero «rischi elevati» per la fiducia nell’integrità delle elezioni, che era necessario procedere con calma, che le vacanze di Natale avrebbero certamente rallentato il processo e che forse non si sarebbe neppure trovata abbastanza carta per stampare le schede elettorali. Parole che le sono costate una montagna di critiche da parte delle opposizioni come anche da parte degli industriali della carta in Germania, feriti nel loro onore.

Le coalizioni che verranno

Tutto risolto con l’accordo trovato fra CDU e SPD e poi condiviso con Verdi e Liberali e infine ratificato, in via informale, dallo stesso Steinmeier. La SPD si è detta soddisfatta dell’intesa raggiunta con l’opposizione ma ogni partito sta ormai affilando le armi in vista del voto. A cominciare da Verdi e SPD: i due partiti rimasti fedeli al cancelliere Scholz sanno già che, dopo le elezioni, la CDU avrà bisogno di uno di loro per mettere in piedi un Governo con la maggioranza assoluta: sarà una nuova Grosse Koalition nero-rossa o un Esecutivo nero-verde come ce ne sono nei Länder tedeschi? I Liberali, dal canto loro, sono molto allarmati: i tedeschi non premiano chi fa cadere i governi e oggi i sondaggi non garantiscono che il partito dell’ormai ex ministro delle Finanze Christian Lindner superi la soglia di sbarramento del 5 per cento. E perché Friedrich Merz dovrebbe allearsi con i Liberali se il loro apporto non sarà sufficiente a raggiungere la maggioranza al Bundestag? L’esperimento appena fallito del Governo semaforo dimostra che le coalizioni con tre partner sono più difficili da gestire di quelle a due.

Lontani eppure vicini

E mentre i socialcomunisti della Linke sembrano destinati all’estinzione politica, attorno alla barca dei partiti tradizionali navigano due “squali” politici entrambi in ascesa: i sovranisti di AfD, che propongono come candidata cancelliera la loro co-presidente Alice Weidel, e i socialisti anti-immigrati del BSW, l’alleanza Sahra Wagenknecht dalla nome della fondatrice del partito, già capogruppo della Linke. Due partiti alle estremità opposte del Bundestag ma con in comune l’ostilità ai migranti, agli aiuti all’Ucraina, a una transizione ecologica troppo veloce e alle teorie del gender. Insieme, le due formazioni dovrebbero raccogliere circa il 25 per cento dei voti, obbligando in sostanza gli altri partiti a stare più stretti gli uni agli altri al Bundestag.

Merz mette le cose in chiaro

Ma il tempo dei compromessi verrà dopo le elezioni del prossimo febbraio. Per il momento Friedrich Merz ha già fatto sapere a ciò che resta del Governo Scholz che la CDU non sarà «la ruota di scorta della coalizione rosso-verde che si monta mentre si cerca di rimettere in moto la macchina». Se il soccorso moderato sarà, ha affermato Merz gelando il sangue nelle vene dei socialdemocratici, arriverà solo su pochi provvedimenti concordati in precedenza. Prima è necessario che il Governo cada del tutto: «Tutte le decisioni necessarie possono essere prese nei giorni successivi al voto di fiducia del 16 dicembre».

In questo articolo: