Il caso

In Italia fa discutere il caso del runner ucciso dall'orso

Dopo la decisione della Provincia di Trento di abbattere l'animale responsabile dell'aggressione del 26.enne, sui social sono esplosi i commenti di disprezzo, in particolare verso il Trentino, accusato di star combattendo «una guerra personale» contro i plantigradi
© Shutterstock
Federica Serrao
08.04.2023 20:00

Ventisei anni. E una vita stroncata dall'aggressione di un orso. Fa discutere la notizia della morte di Andrea Papi, il giovane ucciso da un plantigrado mentre correva nei boschi sopra Caldes, in Trentino. La famiglia della vittima, dopo la conferma che a causare il decesso del figlio sia stato proprio l'animale, ha annunciato l'intenzione di denunciare la Provincia autonoma di Trento e lo Stato per aver reintrodotto gli orsi in Trentino. I genitori di Andrea vogliono chiedere giustizia. Ma soprattutto, vogliono contestare le modalità con cui è stato messo in campo il progetto Life Ursus. Un piano volto a reintrodurre gli orsi nel territorio, che non avrebbe tenuto conto dell'opinione dei residenti. Pare infatti che il progetto abbia preso avvio senza che venisse indetto un referendum consultivo tra la popolazione della zona. 

Dall'altra parte, però, dopo la tragedia, anche le associazioni ambientaliste italiane hanno alzato la voce. In particolare contro l'ordinanza di abbattimento dell'orso responsabile dell'aggressione. Dando vita a una serie di interrogativi e di riflessioni sull'effettiva pericolosità di questi animali. Ma anche a una buona dose di critiche e di commenti sulla vicenda.

Poche le aggressioni con esito letale

Il Guardian lo scriveva qualche mese fa. «Statisticamente, è più probabile morire venendo colpiti a un fulmine che venendo aggrediti da un orso». E i dati a conferma di ciò, effettivamente, sarebbero diversi. Secondo uno studio condotto da Nature nel 2019, tra il 2000 e il 2015 in tutto il mondo si sono registrati 664 attacchi di questi animali. Di questi, 95 aggressioni - avvenute prevalentemente in Nord America - hanno avuto un esito letale per l'individuo coinvolto.

In Italia, dove si è consumata la tragedia, quello di Andrea è però il primo caso di morte causata da un orso da più di un secolo. Nella Penisola, scrive Il Post, prima di quest'anno, erano state registrate solamente quattro aggressioni in 150 anni. Una nel 2014, una nel 2015 e due nel 2020. Nessuna di queste con esito fatale. Come leggiamo in un'intervista di Repubblica a Pietro Genovesi, tra i massimi esperti di orsi bruni e responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica, gli attacchi di orsi con feriti si verificano infatti ogni anno in tutta Europa. Ma le aggressioni mortali, al contrario, sono molto rare. In Svezia, per esempio, dove vivono tra i 4.000 e i 5.000 esemplari di orsi, si registra all'incirca un incidente all'anno. Quelli mortali, negli ultimi quindici anni, sarebbero stati, addirittura, solamente due. Per l'esperto, la spiegazione di questi risultati arriva da alcuni esperimenti condotti proprio sul territorio. «Alcuni esperimenti effettuati in Scandinavia hanno dimostrato che la reazione dell'orso, se si accorge della presenza di un umano, è sempre quella di allontanarsi. Per questo motivo, non è sufficiente avvicinarsi all'orso perché ci sia pericolo». 

Le raccomandazioni del sito dedicato ai grandi carnivori in Trentino
Le raccomandazioni del sito dedicato ai grandi carnivori in Trentino

Anche la provincia autonoma di Trento, sulla sua pagina informativa, parla di rischi contenuti e circoscritti solo a particolari situazioni. Come si legge sul sito in questione, un orso bruno diventerebbe pericoloso solo in alcune specifiche condizioni: se è ferito, se si tratta di un esemplare femmina con dei cuccioli, se viene sorpreso mentre sta mangiando o è alle prese con una carcassa animale. E non solo. L'animale diventerebbe aggressivo anche qualora fosse disturbato mentre si trova nella propria tana o nel momento in cui venisse spaventato. In ultimo, anche sentirsi troppo «a proprio agio» con gli esseri umani potrebbe portare il plantigrado a sviluppare comportamenti pericolosi per l'uomo. Solitamente, dal momento che sono animali prevalentemente vegetariani, gli orsi non sono interessati agli esseri umani. Se si abituano alla loro presenza, potrebbero tuttavia avvicinarsi più spesso, aumentando quindi la frequenza degli incontri e - chiaramente - anche dei rischi. 

Gli ambientalisti contro il Trentino

Quale sia stato il motivo che ha portato all'aggressione di Andrea rimane un mistero, oltre che una terribile tragedia. Nel frattempo, però, sui social si sono moltiplicate le voci che puntano il dito proprio contro il giovane runner, indicandolo come responsabile dell'attacco dell'orso. Su Twitter, in particolare, sono esplose le polemiche. Centinaia, se non migliaia, i commenti di persone che difendono l'animale, sostenendo che abbia agito nel suo habitat naturale, semplicemente secondo il suo istinto. «L'orso non passeggia in città, così l'uomo si trovi un altro posto dove andare a correre», scrive un utente. E ancora «Molto semplice: nel bosco l'orso è a casa sua, quindi l'uomo entra a suo rischio e pericolo. In città l'uomo è a casa sua, quindi l'orso entra a suo rischio e pericolo».

Tanti, tantissimi, anche i commenti degli ambientalisti in favore della protezione dell'animale. «Non puoi uccidere un orso senza neppure avere coscienza della sua natura». «L'intenzione della Provincia di Trento non è quella di sacrificare un orso, in base a riflessioni che potrebbero anche essere accettabili, ma di massacrare più orsi possibili, in una logica vendicativa di odio e totale incompetenza nella gestione della fauna selvatica». Al centro delle polemiche, infatti, ci sarebbe proprio il Trentino, accusato dagli ambientalisti di aver dato il via a una «guerra personale». Dopo aver autorizzato l'abbattimento dell'esemplare, il presidente della provincia avrebbe annunciato di aver intenzione di procedere alla soppressione di altri tre orsi dell'area, ritenuti «problematici». «Il presidente della Provincia di Trento non ha fatto nulla per la prevenzione e ora vuole solo massacrare gli orsi». «Come mai queste cose accadono solo in Trentino? Anche in Abruzzo ci sono gli orsi, ma non accade nulla». «Boicottiamo il Trentino: sicuramente nel voler uccidere tutti gli orsi c'è il motivo economico», si legge tra i tantissimi commenti sui social. 

Dall'altra parte, però, tra i tanti commenti negativi e di disprezzo verso il Trentino e verso il presidente di Trento, si legge anche qualche parere opposto. Qualche utente si dice d'accordo con l'abbattimento, in nome di una maggiore sicurezza. «Vorrei vedere voi in tali circostanze o con qualche familiare coinvolto. L'orso in Trentino era ormai estinto, ma nel 1999 qualcuno ha voluto reinserirlo». Una ragazza trentina, invece, richiama l'equilibrio scrivendo: «Un ragazzo della mia età è morto, degli orsi innocenti moriranno, tutto per colpa di uomini che hanno deciso di reintrodurre un animale pericoloso senza tener conto dello sviluppo che c'è stato nel nostro territorio».