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La Coordinatrice speciale ONU Jeanine Hennis-Plasschaert: «Allarmante l'aumento di attacchi israeliani a strutture sanitarie e a giornalisti» – Massacro nel campo profughi di Jabalia, nella Striscia di Gaza: 150 tra morti e feriti – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:23
22:23
«L'IDF spara all'interno dell'ospedale di Kamal Adwan di Jabalya»
Il ministero della Sanità di Gaza afferma che le forze israeliane hanno aperto il fuoco all'interno dell'nell'ospedale Kamal Adwan di Jabalya e che due bambini sono morti dopo che i generatori si sono guastati e l'esercito israeliano ha «preso di mira» le bombole di ossigeno. «Due bambini nel reparto di terapia intensiva sono morti dopo che i generatori hanno smesso di funzionare e la stazione di ossigeno è stata presa di mira», ha dichiarato il ministero aggiungendo che «le forze israeliane stanno perquisendo l'ospedale e sparando all'interno dei vari reparti». L'Idf ha dichiarato all'Afp che sta «verificando» queste informazioni.
21:14
21:14
«Hamas ha respinto l'offerta di fuga in cambio ostaggi»
Israele nei giorni scorsi ha offerto ai leader di Hamas un passaggio sicuro verso un altro Paese se avessero disarmato e liberato gli ostaggi da loro trattenuti. Lo riporta il Wall Street Journal, ripreso da Haaretz.
Il capo dell'agenzia di spionaggio Mossad, David Barnea, ha presentato l'offerta, secondo il Wsj, durante gli incontri avvenuti in Egitto la scorsa settimana. Il Wall Street Journal, citando mediatori arabi, afferma che Hamas ha respinto la proposta.
20:32
20:32
«Ci sono tanti innocenti uccisi a Gaza, ora basta»
«Ci sono tanti innocenti uccisi a Gaza. Tutto questo deve finire». Lo ha detto Joe Biden dopo essere stato interrotto in Arizona da una manifestante pro-palestinese che urlava «Gaza libera». Il presidente ha detto al pubblico che voleva zittirla: «Lasciatela manifestare».
20:25
20:25
Bombe e morti a Gaza, l'ONU denuncia: «È l'ora più buia»
Decine di morti, un ospedale sotto assedio, una pioggia di bombe e combattimenti senza sosta. In una Gaza in fiamme da oltre un anno, le cronache quotidiane di guerra raccontano di una situazione in continuo peggioramento.
Soprattutto nel nord della Striscia, che sta vivendo "il momento più buio", ha avvertito l'Onu, evocando "crimini atroci" da parte degli israeliani. In quest'area la situazione è diventata incandescente a Beit Lahia, dove l'Idf si è messa a caccia di miliziani nell'ospedale di Kamal Adwan, tenendo intrappolate centinaia di pazienti.
Da altre città dell'enclave sono arrivate notizie altrettanto drammatiche su due nuove stragi, una che avrebbe coinvolto degli sfollati in attesa degli aiuti. E non va diversamente sul fronte libanese, con tre giornalisti tra le vittime dei raid israeliani. Due conflitti, con Hamas ed Hezbollah, che costringono anche lo Stato ebraico a contare le sue vittime, sia tra i militari che tra i civili.
"La nostra missione non è ancora finita", aveva avvertito Benyamin Netanyahu nel giorno dell'uccisione di Yahya Sinwar, il 17 ottobre scorso. E già una settimana prima l'esercito israeliano schierato a Gaza aveva intensificato le sue operazioni nel nord, intorno a Jabalya, che ospita un campo profughi considerato una base dei miliziani.
Lì, secondo Al Jazeera, l'Idf avrebbe compiuto un "massacro" radendo al suolo almeno 10 edifici residenziali e provocando 150 tra morti e feriti. Poco lontano, a Beit Lahia, le truppe di Tsahal hanno fatto irruzione nell'ospedale Kamal Adwan, in seguito a "informazioni di intelligence su terroristi e infrastrutture con armi nella zona".
Secondo i media palestinesi, sono scattati arresti di massa e i circa 200 pazienti sono stati costretti a spostarsi in cortile. Più tardi l'Oms ha reso noto di aver perso i contatti con il personale che opera nella struttura, l'unica ancora funzionante nella zona. Tre i morti denunciati dall'Idf tra le sue file in seguito ai combattimenti con il nemico.
A Gaza City la difesa civile ha annunciato di aver contato 12 morti e diversi feriti in seguito ad un attacco con droni che avrebbe preso di mira un veicolo e un gruppo di persone in cerca di beni di prima necessità. Più a sud, a Khan Younis, i raid israeliani hanno colpito diverse strutture residenziali: almeno 38 vittime, tra cui 14 bambini, il bilancio fornito da fonti mediche locali. Anche un operatore di Msf ha perso la vita.
Per l'alto commissario Onu per i diritti umani Volker Turk quella del nord di Gaza è una crisi "inimmaginabile" che chiama in causa soprattutto Israele. Considerato responsabile di azioni "potenzialmente" vicine a "crimini contro l'umanità". E' un ennesimo attacco d'accusa al governo Netanyahu, che dall'inizio del conflitto a Gaza ha ingaggiato una durissima contesa diplomatica con il Palazzo di Vetro, culminata con la dichiarazione di Antonio Guterres come persona non grata.
Di "crimini di guerra" commessi da Israele ha parlato anche il governo libanese, dopo la morte di tre reporter in un attacco aereo su Hasbaya, nell'est, al confine con la Siria. Proprio in quell'area i raid israeliani hanno reso inutilizzabile il principale valico di frontiera, hanno denunciato ancora le autorità di Beirut, aggiornando a 500mila il numero delle persone fuggite dal Paese. L'Idf ha confermato di aver preso di mira il valico nella valle della Bekaa, sostenendo che fosse utilizzato da Hezbollah per il passaggio di armi.
Quanto alle milizie sciite del Partito di Dio, hanno continuato a lanciare razzi soprattutto sulla Galilea, ma stavolta hanno provocato delle vittime. Nella cittadina araba di Majd al-Khorum i colpi sono caduti in un centro commerciale e una palestra: il bilancio provvisorio, due morti e venti feriti.
E sono arrivate nuove notizie allarmanti dalla Linea Blu, dove opera l'Unifil. La missione di peacekeeping ha denunciato che il 22 ottobre i soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro una delle loro postazioni vicino al villaggio di Dhayra. "Non ci risulta", la replica dell'Idf.
18:24
18:24
«La guerra di Israele contro Gaza è una continua dimostrazione del disprezzo per le vite dei civili»
Medici Senza Frontiere (Msf) denuncia con la massima fermezza l'uccisione di un membro del suo staff, Hasan Suboh, avvenuta nella notte durante le operazioni militari israeliane a Khan Younis, nel sud di Gaza. Secondo il ministero della sanità, l'attacco ha causato almeno 33 morti, tra cui 14 bambini.
Lo scrive Msf in una nota precisando che «Hasan Suboh, 41 anni, lavorava con Medici Senza Frontiere dal 2019, era sposato e aveva 7 figli. È l'ottavo membro dello staff Msf ucciso a Gaza dal 7 ottobre 2023 e il secondo in due settimane. La guerra di Israele contro Gaza è una continua dimostrazione del disprezzo per le vite dei civili. Tutto questo deve finire ora», conclude la nota.
18:20
18:20
«12 persone uccise da raid israeliani mentre aspettavano aiuti umanitari»
La Difesa civile di Gaza annuncia 12 morti in attacchi contro un gruppo in attesa di aiuti umanitari.
18:09
18:09
Israele vuole spezzare il legame tra Assad e l'Iran
L'insistenza di Israele nel colpire obiettivi dell'Iran in Siria e di interrompere, con raid aerei sui valichi di confine siro-libanesi, i rifornimenti di Hezbollah, lungo i corridoi tra la Bekaa e le regioni di Homs e Damasco, può avere, secondo analisti e diplomatici, un duplice obiettivo: prosciugare le risorse logistiche del Partito di Dio e spingere il presidente siriano Bashar al Assad a prendere le distanze dal suo storico alleato iraniano.
Nel corso del primo anno di guerra, Assad non si è esposto troppo pubblicamente a sostegno dell'Asse della Resistenza, di cui il suo potere fa parte da decenni. Come ricorda Aymenn Tamimi, Assad non ha neppure mai impedito a Hezbollah di transitare sul suo territorio per collegare l'Altopiano iranico al Mediterraneo. Eppure dal lato siriano delle Alture del Golan contese con Israele, le fazioni armate filo-Hezbollah non hanno ancora aperto un nuovo fronte contro il nemico.
Secondo Ibrahim Hamidi, analista siriano basato all'estero, quando il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, si è recato di recente a Damasco, Assad ha insistito nel tenere fuori il Golan dall'escalation in corso. Per questo ci si interroga, come fa Hamidi, se il raìs siriano intenda smantellare l'alleanza di lunga data con l'Iran o se stia inviando segnali contrastanti «per testare le acque della diplomazia regionale».
Fonti diplomatiche europee a Damasco, interpellate dall'ANSA, non hanno dubbi nel dire che «tutti gli attori dell'area si stanno preparando per un significativo cambiamento degli equilibri regionali». In questo senso, per Assad «potrebbe ora passare l'ultimo treno utile» per affrancarsi dall'abbraccio di Teheran.
Secondo altre fonti diplomatiche occidentali a Beirut, la dirigenza siriana è da mesi corteggiata dagli Stati Uniti e dalle forze arabe del Golfo, vicine a Washington e a Israele, perché si allontani da Teheran. In cambio, affermano le fonti, Assad otterrebbe la tanto attesa riabilitazione da parte dell'Occidente, con la conseguente rimozione delle sanzioni americane ed europee.
Il governo siriano però è stato già in parte riabilitato in seno alla Lega Araba. Inoltre, sei anni fa gli Emirati Arabi Uniti hanno riattivato le relazioni con Damasco, così come l'Arabia Saudita lo ha fatto negli anni scorsi.
Questi segnali indicano - affermano le fonti diplomatiche in Siria - che Assad non debba necessariamente rinunciare all'Iran per tenere aperti canali di dialogo con l'occidente. Anche perché, ricorda Hamidi, gli iraniani non hanno mai esitato a mettere a tacere alleati che sfidano il loro potere. In questa dinamica la Russia svolge un ruolo chiave ed è indicata come la vera potenza dietro al potere di Assad: da dieci anni è presente militarmente nel paese con due basi militari chiave nel Mediterraneo, e gode di un'alleanza tattica sia con l'Iran che con Israele.
Analisti e diplomatici concordano nel dire che Mosca potrebbe spingere per un allontanamento di Assad dall'Iran, ma in cambio la Russia chiederebbe una contropartita agli Stati Uniti da ottenere sugli altri teatri del confronto globale.
16:47
16:47
«In Libano una crisi umanitaria di proporzioni catastrofiche»
«Ogni giorno che passa, il ciclo mortale di violenza in Libano si espande, lasciando sempre più devastazione e sofferenza al suo seguito».
Lo afferma in una nota la Coordinatrice speciale delle Nazioni Unite per il Libano, Jeanine Hennis-Plasschaert, sottolineando che il Paese dei cedri «sta affrontando una crisi umanitaria di proporzioni catastrofiche, con un numero crescente di vittime civili, sfollamenti di massa e una vasta distruzione delle infrastrutture».
«L'aumento del numero di attacchi che hanno colpito strutture sanitarie e personale è profondamente allarmante. Da ottobre dell'anno scorso, l'Oms ha verificato 53 attacchi a strutture sanitarie, con conseguenti 99 morti e 82 feriti tra il personale sanitario», scrive Hennis-Plasschaert, aggiungendo che «altri 27 attacchi hanno preso di mira le ambulanze» e «quasi la metà di tutti i centri sanitari primari nelle aree colpite ha chiuso», mentre «l'impatto sul settore sanitario coincide con la crescita esponenziale delle esigenze umanitarie, soprattutto tra gli sfollati».
«Abbiamo anche assistito a recenti attacchi contro i media. Quando i giornalisti, protetti dal diritto umanitario internazionale, vengono presi di mira, lo sono anche i nostri diritti fondamentali alla libertà di informazione ed espressione», conclude la funzionaria dell'Onu, sottolineando che «anche le guerre hanno delle regole».
16:46
16:46
«La sicurezza dell'Unifil va garantita»
La sicurezza dei caschi blu dell'Onu impegnati in Libano nella missione Unifil, a ridosso del confine israeliano, va garantita come qualcosa di "essenziale". Lo ha rimarcato oggi a Londra il segretario di Stato americano Antony Blinken, a conclusione d'incontri con esponenti di Paesi arabi fra cui il premier libanese Najib Mikati, dopo le ultime notizie odierne su attacchi contro postazioni dell'Unifil: contingente di cui fanno parte anche militari italiani.
16:42
16:42
Razzi di Hezbollah su una città araba in Galilea: due morti
Due morti e venti feriti è il bilancio provvisorio dell'attacco rivendicato da Hezbollah sulla cittadina araba di Majd al-Khorum, nel nord di Israele. Lo riferiscono i soccorritori. I razzi lanciati dal Libano hanno colpito un centro commerciale e una palestra dentro il mall.
16:36
16:36
Teheran protesta all'ONU per l'uccisione di 2 iraniani in Libano
L'Iran ha condannato con forza l'uccisione di due suoi cittadini da parte di Israele in Libano in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e al Segretario generale Antonio Guterres.
«Questa volta il regime israeliano ha preso di mira due cittadini iraniani in Libano, commettendo una chiara violazione del diritto internazionale, in particolare del diritto internazionale umanitario», ha scritto Saeed Iravani, responsabile della missione dell'Iran all'Onu, secondo i media statali iraniani citati da Al Jazeera online.
Iravani ha scritto che una donna iraniana, Masoumeh Karbasi, e suo marito, libanese, sono stati deliberatamente presi di mira con un missile israeliano dopo essere sopravvissuti a un attacco iniziale il 19 ottobre a Beirut, mentre un medico iraniano, Ali Heydari, è stato ucciso il 22 ottobre, in una chiara violazione delle Convenzioni di Ginevra.
L'Iran vuole che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite «condanni con decisione» queste azioni e ne renda Israele responsabile, ha scritto Iravani.
16:05
16:05
«Persi i contatti con l'ospedale Kamal Adwan a Gaza»
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riferito di aver perso i contatti con il personale dell'ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, l'unico funzionante in questa parte della Striscia.
«Da quando questa mattina sono state segnalate le incursioni nell'ospedale, abbiamo perso i contatti con il personale. È uno sviluppo profondamente inquietante, dato il numero di pazienti assistiti e di persone che vi si sono rifugiate», ha denunciato Tedros Adhanom Ghebreyesus su X.
«L'Oms e i suoi partner sono riusciti a raggiungere l'ospedale Kamal Adwan ieri sera tardi, in mezzo alle ostilità nelle vicinanze, e hanno trasferito 23 pazienti e 26 operatori sanitari all'ospedale Al-Shifa», scrive Ghebreyesus, sottolineando inoltre che l'ospedale Kamal Adwan è «traboccante di quasi 200 pazienti, un flusso costante di casi di trauma orribili. È anche pieno di centinaia di persone che cercano rifugio».
«Raggiungere gli ospedali in tutta #Gaza sta diventando incredibilmente più difficile ed espone il nostro personale a pericoli inutili», conclude il direttore generale dell'Oms, chiedendo quindi «un cessate il fuoco immediato; e la protezione degli ospedali, dei pazienti, degli operatori sanitari e degli operatori umanitari», perché «tutti a Gaza hanno bisogno di pace».
15:49
15:49
Tre soldati israeliani uccisi negli scontri nel nord di Gaza
L'Idf ha reso noto che tre soldati sono stati uccisi in una battaglia nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Le vittime sono il capitano Barak Israel, 22 anni, il sergente Ido Ben Zvi, 21 anni, e il sergente Hillel Eliyahu Ovadia, 22 anni.
15:23
15:23
«Il nord di Gaza sta affrontando il momento più buio dall'inizio della guerra»
Il nord di Gaza sta affrontando il «momento più buio» dall'inizio della guerra. È l'avvertimento lanciato dall'alto commissario Onu per i diritti umani Volker Turk.
«In modo inimmaginabile la situazione sta peggiorando di giorno in giorno. Le politiche e le pratiche del governo israeliano nel nord di Gaza rischiano di svuotare l'area di tutti i palestinesi. Stiamo affrontando ciò che potrebbe equivalere a crimini atroci, potenzialmente estendendosi a crimini contro l'umanità», ha affermato Volker Turk in una nota.
14:46
14:46
Decisioni su tre mozioni sull'impegno svizzero a favore dell'UNWRA nelle prossime settimane
Le decisioni su tre mozioni sull'impegno svizzero a favore dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi (UNRWA) verranno prese dopo i dibattiti sul Medio Oriente all'ONU, previsti per settimana prossima e presieduti dalla Svizzera. Lo ha stabilito oggi la Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S), accogliendo così una richiesta in questo senso del consigliere federale Ignazio Cassis.
Nel corso della riunione, la CPE-S si è occupata in maniera approfondita della drammatica situazione in Medio Oriente e degli aiuti umanitari svizzeri nella regione, in presenza del «ministro» degli esteri ticinese, precisa oggi la stessa commissione in una nota.
I presenti hanno deciso con 10 voti contro 3 di dare seguito alla richiesta del consigliere federale: le discussioni sul piano internazionale delle prossime settimane potrebbero far emergere nuovi elementi politici e giuridici. La CPE-S tornerà quindi ad esprimersi sulla questione il 21 novembre, sulla scorta anche delle informazioni supplementari che verranno fornite dal governo.
Gli interventi parlamentari su cui la commissione è chiamata ad esprimersi sono la mozione «Cessazione immediata dei finanziamenti delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi in Medio oriente (UNRWA)», presentata dal consigliere nazionale David Zuberbühler (UDC/AR) e le mozioni presentate dall'omologa commissione del Nazionale «Riattribuire il contributo di base all'UNRWA per il 2024 all'aiuto umanitario d'urgenza per la popolazione di Gaza» e «Per una riforma dell'aiuto ai rifugiati palestinesi».
Nel corso della riunione la CPE-S ha anche sentito una delegazione del Gran consiglio ginevrino in merito all'iniziativa cantonale «La Svizzera deve versare senza indugio il suo contributo all'UNRWA»: anche in questo caso è stato deciso di rinviare l'esame dell'oggetto al 21 novembre.
Infine la CPE-S ha deciso con 11 voti favorevoli e 1 astensione di approvare il versamento della terza tranche del credito per le operazioni umanitarie in Vicino Oriente, pari a 13 milioni di franchi, destinata alle organizzazioni nazionali e internazionali attive nella regione. I fondi sono attribuiti a 17 organizzazioni in totale, di cui l'UNRWA non fa parte. Ha pure espresso all'unanimità parere favorevole per versamenti supplementari pari a 7 milioni di franchi per le popolazioni del Libano e della Siria. Si tratta di versamenti decisi il 9 ottobre scorso dal Consiglio federale e previsti nell'ambito del credito per le operazioni umanitarie in Medio Oriente.
13:52
13:52
Unifil: «L'IDF ha sparato contro una delle nostre postazioni»
L'Unifil afferma che il 22 ottobre scorso i soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro una delle sue postazioni vicino al villaggio di Dhayra, nel sud del Libano.
«I caschi blu in servizio presso un posto di osservazione permanente vicino a Dhayra stavano osservando i soldati dell'Idf che conducevano operazioni di sgombero delle case nelle vicinanze. Dopo essersi resi conto di essere osservati, i soldati hanno aperto il fuoco e i soldati si sono ritirati per evitare di essere colpiti», afferma l'Unifil in una nota mentre l'Onu parla di una situazione di sicurezza «estremamente difficile».
13:36
13:36
«L'ospedale a nord di Gaza assediato dalle truppe israeliane»
Più di 150 tra pazienti e personale sono intrappolati nell'ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, mentre l'esercito israeliano assedia la struttura medica. Lo ha riferito ad Al Jazeera la Protezione Civile palestinese.
Le forze israeliane hanno fatto irruzione stamane nell'ospedale e hanno ordinato ai pazienti di spostarsi nel cortile principale, ha riferito l'agenzia di stampa Wafa, mentre eseguivano arresti di massa. L'irruzione è avvenuta un giorno dopo che i carri armati israeliani hanno bombardato il complesso dell'ospedale, una delle poche strutture mediche funzionanti rimaste nel nord dell'enclave.
Secondo il direttore dell'ospedale, Hussam Abu Safia, l'unità di terapia intensiva ha subito gravi danni dall'attacco dei carri armati, avvertendo che l'ospedale potrebbe trasformarsi in una fossa comune poiché un paziente stava morendo ogni ora a causa dell'assalto militare israeliano.
12:28
12:28
«38 i morti nel raid a Khan Yunis, 14 bambini»
È salito ad almeno 38 il bilancio dei morti negli attacchi israeliani su diverse strutture residenziali a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo scrive Al Jazeera citando fonti mediche.
Tra le vittime ci sarebbero 14 bambini rimasti soffocati dal fumo dei missili israeliani: 13 erano della stessa famiglia. L'emittente riferisce di immagini «inquietanti» dal luogo dei raid, con molti corpi che giacciono a terra nell'ospedale Nasser, mentre genitori e parenti disperati salutano le vittime, già pronte per la sepoltura.
12:18
12:18
Mikati: l'uccisione di giornalisti attacco deliberato di Israele
Il primo ministro libanese Najib Mikati ha accusato Israele di aver preso di mira intenzionalmente i giornalisti morti in un attacco nel sud del Paese.
«La nuova aggressione israeliana contro i giornalisti» rientra tra i 'crimini di guerra commessi dal nemico israeliano', ha dichiarato il premier in un comunicato, aggiungendo che l'attacco è 'deliberato' e 'mira a terrorizzare i media per coprire crimini e distruzioni'. I reporter sono morti in un attacco aereo israeliano su Hasbaya, nell'est del Libano, vicino al confine con la Siria.
11:52
11:52
«Israele deve cessare la pulizia etnica»
Israele deve «cessare la pulizia etnica» ai danni dei palestinesi nei territori occupati. Lo ha affermato oggi il ministro degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi, incontrando a Londra il segretario di Stato americano Antony Blinken, reduce da una missione nello Stato ebraico, in Arabia Saudita e in Qatar, e sollecitando indirettamente Washington a fare di più per fermare l'azione militare israeliana nella Striscia di Gaza e nella regione.
Denunciando la catastrofe umanitaria nel nord della Striscia, Safadi ha detto: «Vediamo in corso una pulizia etnica e questa deve cessare».
11:39
11:39
Blinken insiste: «La pace in Libano è davvero urgente»
Una soluzione «diplomatica» per il Libano è «davvero urgente». Lo ha ribadito il segretario di Stato americano Antony Blinken, giunto a Londra reduce da un'ennesima missione in Medio Oriente.
Nella capitale britannica, Blinken incontra il premier libanese Najib Mikati e i ministri degli Esteri di Giordania ed Emirati Arabi Uniti, Ayman Safadi e Abdullah bin Zayed, assieme al padrone di casa, il ministro degli Esteri britannico, David Lammy.
10:52
10:52
Hamas dice no alla tregua di 12 giorni in cambio di 5 ostaggi
Fonti di Hamas riferite da Channel 12 hanno affermato questa mattina che non accetteranno la proposta israeliana di un breve cessate il fuoco in cambio del rilascio di un piccolo numero di ostaggi.
L'accordo, per il quale gli egiziani hanno insistito nei giorni scorsi, dovrebbe includere un cessate il fuoco che durerà dai 10 ai 12 giorni nella Striscia di Gaza, in cambio della liberazione di 5 sequestrati. Khalil al-Hiya, negoziatore per Hamas, ha dichiarato che «non c'è alcun cambiamento nella loro posizione: cessate il fuoco totale e ritiro dell'Idf dalla Striscia».
09:58
09:58
Cinque riservisti israeliani morti nei combattimenti nel sud del Libano
Cinque riservisti israeliani sono rimasti uccisi e altri quattro gravemente feriti durante i combattimenti nel Libano meridionale la scorsa notte. Lo annuncia l'esercito, scrive il Times of Israel.
09:01
09:01
Sale a 28 il bilancio dei morti del raid israeliano a Khan Yunis
Sale a 28 il bilancio dei morti in seguito a un raid israeliano che ha colpito stamane una casa vicino Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui i caccia israeliani hanno bombardato la casa nell'area di al-Manara, a sud della città nel sud di Gaza.
09:00
09:00
«L'uccisione dei tre reporter è un crimine di guerra»
L'uccisione di tre giornalisti da parte di Israele è un «crimine di guerra». Lo afferma il ministro dell'Informazione libanese dopo la morte dei reporter in un attacco aereo israeliano su Hasbaya, nell'est del Libano vicino al confine con la Siria, scrivono i media libanesi.
Il ministro Ziad Makary ha accusato Israele di aver intenzionalmente preso di mira i giornalisti nell'attacco nel sud del Paese. «Il nemico israeliano ha atteso la pausa notturna dei giornalisti per tradirli nel sonno... Questo è un assassinio, dopo il monitoraggio e il tracciamento, con una pianificazione e una progettazione precedenti, poiché c'erano 18 giornalisti in rappresentanza di 7 istituzioni mediatiche. Questo è un crimine di guerra», ha affermato in un post su X.
06:24
06:24
Il punto alle 6.00
La Protezione civile di Gaza afferma che l'esercito israeliano ha compiuto nelle ultime ore un «massacro di massa» radendo al suolo almeno 10 edifici residenziali nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia, Lo riporta l'emittente araba Al Jazeera. Citando fonti locali, l'agenzia di stampa palestinese Wafa parla da parte sua di circa 150 tra morti e feriti.
L'emittente araba Al Jazeera, inoltre, afferma che almeno 23 persone sono morte in un bombardamento israeliano che nelle ultime ore ha colpito una casa vicino Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
Di più, i media statali di Beirut affermano che tre giornalisti sono stati uccisi stanotte in un attacco aereo israeliano su Hasbaya, nell'est del Libano vicino al confine con la Siria. Una delle vittime sarebbe un cameraman di Al Mayadeen, secondo quanto afferma la stessa emittente araba ritenuta vicina a Hezbollah.