Sanità

In Louisiana il primo decesso legato all'influenza aviaria negli Stati Uniti

Il paziente aveva più di 65 anni e presentava patologie preesistenti – «Anche se tragica, una morte per influenza aviaria H5N1 negli Stati Uniti non è inaspettata a causa del noto rischio che l'infezione da questi virus causi malattie gravi e morte», commenta il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitense
©Cynthia Goldsmith, Jackie Katz
Ats
07.01.2025 11:27

Il Dipartimento della salute della Louisiana ha annunciato che il paziente ricoverato in ospedale per il primo caso umano di influenza aviaria ad alta patogenicità negli Stati Uniti è morto. Lo riferiscono i media americani. Il paziente aveva più di 65 anni e presentava patologie preesistenti.

«Anche se tragica, una morte per influenza aviaria H5N1 negli Stati Uniti non è inaspettata a causa del noto rischio che l'infezione da questi virus causi malattie gravi e morte», commenta il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitense (CDC, Centers for disease control and prevention).

L'analisi del CDC sul virus aveva «identificato mutazioni a bassa frequenza nel gene dell'emoagglutinina» che «non sono state trovate nelle sequenze virali provenienti da campioni di pollame raccolti nella proprietà del paziente, suggerendo che i cambiamenti sono emersi nel paziente dopo l'infezione».

Sono 66 i casi di H5N1 negli USA dal 2024, 67 dal 2022. Stando all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), nel mondo dal 2003 sono stati registrati oltre 950 casi, di cui circa la metà ha portato al decesso.

Il CDC «continua a valutare che il rischio per il pubblico in generale rimane basso», e soprattutto che «non è stata identificata alcuna diffusione della trasmissione da persona a persona». La maggior parte delle infezioni da influenza aviaria H5, continua, «sono legate all'esposizione degli animali all'uomo».

Non ci sono cambiamenti virologici «preoccupanti» in diffusione tra uccelli selvatici, pollame o mucche che potrebbero aumentare il rischio per la salute umana, spiega l'agenzia, che avverte come in ogni caso «le persone con esposizioni lavorative o ricreative ad uccelli o altri animali infetti corrono un rischio maggiore di infezione».

In questo articolo: