«In Moldavia a fare più paura non sono i russi, ma la fame»

Da Chisinau a Milano, da Milano a Chisinau, su una rete stradale delle più trafficate in Europa, un tragitto che su richiesta si estende a ogni angolo della Moldavia e della Romania, fino ai confini, oggi «off-limits», della Bucovina, dove l’Ucraina è solo a un tiro di schioppo. È il lungo e faticoso percorso che un gruppo di stoici autisti moldavi e rumeni - a scadenza settimanale - si sobbarca senza alcuna interruzione, 365 giorni all’anno. Lungo gli itinerari più battuti dai pullman dell’Est europeo che raggiungono ciclicamente le autostrade del Friuli, del Veneto e della Lombardia attraverso quattro dogane, e che ripartono, puntualmente, in direzione opposta, via Austria e Ungheria. Oltre ai passeggeri trasportano scatoloni di beni alimentari, vestiti e masserizie di ogni tipo da un Paese all’altro ai parenti e agli amici che abitano in Italia; i quali, a loro volta, spediscono pacchi di beni di uso di prima necessità ai familiari e ai conoscenti rimasti in patria, dove le contingenze impongono sacrifici che soltanto la diaspora riesce in parte a mitigare, in virtù di prezzi di trasporto molto vantaggiosi e volutamente tenuti bassi anche dalle centinaia di compagnie attive nell’organizzare viaggi e trasporti sull’asse est-ovest.
Sabato sera, a Milano, a due passi dal Mercato ortofrutticolo di via Varsavia, quando sta per fare buio, l’attività di Vitalie, autista moldavo di mezza età, diventa frenetica. Con i suoi colleghi deve prepararsi all’ennesimo viaggio in Moldavi. Pesare i pacchi, approntare i biglietti per i viaggiatori, verificare pratiche e documenti. Le ore passano e deve affrettarsi. La sua attività, a seconda delle esigenze, prevede anche il ritiro di pacchi a domicilio o, all’occorrenza, prelevare persone. Lo aiutano alcuni suoi colleghi, i quali lo affiancano anche al volante. «Quando siamo carichi utilizziamo un rimorchio: di solito a Natale, Capodanno e Pasqua».
Qual è oggi la maggiore paura dei moldavi? azzardiamo una domanda a Vitalie, consapevoli di tutti i suoi limiti. L’autista si prende una breve pausa, mentre, dall’abitacolo del suo bus, estrae due sacchetti contenenti vino Purcari: «Oggi a fare più paura in Moldavia non sono i russi, ma la fame», risponde senza esitare. «Vuoi sapere quanto costa il gas? È alle stelle. E chi ha uno stipendio di 250 euro come fa a pagare le bollette?»