Incendi a Los Angeles, colpa dei fuochi d’artificio di Capodanno?
Un rogo provocato da fuochi d’artificio sulle montagne di Santa Monica nella notte di Capodanno potrebbe essere stato la miccia del gigantesco incendio scoppiato sei giorni più tardi a Pacific Palisades, quartiere di Los Angeles. Lo rivela il Washington Post, citando un'analisi di immagini satellitari, testimonianze e comunicazioni dei pompieri. Il fenomeno, noto come «reignizione», può verificarsi quando venti intensi ravvivano focolai sotterranei rimasti latenti. E il Palisades Fire ha guadagnato terreno proprio a causa dei forti venti di Santa Ana.
Stando al racconto del Washington Post, nelle prime ore di Capodanno i pompieri erano intervenuti per un incendio in lenta diffusione nella zona di Pacific Palisades. Incendio che inizialmente si era esteso su un'area di tre o quattro acri di fitta vegetazione ed era stato attribuito dai residenti ai fuochi d'artificio. Il rogo era stato contenuto in circa quattro ore, grazie e elicotteri e all'intervento delle squadre a terra.
Ebbene. Alcuni esperti ipotizzano che i resti dell'incendio – chiamato «di Lachman» – possano aver ripreso vigore nei giorni successivi. Nonostante i rischi noti, scrive il giornale, il Los Angeles Fire Department (il dipartimento dei Vigili del Fuoco) non ha pattugliato il sito, pratica che comunque non rientra nel protocollo.
Jacob Bendix, professore emerito di geografia e ambiente alla Syracuse University, ha evidenziato la possibilità che resti fumanti dell'incendio potessero persistere, specialmente in assenza di pioggia. Le sue ricerche indicano che un incendio può covare sotto la superficie fino a 10 giorni prima di riaccendersi in presenza di condizioni favorevoli, come venti forti. Anche Michael Gollner, esperto di comportamento degli incendi, ha osservato che le riaccensioni causate dal meteo sono comuni dopo un incendio. Tuttavia, ha sottolineato la necessità di ulteriori indagini per valutare la quantità di combustibile residuo e altri fattori esterni che potrebbero aver contribuito alla ripresa del rogo.
Le fiamme che tutt’ora bruciano a Los Angeles si sono sviluppate martedì 7 gennaio, esattamente nella stessa zona dove pochi giorni prima era divampato l’incendio precedente: un tratto di Temescal Ridge nelle montagne di Santa Monica. Il Washington Post ha identificato la «cicatrice» dell’incendio di Capodanno utilizzando immagini satellitari a contrasto scattate prima e dopo il passaggio del fuoco. La tecnica traccia i cambiamenti della vegetazione (quella sana appare rossa, il terreno bruciato vira dal blu al marrone) ed evidenzia che il fumo del secondo incendio è apparso per la prima volta proprio dove il primo era stato spento (l'origine del fumo si sovrappone alla cicatrice dell'ustione dell'incendio di Lachman). Il resto lo avrebbero fatto i forti venti e la siccità.
Danni miliardari
La società di previsioni meteorologiche AccuWeather stima i danni totali e le perdite economiche causati dagli incendi di Los Angeles a una cifra compresa tra 250 e 275 miliardi di dollari. Una cifra superiore a quella dei mortali incendi di Maui del 2023, con danni stimati tra i 13 e i 16 miliardi di dollari e alla stima di danni e perdite economiche stimata tra i 225 e i 250 miliardi di dollari dopo l'uragano Helene dello scorso anno. «Questo è già uno dei peggiori incendi boschivi nella storia della California», ha affermato Jonathan Porter, il meteorologo capo della società.