Incendio nel resort sulla neve in Turchia: «Sembrava l'apocalisse»
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È un giorno nero per la Turchia. Nelle ultime ore, si è aggravato il bilancio delle vittime dell'incendio che, nella notte tra lunedì e martedì, ha devastato un resort nella località sciistica di Kartalkaya (Seben). Sono 76, secondo gli ultimi aggiornamenti, le persone che hanno perso la vita tra le fiamme. Altri 51, ancora, i feriti. Secondo il ministro della Salute Kemal Memisoglu, uno di loro si trova ancora in gravi condizioni in cura in terapia intensiva, mentre altre 17 persone sono state dimesse. Al momento, le squadre di ricerca e soccorso sono ancora alla ricerca di eventuali corpi rimasti sepolti dalle macerie. Quando è scoppiato l'incendio, attorno alle 03:30 di notte (ore locali), nella struttura erano presenti 234 persone. L'albergo era molto affollato, complice anche il periodo di vacanza.
Al contempo, prosegue l'identificazione delle vittime. Tra di loro, secondo i primi risultati delle autopsie, ci sarebbero numerosi bambini e ragazzi. Molte delle vittime, inoltre, sarebbero membri appartenenti alle stesse famiglie.
Nel Paese, oggi, è in corso una giornata di lutto nazionale. Tutte le bandiere degli edifici governativi sono state abbassate a mezz'asta. Nel frattempo, sono state avviate indagini per chiarire cosa abbia causato l'incendio. Secondo le prime ricostruzioni, il fuoco potrebbe avere avuto origine nella sezione ristorante del quarto piano dell'hotel. Da qui, si sarebbe poi propagato, rapidamente, ai piani superiori.
Nel mentre, però, si diffondono notizie «contrastanti sul rispetto degli standard di sicurezza del resort». Motivo per cui, in questa fase iniziale, sono state arrestate nove persone, tra cui il proprietario della struttura. Secondo quanto emerso dalle indagini, l'hotel era stato ispezionato l'ultima volta nel 2024. Secondo il ministro del turismo turco, prima dell'incendio non si erano mai verificati problemi in merito alla sicurezza antincendio della struttura. Informazioni, queste, in contrasto con quelle fornite dall'Unione delle Camere degli Ingegneri e degli Architetti, che, diversamente, ha spiegato come, secondo le normative, fosse necessario introdurre un sistema di estinzione automatico delle fiamme. Sistema che, analizzando le fotografie della struttura, sembra non fosse stato ancora installato.
Non solo. Ascoltando le testimonianze di alcuni sopravvissuti sono emerse ulteriori perplessità, in particolare riguardo al sistema d'allarme che molti ospiti non avrebbero sentito. Come dichiarato da alcuni esperti alla BBC, in un hotel in cui i sistemi antincendio funzionavano correttamente non si sarebbero mai potuto registrare un numero così alto di vittime. Inoltre, secondo alcuni sopravvissuti, l'odore di fumo avrebbe iniziato a diffondersi per la struttura già un'ora prima che divampassero le fiamme.
«Siamo in preda a un dolore profondo», ha dichiarato ai giornalisti il ministro degli interni turco, Ali Yerlikaya, dopo aver ispezionato ciò che resta dell'hotel. «Ma sappiate che chiunque sia responsabile di questo dolore non sfuggirà alla giustizia». Un pensiero condiviso anche dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che dopo la visita a Bolu ha dichiarato, a sua volta, che «i responsabili della negligenza che ha causato l'incendio «saranno chiamati a risponderne». Il governo, dal canto suo, ha nominato sei procuratori per condurre un'indagine sull'accaduto. Nove persone, come detto, sono state arrestate come parte dell'indagine.
Resta, dunque, da capire chi abbia ispezionato i sistemi antincendio della struttura. Secondo quanto dichiarato dal sindaco di Bolu, Tanju Ozcan, il responsabile sarebbe dovuto essere il ministero del turismo, in quanto l'hotel si trova oltre i confini della città. Il sindaco, inoltre, ha riferito che l'ultima volta che il comune di Bolu ha rilasciato un rapporto che attestava che l'hotel fosse ignifugo risale al 2007. Quasi vent'anni fa. Da quel momento, secondo Ozcan, non sarebbero più stati effettuati controlli di questo. Dall'altra parte, Mehmet Nuri Ersoy, responsabile della cultura e del turismo, ha dichiarato che il resort era in possesso di «un certificato di idoneità antincendio rilasciato dai vigili del fuoco», a cui spettava il compito di ispezionare la struttura. Stabilire, dunque, di chi sia la responsabilità di quanto accaduto sarà una faccenda piuttosto complessa.
«Sembrava l'apocalisse»
I testimoni che hanno assistito alla tragedia, intanto, raccontano di scene terrificanti. «È stato come l'apocalisse. Le fiamme hanno avvolto il resort immediatamente, ci è voluta solo mezz'ora», ha dichiarato a Reuters Mevlut Ozer. Oggi, le immagini di ciò che resta della struttura sono raccapriccianti. Mentre numerosi camion di pompieri e ambulanze circondano l'edificio, ormai carbonizzato, dalle finestre penzolano ancora le lenzuola che alcuni ospiti hanno provato a legare insieme, nel tentativo di fuggire dalle finestre. «Tutte le persone hanno iniziato a saltare in preda al panico. Un mio amico si è lanciato dall'11. piano. Che Dio abbia pietà di lui», ha raccontato Omer Sakrak, un altro testimone e dipendente di un hotel vicino. «Molti hanno provato a scappare usando le lenzuola. Che però si sono strappate, quando un altro mio amico ha provato a fuggire... e sfortunatamente è caduto sulla testa». Descrizioni di attimi di puro terrore, di angoscia, di dolore.