Guerra

«Incolpano Hamas, ma le prove indicano che è stato Israele a bombardare l'ospedale Al-Shifa»

Stando alle analisi del New York Times, non solo sarebbe stato Israele, ma avrebbe colpito i piani alti della struttura (tra cui il reparto maternità), e non i sotterranei dove si nasconderebbero i membri di Hamas
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Michele Montanari
15.11.2023 09:00

L’ospedale Al-Shifa, il più grande complesso medico di Gaza, assediato dall’esercito israeliano in queste ore, sarebbe stato bombardato dalle forze armate dello Stato ebraico e non colpito per errore da un razzo di «militanti palestinesi». Lo scrive il New York Times, dopo aver fatto analizzare da esperti le immagini dei resti degli armamenti utilizzati. Poco dopo l’una di notte di venerdì scorso, mentre infuriavano i combattimenti tra le forze israeliane e i militanti di Hamas, un proiettile si è schiantato al centro del cortile dell’ospedale Al-Shifa, luogo che ospita migliaia di sfollati palestinesi.

Quello, riferisce il NYT, è stato solo il primo di almeno quattro attacchi avvenuti venerdì scorso contro l’ospedale. Il direttore di Al-Shifa, il dottor Mohammed Abu Salmiya, ha fatto sapere che sette persone sono state uccise e molte altre sono rimaste ferite. Sono numerosi i filmati che mostrano i civili feriti, morti o terrorizzati all'interno della struttura.

Qualche ora dopo, l’esercito israeliano ha incolpato non meglio specificati «militanti palestinesi», che avrebbero fallito il tentativo di colpire le truppe israeliane schierate nelle vicinanze della struttura ospedaliera. Almeno tre colpi andati a segno sulla struttura, però, sembrano essere israeliani, stando alle analisi degli esperti. Non è chiaro se Israele abbia sparato sull'ospedale intenzionalmente o accidentalmente.

Oltre ai resti dei proiettili, alcuni video mostrano almeno tre colpi esplosivi lanciati contro l'ospedale da nord e da sud: i filmati smentirebbero la traiettoria - da ovest - «indicata dai radar» rilasciata dall'esercito israeliano. L’analisi delle immagini satellitari ha confermato la presenza di soldati dello Stato ebraico a nord e a sud dell'ospedale. Gli attacchi, inoltre, non sembrano aver preso di mira infrastrutture sotterranee, dove secondo Israele si nascondono i militanti del gruppo islamista, ma i piani superiori dell’ospedale, tra cui  - per due volte - il reparto maternità.

L’ONU, diverse ONG per i diritti umani e i leader politici, tra cui il presidente USA Joe Biden, stanno chiedendo da giorni a Israele di non prendere di mira strutture ospedaliere, ma lo Stato ebraico sostiene di avere le prove che nei sotterranei dei nosocomi di Gaza si nascondano i militanti di Hamas. I funzionari dell'ospedale Al-Shifa hanno sempre negato che il gruppo islamista stia operando lì, sottolineando che  i pazienti continuano a morire per mancanza di acqua, cibo, carburante e materiale medico.

Inoltre, l'ospedale sembrava sovraffollato quando è stato colpito. Dall’inizio della guerra, le strutture sanitarie di Gaza vengono utilizzate non solo per curare i feriti, ma anche per dare rifugio a migliaia di sfollati. Lo stesso avviene negli edifici dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione (UNRWA): anche questi – secondo l’ONU – sarebbero stati ripetutamente colpiti da Israele.

L’esercito ha rifiutato di commentare le prove presentate dal NYT, affermando che i soldati sono impegnati in un’intensa battaglia contro Hamas e che a causa delle «attività militari attualmente in corso, non siamo in grado di rispondere o confermare domande specifiche».

Medici Senza Frontiere, citando uno dei membri dello staff dell'ospedale, ha denunciato come molti civili, a causa degli attacchi, abbandonino le strutture sanitarie. Questo sarebbe ancora più pericoloso, perché nelle strade si spara a vista d'occhio.

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