Tensioni

Inondazioni in Corea del Nord, Pyongyang accusa Seul di disinformazione

Kim Jong-un accusa «i media spazzatura sudcoreani» di aver rovinato l'immagine del Nord esagerando sul numero di vittime del maltempo che ha colpito la regione nord-occidentale del Paese
© Korean Central News Agency/Korea News Service via AP, File
Red. Online
04.08.2024 09:00

Che tra Corea del Nord e Corea del Sud non scorra buon sangue è risaputo. Le tensioni tra i due Paesi, insomma, sono all'ordine del giorno. E l'ultima di queste ha a che fare con la presunta «disinformazione» di Seul in merito alle inondazioni che hanno colpito la nazione di Kim Jong-un. Il leader nordcoreano, infatti, ha accusato i «media spazzatura sudcoreani» di aver «rovinato l'immagine del Nord», in particolare esagerando sul numero di vittime del maltempo che ha colpito la regione nord-occidentale del Paese. Lasciando intendere, inoltre, di non aver alcuna intenzione di accettare l'offerta di aiuti di Seul.

Ma andiamo con ordine. Negli scorsi giorni, secondo quanto si legge sull'Associated Press, più di 5.000 persone sono rimaste isolate a seguito delle inondazioni che hanno colpito la Corea del Nord. Per salvare, è stato necessario intervenire con un ponte aereo e con numerose operazioni di evacuazione. All'origine del disastro, ci sono forti piogge estive che hanno causato l'ingrossamento di un fiume al confine con la Cina.

Fino ad ora, i media statali nordcoreani hanno dichiarato che, a causa delle piogge, sono state allagate 4.100 case, moltissimi campi agricoli e numerosi edifici pubblici, oltre che strade e ferrovie, in particolare nella città di Sinuiju e di Uiju. Tuttavia, la Korean Central News Agency, l'agenzia di stampa ufficiale del Paese, non ha fatto alcuna parola sui decessi o sull'entità dei danni causati dall'alluvione. Ci ha pensato, piuttosto, Seul. I media sudcoreani, infatti, hanno rivelato che a causa delle inondazioni sarebbero morte tra le 1.000 e le 1.500 persone. Una rivelazione che, neanche a dirlo, Pyongyang non ha digerito. E che Kim Jong-un ha prontamente smentito. 

Durante una visita a un'unità di elicotteri dell'areonautica militare, nella quale ha elogiato le truppe per aver aiutato a salvare la popolazione dal maltempo, il leader nordcoreano non ha perso l'occasione per smentire le notizie riportate dalla vicina Corea del Sud. Giudicando i resoconti descritti dai media come «parte di una violenta campagna diffamatoria» e sottolineando come il Sud sia un «nemico immutabile». 

Non è tutto. Oltre al numero di morti, Seul ha rivelato che durante le missioni di salvataggio si sarebbero verificati anche numerosi incidenti di elicotteri. Tra cui, va da sé, ci sarebbero state altre vittime. Un'informazione, anche questa volta, prontamente smentita dal leader nordcoreano, che, dal canto suo, ha parlato di «miracolo», descrivendo l'assenza di vittime nella zona di Sinuiju e lodando il lavoro dell'aeronautica, che avrebbe portato a termine «con successo» tutte le missioni di salvataggio in cui è stata impegnata. 

Nonostante le tensioni, però, come detto, il governo sudcoreano, giovedì, si è offerto di inviare aiuti umanitari al Nord, per accelerare i tempi di ripresa della popolazione, dopo il disastro che ha colpito il Paese. Un gesto di solidarietà che, più o meno indirettamente, Kim Jong-un ha rifiutato, come accaduto nel 2022 durante la pandemia di Covid-19. 

Aiuto dalla Russia

Decisamente più gradito, a Pyongyang, l'aiuto offerto dal presidente russo Vladimir Putin, un alleato sempre più stretto di Kim. Putin ha offerto le sue condoglianze all'omologo nordcoreano per le devastanti inondazioni. La Corea del Nord, da parte sua, ha dichiarato che Putin ha anche offerto «un immediato sostegno umanitario» a Pyongyang e Kim ha risposto di «sentire profondamente l'emozione speciale nei confronti di un vero amico».