Guerra

«Inviati altri 3 mila nordcoreani in Russia»: per gli ucraini è stato un massacro nel Kursk?

Secondo l'esercito sudcoreano, Pyongyang avrebbe inviato ancora migliaia di soldati e ulteriori armamenti: le truppe di Kiev difendono un lembo di terra vicino al confine, mentre il Cremlino parla di 69 mila ucraini morti o feriti
©Alexei Nikolsky
Michele Montanari
27.03.2025 15:45

Mentre gli ucraini sono prossimi alla sconfitta nella regione russa di Kursk, sembra che la Corea del Nord abbia inviato altri 3 mila soldati per dare manforte alle truppe di Vladimir Putin. L'eennesima prova di come Pyongyang stia aiutando Mosca, con uomini e armamenti, per schiacciare Kiev.

La notizia è stata diffusa quest’oggi dall’agenzia sudcoreana Yonhap, la quale cita fonti dell’esercito, spiegando che «la valutazione è stata effettuata in un contesto di preoccupazione per il fatto che il crescente allineamento militare tra Corea del Nord e Russia potrebbe indurre Mosca a trasferire tecnologie militari avanzate a Pyongyang in cambio dello spiegamento di truppe. Lo Stato maggiore congiunto (JCS) di Seul ha evidenziato che «dei circa 11 mila soldati nordcoreani inviati in Russia, sono state registrate 4 mila vittime e pare che siano stati dispiegati altri 3 mila uomini o più tra gennaio e febbraio». Un ulteriore iniezione di soldati asiatici nell'esercito di Putin, proprio mentre il ministro degli Esteri di Mosca Andrey Rudenko ha fatto sapere che sono iniziati i preparativi per una visita del leader Kim Jong Un in Russia.

Pyongyang, nelle scorse settimane, avrebbe pure inviato una «quantità significativa» di missili balistici a corto raggio e circa 220 pezzi di obici semoventi da 170 millimetri, nonché lanciarazzi multipli da 240 millimetri. Il National Intelligence Service (NIS), l’agenzia di spionaggio della Corea del Sud, alla fine di febbraio aveva annunciato il dispiegamento di ulteriori truppe di Pyongyang a supporto dei soldati operativi nella regione di Kursk. Il NIS aveva evidenziato che «dopo una pausa durata circa un mese, le truppe nordcoreane sono state di nuovo schierate nella regione del fronte di Kursk a partire dalla prima settimana di febbraio».

Il dispiegamento dei nordcoreani a supporto delle truppe di Putin è sempre stato messo in discussione dai propagandisti russi, nonostante Kiev sia riuscita a catturare e interrogare almeno due soldati. Inoltre, la CNN ha diffuso un'analisi delle immagini satellitari effettuata dal James Martin Center for Nonproliferation Studies, un think tank affiliato al californiano Middlebury Institute of International Studies, che mostrano almeno due imbarcazioni militari russe in viaggio tra i due Paesi per trasferire i soldati nordcoreani in un porto militare a Dunai, nell'estremo oriente russo, tra ottobre e novembre del 2024. Corea del Nord e Russia hanno sempre negato qualsiasi accordo sugli armamenti e sull'invio di soldati, nonostante Kim Jong Un e Vladimir Putin abbiano rafforzato i legami in materia di sicurezza, da quando lo scorso hanno firmato un patto di difesa storico, impegnandosi a utilizzare tutti i mezzi disponibili per fornire assistenza militare immediata nel caso di attacchi esterni.

Il principale consigliere per la sicurezza del capo del Cremlino, Sergei Shoigu, ha incontrato il leader nordcoreano la scorsa settimana a Pyongyang, un’occasione per trasmettere «i più calorosi auguri e saluti» di Putin, il quale «presta la massima attenzione sull'attuazione degli accordi raggiunti» con Kim, secondo l’agenzia di stampa russa TASS.

Armi, soldati ed esperienza in guerra

Gli Stati Uniti hanno più volte avvertito che la Russia potrebbe essere vicina alla condivisione di tecnologie spaziali e satellitari avanzate con la Corea del Nord, oltre all'equipaggiamento militare e all'addestramento che sta già fornendo, in cambio del sostegno di Pyongyang alla guerra in Ucraina.

Le truppe nordcoreane dispiegate nel Kursk avrebbero acquisito esperienza sul campo di battaglia dopo una fase iniziale di grande difficoltà contro i droni ucraini. Alyona Getmanchuk, direttrice del New Europe Center di Kiev, durante un forum al Goethe Institute di Seul ha spiegato che gli uomini di Kim «sono arrivati ​​completamente impreparati, ma hanno imparato molto rapidamente e sono più efficaci nella guerra moderna e ad alta tecnologia». Getmanchuk ha poi aggiunto che i loro missili balistici sono più potenti e precisi rispetto al 2024, perché «testati in reali condizioni di battaglia». Secondo Kiev, nei primi mesi di quest'anno i vettori nordcoreani KN-23, KN-23A e KN-24 hanno sempre colpito entro 50-100 metri dall'obiettivo designato.

I nordcoreani sono stati descritti dai soldati ucraini come resistenti e determinati, tant’è che alcuni di loro sarebbero arrivati a suicidarsi facendo esplodere granate piuttosto che essere catturati dalle forze di Kiev. Questo perché, secondo gli esperti di sudest asiatico, tornare in patria dopo essersi arresi al nemico rappresenterebbe un destino ben peggiore della morte sul campo di battaglia.

Stando a fonti ufficiali statunitensi, dall'inizio della guerra, la Pyongyang avrebbe inviato in Russia migliaia di container pieni di munizioni e materiale bellico, con le forze di Mosca che hanno lanciato più volte missili di fabbricazione nordcoreana sull'Ucraina. In cambio degli armamenti e dei soldati, Mosca avrebbe fornito al partner asiatico principalmente carbone, petrolio, cibo e medicine.

Nella regione russa di Kursk, dopo 7 mesi dall’assalto a sorpresa delle truppe di Zelensky, la Russia è ormai prossima all’espulsione degli ultimi ucraini dal suo territorio, puntando verso la regione oltreconfine di Sumy, già bombardata e fonte di preoccupazione per Kiev, in quanto un’avanzata dei russi potrebbe aprire un nuovo fronte di battaglia mentre nel Donbass la situazione resta critica. Nel Kursk, riferiscono gli inviati della Reuters, le sirene antiaeree sono diventate una colonna sonora costante: la zona è stata pesantemente minata e i droni di entrambi gli schieramenti attaccano senza sosta, giorno e notte.

È stato un massacro?

Le forze ucraine hanno fatto irruzione nella regione russa di confine il 6 agosto del 2024, supportate da sciami di droni e armamenti occidentali pesanti, e hanno rapidamente conquistato quasi 1.400 kmq di territorio. Nel giro di qualche mese, però, l'area sotto il controllo di Kiev si è ridotta notevolmente e ora i soldati di Zelensky sono ammassati in un lembo di terra a ridosso del confine. L'ultima mappa del campo di battaglia di DeepState, un sito ucraino che traccia le linee del fronte sulla base di dati open source, ha mostrato che al 23 marzo Kiev controllava soltanto 81 kmq di territorio russo, mentre Mosca controlla 113 mila kmq in Ucraina, ovvero circa il 20% del territorio.

Diversi analisti citati dal New York Times hanno descritto l'operazione nel Kursk come un «azzardo inutile», poiché ha causato pesanti perdite e messo a dura prova le truppe ucraine, in un momento in cui, queste, stavano già lottando per contenere l’avanzata di Mosca nella parte orientale del Paese. La BBC ha raccolto le testimoniante degli ucraini sconfitti e fuggiti da Sudzha, la città cardine della loro operazione, i quali hanno parlato di scene da «film dell'orrore» e di un ritiro «catastrofico», tra gli attacchi dei droni nemici e la mancanza di munizioni per difendersi.

Con l’arrivo dei nordcoreani e di nuovi armamenti, senza contare poi lo stop di una settimana al servizio di intelligence USA ordinato da Donald Trump, la situazione nel territorio russo è precipitata. Secondo il Cremlino, tra morti e feriti, Kiev avrebbe perso 69.700 soldati nel Kursk. Mosca parla di un massacro, anche se l’Ucraina non ha mai confermato questa cifra, né fornito ulteriori informazioni.  

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