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Irlanda, Norvegia e Spagna riconoscono lo Stato palestinese

L'annuncio dei rispettivi premier in conferenza stampa – La rabbia di Israele: «Questa parata della stupidità non ci scoraggia» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Irlanda, Norvegia e Spagna riconoscono lo Stato palestinese
Red. Online
22.05.2024 06:38
21:01
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Gli USA trattano con l'UE per la gestione del valico di Rafah

L'amministrazione Biden è in trattative con un'organizzazione della Ue per garantire l'apertura del valico di frontiera di Rafah a Gaza dopo l'offensiva israeliana. Lo rivela Politico citando due fonti, tra cui un alto dirigente dell'amministrazione Usa.

Per superare il braccio di ferro tra Israele ed Egitto, Washington propone di coinvolgere una terza parte neutrale: la missione di assistenza alle frontiere dell'Unione europea al valico di Rafah. L'organizzazione precedentemente operava al confine di Gaza, ma ha sospeso le sue operazioni nel 2007 dopo che Hamas ha preso il controllo della Striscia.

18:09
18:09
Netanyahu: «Lo Stato di Palestina una ricompensa al terrorismo»

«L'intenzione di diversi paesi europei di riconoscere uno Stato palestinese è una ricompensa per il terrorismo». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che «l'80% dei palestinesi in Giudea e Samaria (Cisgiordania, ndr) sostiene il terribile massacro del 7 ottobre».

«A questo male - ha denunciato - non bisogna dare un paese. Questo sarà uno Stato terrorista, tenterà di ripetere continuamente il massacro del 7 ottobre. Un premio al terrorismo non porterà la pace e non ci impedirà nemmeno di sconfiggere Hamas».

18:09
18:09
Diffuso video soldatesse rapite da Hamas: «Vi schiacceremo»

Le tv israeliane hanno trasmesso il video del rapimento delle 5 soldatesse israeliane rapite dal kibbutz di Nahal Oz il 7 ottobre la cui diffusione è stata autorizzata dal Forum delle famiglie degli ostaggi. Nelle terribili immagini si vedono, attorniate dai miliziani di Hamas, Liri Elbag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniela Gilboa e Naama Levy appena catturate e sanguinanti.

Vengono ammanettate, fatte sedere sotto minaccia delle armi, condotte su una jeep e portate nella Striscia. Una delle frasi ripetute dai terroristi di Hamas è «cani, vi schiacceremo tutti» e ancora «siete belle sioniste». Le 5 sono ancora prigioniere a Gaza.

Il Forum delle famiglie ha sottolineato di aver autorizzato la diffusione del video per sollecitare l'immediata ripresa dei negoziati sul rilascio degli ostaggi. «Il governo israeliano - ha sostenuto - non deve perdere un minuto di tempo in più, deve ritornare al tavolo negoziale oggi».

15:46
15:46
Gli aiuti del molo a Gaza non sono ancora stati consegnati

Nessuno degli aiuti che sono stati scaricati dal molo temporaneo costruito dagli Usa al largo della costa di Gaza è stato consegnato alla popolazione palestinese: lo ha ammesso il portavoce del Pentagono Pat Ryder spiegando che gli Stati Uniti stanno lavorando con Israele e le Nazioni Unite per stabilire «percorsi alternativi» per la consegna sicura delle 569 tonnellate di aiuti dopo che folle di disperati hanno intercettato nel fine settimana i primi camion provenienti dal molo. Da ieri, ha riferito, si è cominciato a trasferire gli aiuti in magazzini in attesa di distribuirli quando saranno risolti i problemi di sicurezza.

15:46
15:46
Gli USA: «La Palestina non si riconosce in modo unilaterale»

Lo Stato palestinese dovrebbe essere riconosciuto attraverso trattative non in modo «unilaterale». Lo afferma un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca alla Cnn in merito all'annuncio di Spagna, Irlanda e Norvegia di riconoscere lo Stato palestinese.

«Il presidente è un sostenitore di una soluzione a due Stati e lo è stato per tutta la sua carriera» ma «crede che uno Stato palestinese dovrebbe essere realizzato tramite trattative dirette fra le parti e non tramite un riconoscimento unilaterale», ha spiegato.

15:33
15:33
Egitto: «Il riconoscimento della Palestina un passo apprezzato»

«L'Egitto accoglie con favore la decisione di Norvegia, Irlanda e Spagna di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina»: lo afferma una dichiarazione del ministero degli Esteri del Cairo, definendo l'iniziativa «un passo apprezzato che sostiene gli sforzi internazionali volti a creare un orizzonte politico che porti alla creazione di uno stato palestinese indipendente ai confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale».

L'Egitto ha poi invitato «i Paesi che non hanno ancora compiuto questo passo ad avanzare verso il riconoscimento dello Stato di Palestina, al fine di sostenere i valori di giustizia ed equità e di sostenere i diritti legittimi del popolo palestinese che ha sofferto a causa dell'attacco israeliano una occupazione per più di settant'anni e per consentire loro di stabilire il proprio stato indipendente».

Ha quindi rinnovato l'appello al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e ai membri in esso più influenti, ad «un intervento immediato per preservare i diritti del popolo palestinese», «per affrontare con la necessaria responsabilità le pericolose condizioni umanitarie testimoniate nella Striscia di Gaza, e per fermare gli attacchi militari israeliani nella Striscia, soprattutto nella città palestinese di Rafah».

15:17
15:17
Hamas aggiorna a 35.709 il bilancio dei morti a Gaza

Il ministero della Sanità di Hamas ha aggiornato a 35.709 morti il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra tra Israele e il movimento islamico palestinese il 7 ottobre scorso.

In 24 ore sono stati registrati altri 62 morti, secondo il ministero che riporta anche il numero dei feriti, pari a 79.990, in oltre sette mesi di guerra.

15:00
15:00
Israele autorizza il ritorno dei coloni in tre insediamenti in Cisgiordania

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dato istruzioni per consentire agli israeliani di entrare in un'area della Cisgiordania del nord dove era stato loro vietato l'ingresso dal disimpegno del 2005, ordinato dall'allora premier Ariel Sharon. Si tratta di 3 insediamenti ebraici in Cisgiordania sui 4 nei quali all'epoca Sharon - insieme al ritiro da Gaza - impose il divieto e le cui strutture furono parzialmente distrutte.

La mossa di Gallant fa seguito ad una mozione approvata alla Knesset lo scorso anno che annulla quegli ordini.

L'ong israeliana «Peace now» - nel timore che la mossa di Gallant possa favorire nuovi insediamenti ebraici in Cisgiordania - ha denunciato che «l'ultima cosa di cui Israele ha bisogno sono insediamenti più isolati e non necessari, che rappresenteranno un peso per la sicurezza».

12:39
12:39
«La richiesta della CPI è senza basi»

Il procuratore generale di Israele Gali Baharav-Miara e il procuratore di Stato Amit Aisman hanno definito «senza basi» la richiesta del procuratore della Cpi Karim Khan di mandati di arresto nei confronti del premier Benjamin Netanyahu e del ministro della Difesa Yoav Gallant.

I due maggiori magistrati israeliani hanno sostenuto di aver esaminato tutte le accuse di violazioni della legga da parte di Khan e che la Cpi non ha l'autorità di indagare e incriminare leader israeliani. «Le forze di sicurezza, inclusa l'Idf - ha detto in una nota congiunta - combattono la guerra nel pieno rispetto delle regole del diritto internazionale».

12:15
12:15
«Riconoscere la Palestina non è tabù, ma non è il momento»

Il riconoscimento dello Stato palestinese «non è un tabù», ma ora non è il momento giusto: lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, in una dichiarazione all'agenzia Afp.

Il riconoscimento di uno Stato di Palestina «non è un tabù per la Francia», ma Parigi ritiene che non ci siano le condizioni «in questo momento affinché questa decisione abbia un impatto reale» sul processo che punta alla soluzione a due Stati.

«Questa decisione - è il commento del ministro Séjourné - deve essere utile, cioè consentire un passo avanti decisivo sul piano politico». «In questa prospettiva, deve essere adottata al momento giusto affinché ci sia un prima e un dopo», ha aggiunto.

11:40
11:40
«Il 2023 annus horribilis per le vittime civili»

I conflitti armati hanno ucciso l'anno scorso 33'000 civili a livello globale, il 72% in più rispetto al 2022: lo hanno reso noto le Nazioni Unite, che hanno definito il 2023 un 'annus horribilis'.

Sebbene le cifre effettive siano «probabilmente più alte», ha dichiarato Joyce Msuya, vice coordinatrice dei soccorsi delle Nazioni Unite, ai membri del Consiglio di sicurezza, i danni e le sofferenze causati ai civili nel 2023 «segnalano un'allarmante mancanza di rispetto per il diritto internazionale umanitario ed i diritti umani».

L'alta funzionaria Onu ha richiamato l'attenzione in particolare sulla situazione a Gaza, dove l'operazione militare israeliana in corso ha «provocato morte, distruzione e sofferenza a un ritmo e su una scala senza precedenti nel recente passato». Decine di migliaia di persone sono state uccise e ferite. Più del 75% della popolazione dell'enclave è stata costretta a fuggire e la carestia minaccia il territorio. «Migliaia di bambini sono stati uccisi e feriti in quella che è stata definita una 'guerra contro i bambini'», ha affermato Msuya.

Il panorama non è più confortante in Sudan, dove tra aprile e dicembre circa 12'260 persone sono state uccise e altre 33'000 sono rimaste ferite. In Ucraina, nel 2023, il numero di vittime civili causate da mine antiuomo e residuati bellici esplosivi è aumentato del 16%, con 116 civili uccisi e 383 feriti.

Nella Repubblica Democratica del Congo sono state segnalate più di 219'000 vittime, il Mali ha visto 1300 morti civili, mentre la Birmania ha registrato un'intensificazione degli scontri con attacchi aerei e bombardamenti che hanno colpito in particolare le aree urbane. Le violenze nel nord-est della Nigeria hanno causato la morte di 4533 civili e più di 1400 civili sono stati uccisi o feriti in Somalia. Il Sud Sudan ha riportato 1527 civili morti e 597 rapimenti, mentre la Siria ha riportato 556 civili morti.

11:39
11:39
Israele richiama anche l'ambasciatore a Madrid

Il ministro degli Esteri Israel Katz ha richiamato l'ambasciatore israeliano a Madrid dopo l'annuncio della Spagna sullo Stato palestinese.

Al contempo - ha fatto sapere il ministero degli Esteri - ha convocato gli inviati di Irlanda, Norvegia e Spagna stessa ai quali «sarà mostrato il video delle soldatesse israeliane rapite da Hamas».

«Hanno deciso di assegnare una medaglia d'oro agli assassini di Nazi Hamas, mostreremo loro - ha detto Katz - la decisione contorta presa dai loro governi».

11:26
11:26
«Dall'Europa un riconoscimento storico»

L'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) ha definito oggi «un momento storico» il riconoscimento di uno Stato palestinese da parte di Spagna, Irlanda e Norvegia.

Secondo l'Olp, questo passo «è la via per la stabilità, la sicurezza e la pace nella regione». «Il mondo libero trionfa dopo lunghi decenni di lotta nazionale palestinese, di sofferenza, di dolore, di razzismo, di omicidi, di oppressione, di abuso e di distruzione a cui il popolo palestinese è stato sottoposto», ha scritto su X il segretario generale del comitato esecutivo dell'organizzazione Hussein al-Sheikh.

10:28
10:28
«La coraggiosa resistenza palestinese ha spinto a riconoscere lo Stato palestinese»

Hamas ha affermato che la «coraggiosa resistenza palestinese» ha spinto Irlanda, Spagna e Norvegia a riconoscere lo Stato palestinese.

«È il risultato diretto della coraggiosa resistenza e della storica perseveranza del popolo palestinese e crediamo che questo sia un punto di svolta nella posizione internazionale sulla questione palestinese», ha dichiarato all'Afp Basem Naim, membro dell'ufficio politico del movimento islamico.

10:23
10:23
«Netanyahu mette a rischio la soluzione dei due Stati»

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu «mette in pericolo» la soluzione dei 'due Stati' e non ha «un progetto di pace», ma ha provocato con la sua politica solo «dolore e distruzione» nella Striscia di Gaza: lo ha detto oggi il premier spagnolo, Pedro Sanchez, nella sua audizione alla Camera.

«Questo riconoscimento non è contro Israele e il popolo di Israele, né a favore di Hamas», ha precisato Sanchez, che si è detto pronto «ad assumere le conseguenze» che potranno venire da Tel Aviv.

Il presidente del governo spagnolo ha spiegato che la decisione è stata concordata fra i due alleati del governo, Psoe e Sumar, «facendosi eco del sentire comune dei cittadini spagnoli». Sanchez ha assicurato: «Riconosceremo lo Stato della Palestina per pace, per coerenza e per giustizia».

L'annuncio è giunto in concomitanza con i riconoscimenti di uno Stato palestinese da parte dei primi ministri irlandese, Simon Harris, e Jonas Gahr Støre, con i quali il premier spagnolo aveva concordato un'azione congiunta. «Il riconoscimento non è la fine. È solo l'inizio, e continueremo a fare pressione sulla comunità internazionale», perché si possa procedere verso la soluzione dei 'due Stati', ha sottolineato Sanchez.

09:34
09:34
L'Irlanda annuncia il riconoscimento dello Stato palestinese

L'Irlanda, come fatto da Norvegia e Spagna, annuncia ufficialmente il riconoscimento di uno Stato palestinese. Lo ha reso noto il primo ministro Simon Harris in conferenza stampa.

«Oggi Irlanda, Norvegia e Spagna annunciano il riconoscimento dello Stato di Palestina», ha affermato Harris, salutando un «giorno storico e importante per l'Irlanda e la Palestina».

09:24
09:24
Anche la Spagna riconoscerà lo Stato palestinese

«La Spagna riconoscerà il prossimo 28 maggio lo Stato della Palestina». Lo ha annunciato oggi al Congresso il premier Pedro Sanchez.

Nell'audizione, Sanchez è chiamato a dare informazioni sulla situazione a Gaza, oltre a spiegazioni sull'attività della moglie, Begoña Gomez, dopo l'apertura di un'inchiesta preliminare da parte della sezione 41 istruttoria del Tribunale di Madrid, sulla base di un esposto presentato dal sedicente sindacato Manos Limpias.

09:21
09:21
Rabbia di Israele: «La parata della stupidità irlandese-norvegese non ci scoraggia»

Il ministro degli Esteri Israel Katz ha ordinato «l'immediato ritorno in Israele» degli ambasciatori in Irlanda e Norvegia «per consultazioni, alla luce della decisione di questi Paesi di annunciare il riconoscimento di uno Stato palestinese».

Katz ha denunciato che «Irlanda e Norvegia intendono inviare oggi un messaggio ai palestinesi e al mondo intero: il terrorismo paga».

Oslo, ha annunciato poco fa il primo ministro Jonas Gahr Støre, riconoscerà lo Stato palestinese dal 28 maggio. Dal canto loro, il primo ministro irlandese Simon Harris e il ministro degli Esteri Micheál Martin parleranno alla stampa stamattina e ci si attende che facciano lo stesso.

«Israele - ha detto Katz - non sarà compiacente con chi vuole minarne la sovranità e ne mettono in pericolo la sicurezza».

Il ministro ha poi ammonito che se la «Spagna realizzasse la sua intenzione di riconoscere uno Stato palestinese, un passo simile verrà fatto nei suoi confronti». Una comunicazione sul tema è infatti attesa, sempre per oggi, pure dal premier iberico Pedro Sanchez.

«La parata della stupidità irlandese-norvegese non ci scoraggia, siamo determinati a raggiungere i nostri obiettivi: restituire la sicurezza ai nostri cittadini con la rimozione di Hamas e il ritorno dei rapiti. Non esistono obiettivi - ha concluso - più giusti di questi.»

09:17
09:17
La Norvegia riconoscerà lo Stato palestinese dal 28 maggio

La Norvegia riconoscerà lo Stato palestinese dal 28 maggio: lo ha detto il primo ministro del Paese, Jonas Gahr Støre.

08:27
08:27
Ismail Haniyeh a Teheran per i funerali di Raisi

Ismail Haniyeh, il capo dell'ufficio politico di Hamas, si trova a Teheran, dove sta partecipando alla cerimonia di addio per Ebrahim Raisi, il presidente iraniano morto domenica dopo che l'elicottero sul quale viaggiava si è schiantato in un'area remota nel nord-ovest del Paese, vicino al confine con l'Azerbaigian.

Lo riporta Mehr, pubblicando un video in cui si vede Haniyeh che saluta il comandante in capo dell'Esercito iraniano, Abdolrahim Mousavi, mentre partecipa alla cerimonia. Decine di migliaia di iraniani si sono radunati nella capitale per il funerale, dove la Guida suprema, Ali Khamenei, guiderà le preghiere.

08:11
08:11
Anche la Norvegia è pronta a riconoscere lo Stato palestinese

La Norvegia è pronta riconoscere uno Stato palestinese, riporta l'emittente pubblica norvegese Nrk citando fonti vicine al governo.

Il ministro degli Esteri, Espen Barth Eide, e il primo ministro Jonas Gahr Store dovrebbero tenere una conferenza stampa in giornata per rendere l'annuncio ufficiale.

Come riportato in precedenza, oggi anche il governo irlandese dovrebbe annunciare il riconoscimento di uno Stato palestinese.

Ad oggi 140 su 193 Stati membri delle Nazioni Unite riconoscono la Palestina e la Svezia è l'unico Stato dell'Unione Europea ad averlo fatto nel 2014.

08:10
08:10
«Ucciso a Gaza fino al 35% dei miliziani di Hamas»

Secondo fonti dell'intelligence Usa è stato ucciso il 30-35% - quindi un terzo - dei miliziani di Hamas nella guerra a Gaza. Lo ha riferito - ripreso dai media israeliani - il quotidiano Usa Politico sul suo sito, secondo cui il 65% dei tunnel della fazione islamica è ancora intatto.

06:39
06:39
Il punto alle 6.30

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che dieci persone tra cui un neonato sono state uccise in un bombardamento israeliano che ha colpito stanotte la città di Zawaida, nel centro della Striscia di Gaza. Secondo l'emittente araba Al Jazeera, inoltre, almeno sei persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un attacco israeliano contro una casa nell'area di Bir al-Naja, nel nord dell'enclave.

Altre otto persone sono morte ieri pomeriggio in due raid di Israele sui quartieri Daraj e Tuffah della città di Gaza, ha riferito Wafa. Il bilancio delle vittime nella Striscia dal 7 ottobre è di almeno 35.647 morti e 79.852 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas.

Intanto, secondo l'agenzia di stampa Reuters, che cita una fonte vicina alla questione, il governo irlandese sarebbe pronto ad annunciare il riconoscimento di uno Stato palestinese, in una conferenza stampa che si terrà oggi. Ieri sera Dublino ha annunciato che il primo ministro Simon Harris e il ministro degli Esteri irlandese Micheál Martin parleranno stamattina ai media, senza specificare quale sarà l'argomento che affronteranno. Secondo alcuni media irlandesi come l'emittente pubblica Rte e il quotidiano Irish Times, la conferenza stampa di Harris e Martin prevista per oggi alle 8 ora locale sarà proprio l'occasione per Dublino di rendere pubblica la sua decisione in tal senso.

Il governo irlandese aveva dichiarato la scorsa settimana che riconoscerà «certamente» uno Stato palestinese entro la fine di maggio.