Il punto

Islanda: «Ci aspettiamo un'altra eruzione»

Sebbene l'eruzione della fessura di Sundhnúksgígar sia cessata, l'Ufficio meteorologico islandese rende attenti: «L'accumulo di magma continua senza sosta in altri punti: la probabilità di eruzione aumenta di giorno in giorno»
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Red. Online
23.12.2023 12:30

No, nelle zone di Grindavík, Islanda, l'allarme non è ancora rientrato. Non del tutto. Giovedì sera, l'Ufficio meteorologico islandese (IMO) ha segnalato su X che l'eruzione della fessura di Sundhnúksgígar, situata a circa 3 chilometri dalla cittadina islandese, «sembra essere giunta al termine». Immediatamente, l'eruzione (ne abbiamo parlato qui) era stata definita «particolarmente potente», ma in rapida diminuzione. Per questo, dopo aver sorvolato la zona dell'eruzione e non aver notato alcuna ulteriore attività eruttiva, l'IMO ha pubblicato un comunicato che ha spinto le autorità islandesi a declassare il livello di minaccia derivante da quel vulcano.

Il problema? Secondo il più recente aggiornamento IMO, un'altra eruzione potrebbe avvenire a breve, brevissimo. «Come annunciato giovedì», si legge in un comunicato dell'IMO, «l'eruzione della fessura di Sundhnúksgígar è terminata. Ciò indica una temporanea cessazione dell'attività eruttiva». Nelle ultime ore, sottolinea l'agenzia, «sono stati registrati quasi 90 terremoti nelle regioni di Grindavík, Sundhnúksgígar e Svartsengi. Nel complesso, i livelli di sismicità sono bassi ma variabili su base giornaliera». Quindi la cattiva notizia: «Secondo le misurazioni GPS e satellitari, il sollevamento del suolo nella regione di Svartsengi è stato evidente subito dopo l'inizio dell'eruzione, la sera del 18 dicembre. Le prime misurazioni mostrano che il tasso di sollevamento è maggiore rispetto a prima dell'eruzione. Ciò significa che l'accumulo di magma continua senza sosta sotto Svartsengi. Questo sviluppo porterà probabilmente a un'altra eruzione vulcanica. In caso di eruzione, la regione di origine più probabile è quella compresa tra Stóra-Skógfelle Hagafell. (...) La probabilità di un'eruzione aumenta di giorno in giorno».

In allerta da quasi due mesi

A Grindavík, paesino di 3.800 abitanti, l'allarme era risuonato già due mesi fa, quando una serie di scosse aveva aperto importanti crepe nelle strade locali. Le seguenti analisi, che avevano evidenziato l'avvicinarsi di un notevole accumulo di magma alla superficie, avevano spinto gli esperti – era l'11 novembre – a lanciare l'allarme: «L'eruzione vulcanica è imminente»: ciò aveva portato all'evacuazione non solo di Grindavík, ma anche della vicina e celebre Blue Lagoon, area geotermale frequentatissima dai turisti. Poi una pausa: per qualche settimana, il nulla. L'eruzione, alla fine, è arrivata solo il 18 dicembre quando, attorno alle 22 (ora locale), il vulcano ha cominciato a eruttare nei pressi di Hagafell, a nord di Grindavík.

Come detto, un'altra eruzione potrebbe arrivare ora nelle zone di Hagafell e Stóra-Skógfelle, a una manciata di chilometri dalla – in tempi normali – affollatissima Blue Lagoon.

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