Libano

Israele ancora contro l'UNIFIL: «Organizzazione inutile, fa da scudo a Hezbollah»

Dopo il premier Benjamin Netanyahu, anche il ministro dell'Energia Eli Cohen chiede alla forza militare dell'ONU di ritirarsi dal Libano meridionale
©Thaier Al-Sudani
Red. Online
14.10.2024 15:30

Israele torna alla carica contro la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite (UNIFIL), attiva nel Libano meridionale. Dopo gli attacchi alle strutture gestite dai peacekeeper dell’ONU, con il ferimento di alcuni di loro, quest’oggi il ministro dell'Energia israeliano Eli Cohen ha accusato l’UNIFIL di essere una forza «inutile».

Il politico dello Stato ebraico ha chiesto ai «caschi blu» di ritirarsi dal sud del Libano, in quanto incapaci di proteggere gli israeliani dagli attacchi di Hezbollah. «Lo Stato di Israele farà tutto il possibile per garantire la sicurezza dei suoi cittadini e, se l'ONU non può aiutare, almeno non dovrebbe interferire e spostare il suo personale dalle zone di combattimento», ha commentato Eli Cohen su X, mentre le truppe israeliane stanno avanzando nella zona, nel tentativo di distruggere le infrastrutture militari di Hezbollah.

Cohen ha poi aggiunto: «Queste forze non hanno contribuito in alcun modo al mantenimento della stabilità e della sicurezza nella regione, non hanno garantito l'applicazione delle risoluzioni ONU e fungono da scudo per Hezbollah». Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu, parlando di «scudi umani», ieri aveva chiesto il ritiro delle forze di peacekeeping rivolgendosi direttamente al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

Dopo gli attacchi di settimana scorsa, duramente condannati dalla comunità internazionale, ieri l'ONU ha fatto sapere che due carri armati israeliani Merkava hanno distrutto il cancello di ingresso e fatto irruzione in una base di UNIFIL a Ramiya. Nell'operazione 15 militari dell'ONU sono rimasti intossicati dal fumo.

Secondo l'UNIFIL, i precedenti attacchi israeliani a una torre di guardia, alle telecamere, ad apparecchiature di comunicazione e all'illuminazione hanno limitato le capacità di monitoraggio dell'organizzazione. Il timore dell’ONU, ora, è che qualsiasi violazione del diritto internazionale nel conflitto tra Israele e Hezbollah potrebbe essere impossibile da monitorare. Quest'oggi anche Josep Borrell, l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, si è unito al coro delle condanne, definendo gli attacchi di Israele «assolutamente inaccettabili».

Borrell ha rimproverato Netanyahu, sottolineando che l'UNIFIL è sotto il diretto comando del Consiglio di Sicurezza, non del segretario generale Guterres: «Voglio ricordare a tutti che non è il segretario generale delle Nazioni Unite a decidere se la missione deve rimanere o meno. È il Consiglio di sicurezza che deve prendere questo tipo di decisioni. Quindi smettetela di incolpare il segretario Guterres, perché è il Consiglio di sicurezza che prende questo tipo di decisioni, non lui personalmente».

I Paesi dell'UE, guidati da Italia, Francia e Spagna, hanno migliaia di soldati nella missione di mantenimento della pace nel Libano meridionale. Della missione fanno parte anche tre osservatori svizzeri disarmati.

Domenica l'esercito israeliano ha permesso ad alcuni giornalisti stranieri di visitare un tunnel di Hezbollah nel Libano meridionale situato a meno di 200 metri di distanza da una posizione dell'UNIFIL, nonché alcuni magazzini di armi nascosti. Secondo il generale Yiftach Norkin i tunnel sono stati costruiti alcuni anni fa «molto vicino all'ONU».