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Israele bombarda il Libano, Hezbollah risponde con 20 razzi

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Israele bombarda il Libano, Hezbollah risponde con 20 razzi
Red. Online
24.09.2024 06:33
08:37
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La Svizzera sconsiglia di recarsi in Libano e in Israele

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sconsiglia dal recarsi in Libano e in Israele. «Una feroce battaglia tra i fondamentalisti islamici Hezbollah e l'esercito israeliano si sta facendo sempre più incandescente nella regione, causando centinaia di morti».

«La situazione in Libano è insicura e pericolosa. Si raccomanda di non viaggiare» verso questo Paese mediorientale, si legge in una messaggio del DFAE diffuso ieri sera su X.

«Se vi trovate in Libano, lasciate il Paese con mezzi commerciali, se possibile». L'ambasciata svizzera a Beirut rimane aperta per un sostegno limitato.

I servizi di Ignazio Cassis sconsigliano pure di recarsi in Israele. «Un peggioramento della situazione è possibile in qualsiasi momento, ha scritto il DFAE. Il governo israeliano aveva precedentemente dichiarato uno »stato di emergenza speciale« per l'intero Paese.

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Il punto alle 06.00

L'emittente araba Al Jazeera afferma che almeno sei persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in bombardamenti israeliani che tra ieri sera e stanotte hanno colpito Khan Yunis e Deir al-Balah, rispettivamente nel sud e nel centro della Striscia di Gaza.  

Hezbollah ha lanciato stanotte circa 20 razzi dal Libano verso il nord di Israele, in tre salve separate. Lo rendono noto le Forze di difesa israeliane (Idf) citate dai media dello Stato ebraico, specificando che tutti i missili sono stati intercettati o sono caduti in aeree aperte. Il servizio medico d'emergenza israeliano Magen David Adom afferma che una delle sue ambulanze è stata danneggiata da schegge durante gli attacchi e che i suoi paramedici hanno soccorso persone rimaste ferite mentre correvano a cercare riparo o sotto shock in seguito alle allerte antimissile.

Le Brigate al-Qassam, l'ala armata di Hamas, affermano che il suo comandante sul campo nel Libano meridionale Hussein Mahmoud al-Nader è stato ucciso ieri in un attacco israeliano nel Paese dei cedri. Il gruppo islamista palestinese non specifica dove si è verificato il raid, ma in una dichiarazione pubblicata sul suo canale Telegram afferma che Nader proveniva da Marjayoun: una città del governatorato di Nabatieh, nel sud del Libano.

I jet da combattimento dell'Aeronautica militare israeliana (Iaf) hanno distrutto circa 1.600 di strutture di Hezbollah in diverse aree del Libano, hanno annunciato stanotte le Forze di difesa israeliane (Idf) aggiornando il precedente bilancio di 1.300 obiettivi colpiti in 24 ore. Nell'ultimo giorno centinaia di caccia dell'Iaf sotto la direzione Comando settentrionale hanno effettuato diverse ondate di attacchi nel sud del Libano e nella nordorientale Valle della Bekaa, spiegano le Idf citate dai media israeliani. Gli obiettivi distrutti - viene specificato - includevano lanciatori, centri di comando e strutture militari del movimento sciita appoggiato dall'Iran.

Il vicepresidente della Commissione europea e alto rappresentante UE per gli Affari esteri Josep Borrell ha detto che gli scontri crescenti tra Israele e Hezbollah minacciano di far precipitare il Medio Oriente in una guerra totale. «Posso dire che siamo quasi in una guerra a tutti gli effetti», ha detto Borrell a New York. «Stiamo assistendo a più attacchi militari, più danni, anche collaterali, più vittime», ha aggiunto l'alto rappresentate UE riferendosi ai combattimenti con il Libano. «Tutti devono mettere tutta la loro capacità per fermare» quanto sta accadendo, ha affermato Borrell. Riguardo alla Striscia di Gaza, il vicepresidente della Commissione europea ha detto che «nonostante tutta la capacità diplomatica dispiegata nulla è riuscito a fermare la guerra», e ha accusato entrambe le parti di «temporeggiare».

I ministri degli Esteri del G7 «hanno notato con profonda preoccupazione la tendenza all'escalation di violenza in Medio Oriente e le sue ripercussioni sulla stabilità regionale e sulle vite dei civili sconvolti da questo conflitto». È quanto si legge in una nota della presidenza italiana diffusa al termine della riunione presieduta dal vicepresidente Antonio Tajani. «I membri del G7 hanno ribadito il loro forte sostegno agli sforzi di mediazione in corso intrapresi da Stati Uniti, Egitto e Qatar per raggiungere una risoluzione tra le parti in conflitto a Gaza», prosegue la nota. «Hanno espresso preoccupazione per il livello senza precedenti di insicurezza alimentare che colpisce la maggior parte della popolazione nella Striscia di Gaza. Garantire un accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli in tutte le sue forme e attraverso tutti i punti di attraversamento pertinenti rimane una priorità assoluta - mette in evidenza la nota -. Hanno esortato tutte le parti a consentire la consegna senza ostacoli degli aiuti e ad assicurare la protezione degli operatori umanitari implementando correttamente misure di de-conflittualità.

Il gabinetto di sicurezza israeliano non ha preso nuove decisioni sul conflitto in Libano e rimane aperto alla de-escalation con Hezbollah, secondo i media dello Stato ebraico. Citando fonti a conoscenza delle deliberazioni di ieri sera, il sito di notizie Ynet riferisce che non è ancora chiaro se Israele si stia dirigendo verso una guerra totale contro i miliziani sciiti sostenuti dall'Iran: non sono state prese nuove decisioni durante la riunione e lo Stato ebraico rimane aperto alla de-escalation se Hezbollah sarà disposto a raggiungere un accordo. Ynet aggiunge che i ministri israeliani avrebbero detto al premier Benjamin Netanyahu di andare questa settimana a New York per l'Assemblea generale dell'ONU nonostante i combattimenti, affermando che si tratta di un'importante opportunità di pubbliche relazioni.

Mentre i combattimenti continuano a intensificarsi in Libano, il volo di Benjamin Netanyahu per New York è stato posticipato a stasera a mezzanotte: lo ha annunciato l'ufficio del premier israeliano citato dai media locali. Netanyahu è atteso all'Assemblea generale dell'ONU.

Pechino ha espresso sostegno al Libano e ha condannato quelli che ha definito «attacchi indiscriminati contro i civili». Incontrando a New York la controparte Abdallah Bou Habib per uno scambio di opinioni sulla situazione in Medio Oriente, il ministro degli Esteri Wang Yi ha detto che la Cina «presta molta attenzione agli sviluppi nella regione, in particolare alla recente esplosione di apparecchiature di comunicazione in Libano, e si oppone con fermezza agli attacchi indiscriminati contro i civili», ha riferito un resoconto della diplomazia di Pechino. La Cina sostiene il Libano «nella tutela di sovranità e sicurezza».