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Israele chiede all'esercito di preparare «un piano per lo sfollamento volontario di Gaza»

È quanto dichiara il ministro della difesa israeliano Katz, in seguito alle dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Israele chiede all'esercito di preparare «un piano per lo sfollamento volontario di Gaza»
Red. Online
06.02.2025 06:37
22:44
22:44
Per Netanyahu la guerra potrà finire solo con l'esilio dei leader di Hamas

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha presentato, nel corso dei suoi incontri a Washington, un piano per porre fine alla guerra a Gaza se Hamas rinuncia al potere e i suoi leader vanno in esilio fuori dalla Striscia. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali Netanyahu ha spiegato di non vedere un post-guerra per Gaza fino a quando Hamas resta al controllo.

Se Hamas lasciasse il potere e i suoi leader andassero in esilio, ha messo in evidenza Netanyahu, allora si potrebbe aprire il post-guerra, che potrebbe includere la presa di controllo di Gaza da parte degli Stati Uniti come proposto da Trump.

Netanyahu, secondo quanto riferito da Axios, avrebbe detto ai funzionari americani di voler estendere la prima fase dell'accordo dopo il 42esimo giorno di cessate il fuoco in modo da ottenere il rilascio di più ostaggi rispetto ai 33 previsti. In cambio degli ulteriori rilasci, Israele sarebbe pronta a liberare altri prigionieri palestinesi.

Se la prima fase sarà estesa, il premier intende presentare una proposta che include la fine della guerra e il rilascio di altri prigionieri palestinesi chiedendo in cambio la liberazione dei rimanenti ostaggi, la cessione da parte di Hamas del potere nella Striscia e l'esilio dei suoi leader.

22:42
22:42
Rubio in Medio Oriente alla metà di febbraio

Il segretario di Stato americano Marco Rubio dovrebbe andare per la prima volta in Medio oriente dopo la conferenza della sicurezza di Monaco, che inizia il 14 febbraio in Germania. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali Rubio visiterà Israele, gli Emirati Arabi Uniti e l'Arabia Saudita.

Nei giorni scorsi i ministri degli esteri di cinque paesi arabi e un funzionario palestinese hanno inviato una lettera a Rubio dicendosi preoccupati dal piano del presidente Donald Trump per lo sfollamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza, chiedendo invece che siano coinvolti nel processo di ricostruzione.

20:40
20:40
Egitto: «181 camion di aiuti entrati oggi nella Striscia»

Oggi «181 camion di aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza sono entrati nei valichi di Al-Awja (Nitzana) e Kerem Shalom, controllati dagli israeliani, tra cui otto autocisterne con carburante». Dalla Striscia sono invece arrivati in Egitto «22 feriti e malati» assieme a «16 accompagnatori». Lo riferisce in un messaggio diffuso dall'Ufficio stampa del governo egiziano.

20:18
20:18
Gaza: in Europa Orbán e Farage plaudono al tycoon

Dopo lo sdegno del Vecchio Continente all'idea di trasformare in un resort la Striscia di Gaza, previo «sgombero» dei palestinesi, arrivano i primi distinguo in Europa con aperture all'idea di Donald Trump. Nulla di sorprendente, a pensarci bene, trattandosi di amici o fan del presidente americano, ovvero del leader populista del Regno Unito Nigel Farage e dell'Ungheria di Viktor Orbán.

Dopo l'iniziale silenzio, invece, l'Unione europea si fa infine sentire forte e chiara, e non solo ribadisce ancora una volta il favore per la soluzione a due Stati, ma scandisce che in quello futuro della Palestina Gaza dovrà essere «parte integrante».

Tornando a Farage, dopo esser stato capace nelle ultime settimane di una prodigiosa scalata ai sondaggi che vede ora il suo partito Reform UK al 25% delle intenzioni di voto davanti ai Labour e ai Tory (stando a YouGov), ha affermato di ritenere una premessa «di pace» la prospettiva di svuotare la Striscia e occuparla temporaneamente, per ricostruirla come «una riviera».

«Il pensiero di un posto ricco, meraviglioso e fiorente, con lavori ben pagati, casinò, vita notturna (...) mi sembra tutto molto attraente», ha affermato. Farage si è anche schermito dal dover «rispondere di tutto ciò che l'amministrazione Trump ha da dire», non senza aggiungere però che il presidente americano «ha avuto un inizio straordinario».

Dall'Ungheria è stato il ministro degli esteri Péter Szijjártó, dopo aver lodato il ruolo di Trump negli Accordi di Abramo, a soffermarsi sull'idea di trasformare Gaza in un resort: «non so se il piano sia fattibile, vista l'accettazione regionale - ha detto -, ma sappiamo che Trump è un affarista con straordinarie capacità di negoziazione. Ha contattato le controparti giordane ed egiziane, vediamo cosa succede. Se il presidente Trump è coinvolto, non escluderei nulla - ha osservato Szijjártó -. Quando si tratta di lui, non definirei nulla senza speranza».

«Il coniglio è uscito dal cappello!», ha commentato anche Orbán. «Abbiamo dovuto sopportare per anni che gli ultra-progressisti, autoproclamati campioni dei diritti umani dei media mainstream, demonizzassero le forze politiche patriottiche per anni. Lo hanno fatto perché erano pagati per farlo dall'USAID», l'agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, «e dalla precedente amministrazione statunitense di sinistra», ha sottolineato. «Sono d'accordo con il presidente Donald Trump, è una questione troppo grande e troppo sporca per nascondersi».

«Abbiamo preso nota dei commenti del presidente Trump» sull'idea di trasformare Gaza in una riviera sotto gestione americana ma «l'Unione europea rimane pienamente impegnata nella soluzione dei due Stati, che riteniamo sia l'unica via per una pace a lungo termine sia per gli israeliani che per i palestinesi», ha commentato invece il portavoce della Commissione europea Anouar El Anouni.

«L'Ue è stata chiara: Gaza è parte integrante di un futuro Stato palestinese. Sia israeliani che palestinesi meritano la pace: il cessate il fuoco è uno sviluppo positivo, ma ora bisogna che vengano fatti passi ulteriori per portare ad una cessazione permanente delle ostilità e stabilità nella regione», ha aggiunto.

«Vale anche la pena ricordare che tra le cinque condizioni chiave fissate dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel novembre 2023 su Gaza c'è il fatto che non devono esserci ulteriori spostamenti forzati di palestinesi».

19:38
19:38
«Trump sanzionerà la CPI per le indagini su USA e Israele»

Il presidente americano Donald Trump firmerà, forse già oggi, un ordine esecutivo che sanziona la Corte penale internazionale (CPI), accusando l'organismo internazionale di aver preso di mira in modo improprio gli Stati Uniti e Israele, secondo una copia di un fact sheet a supporto del provvedimento ottenuto da NBC News.

L'ordine includerà sia sanzioni finanziarie che restrizioni sui visti contro funzionari non specificati della CPI - e i loro familiari - che hanno partecipato alle indagini su cittadini statunitensi o alleati.

La Camera aveva approvato un disegno di legge che avrebbe imposto sanzioni alla CPI per i suoi mandati d'arresto contro il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della difesa Yoav Gallant. Ma la scorsa settimana i democratici del Senato l'avevano affondato.

19:35
19:35
Egitto: «L'ok israeliano al piano Trump minaccia i negoziati»

L'Egitto afferma che l'appoggio israeliano al piano del presidente americano Donald Trump per lo sfollamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza minaccia i negoziati sulla seconda fase del cessate il fuoco e per la restituzione degli ostaggi israeliani.

Oggi il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar ha dichiarato che «penso che gli USA siano un ottimo candidato per ripristinare la Striscia di Gaza dopo la guerra, e penso che ciò dimostri solo l'impegno per un futuro migliore in questa regione. E lodo Trump per la sua volontà di impegnarsi».

16:52
16:52
Israele: soldato condannato per abusi su detenuti palestinesi

Un tribunale militare israeliano ha condannato un soldato a sette mesi di carcere per «maltrattamenti» su detenuti palestinesi. Lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (IDF).

«In seguito alle ammissioni di un soldato che prestava servizio come guardia nella prigione Sdé Teiman (nel sud di Israele), riguardo a maltrattamenti nei confronti di detenuti per motivi di sicurezza, è stata pronunciata la sua condanna» ed è stato «riconosciuto colpevole di aver, a più riprese, picchiato dei detenuti a pugni e con la sua arma, mentre erano ammanettati e bendati», si legge in un comunicato militare.

Secondo media israeliani, si tratta della prima sentenza di questo tipo contro un soldato dell'IDF dall'inizio della guerra con Hamas a ottobre 2023.

15:16
15:16
Hamas: «Le fazioni palestinesi si uniscano contro il piano di Trump»

Hamas ha invitato tutte le fazioni palestinesi a unirsi contro la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di sfollare i palestinesi dalla Striscia di Gaza. Lo riportano i media internazionali.

Hamas ha aggiunto che «respinge categoricamente» le dichiarazioni di Trump e che i palestinesi non lasceranno Gaza.

Nel frattempo il segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul-Gheit, incontrando il primo ministro palestinese Mohammed Mustafa presso la sede del segretariato generale della Lega al Cairo, ha sottolineato «la necessità di lavorare per mantenere il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, fornire aiuti urgenti e aiutare la popolazione a ritrovare gradualmente una vita normale, al fine di sventare il piano israeliano volto a rendere invivibile l'enclave palestinese».

Il colloquio, riferisce l'agenzia egiziana Mena, ha riguardato la situazione attuale della Palestina alla luce delle minacce alla causa palestinese, in particolare lo scenario dello sfollamento, respinto a livello arabo e internazionale, ha dichiarato Gamal Rochdi, portavoce del segretario generale della Lega Araba.

Aboul Gheit e Mustafa hanno ribadito il consenso arabo nel rifiutare qualsiasi violazione dei principi fondamentali della causa palestinese, il più importante dei quali è che il popolo palestinese rimanga sulla propria terra senza essere privato del diritto all'autodeterminazione.

Il primo ministro palestinese ha illustrato i piani e i programmi per affrontare la situazione catastrofica a Gaza, con l'obiettivo di una rapida ripresa e ricostruzione, ha aggiunto il portavoce. Dal canto suo Aboul Gheit ha dichiarato che tali piani sono realizzabili fintanto che il popolo palestinese rimane sulla propria terra.

Nello stesso contesto, il portavoce ha sottolineato che le recenti dichiarazioni del primo ministro israeliano sulla presunta uscita volontaria della popolazione dalla Striscia rivelano chiaramente la natura e gli obiettivi del piano israeliano e ha affermato che il popolo palestinese non permetterà che la Nakba si ripeta sotto il pretesto di un'uscita volontaria o forzata.

13:39
13:39
«Gaza verrà consegnata agli USA da Israele dopo la guerra»

«Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. I palestinesi, persone come [il senatore democratico di New York Charles Ellis Schumer, detto] Chuck Schumer, sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi». Lo scrive sulla sua rete sociale, Truth Social, il presidente degli Usa Donald Trump.

«Gli Usa, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra. Gli Usa non avrebbero bisogno di soldati! La stabilità della regione regnerebbe!».

12:22
12:22
«Più di 10 mila camion» di aiuti sono entrati a Gaza dall'inizio del cessate il fuoco

«Più di 10'000 camion» con aiuti umanitari sono entrati a Gaza dall'inizio del cessate il fuoco tra il movimento islamista Hamas e Israele, ha reso noto oggi l'Onu.

Gli aiuti umanitari entrati a Gaza dopo la tregua del 19 gennaio hanno registrato «un aumento massiccio. Nelle due settimane successive al cessate il fuoco abbiamo fatto entrare più di 10'000 camion», ha dichiarato Tom Fletcher, capo dell'agenzia di coordinamento degli aiuti umanitari dell'Onu (Ocha) sulla rete sociale X.

Dopo oltre 15 mesi di guerra tra lo stato ebraico e Hamas, la Striscia di Gaza e i suoi oltre due milioni di abitanti stanno vivendo una crisi umanitaria senza precedenti.

Fino al cessate il fuoco, gli aiuti umanitari venivano consegnati solo a pioggia - una media di appena una manciata di camion al giorno - nel territorio, dove si stavano manifestando casi di grave malnutrizione. Ciò non era sufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione in termini di cibo, beni di prima necessità e salute.

Prima della guerra, scatenata dall'attacco senza precedenti a Israele da parte di Hamas il 7 ottobre 2023, una media di 500 camion entravano a Gaza ogni giorno.

09:49
09:49
Israele ordina all'esercito un piano per «lo sfollamento volontario di Gaza»

Il ministro della difesa israeliano, Israel Katz, ha ordinato all'esercito di preparare un piano per consentire la «partenza volontaria della popolazione di Gaza», in seguito alle dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump sullo sfollamento forzato dei palestinesi dalla Striscia. Lo riportano vari media israeliani.

«Alla popolazione di Gaza deve essere consentito di godere della libertà di movimento», ha affermato Katz.

Nel frattempo verrà avanzata una proposta per la ricostruzione di una «Gaza smilitarizzata», nell'era successiva a quella che ha visto al potere il movimento islamista Hamas. «Un progetto che richiederà molti anni per essere completato».

06:38
06:38
L'Iran respinge il piano «scioccante» di Trump per Gaza

 Il ministero degli Esteri iraniano respinge quello che definisce un piano «scioccante» predisposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per prendere il controllo di Gaza e «sfollare con la forza» i palestinesi dal territorio costiero.

«Il piano per sgomberare Gaza e spostare con la forza il popolo palestinese nei paesi vicini - afferma il portavoce del ministero degli Esteri Esmaeil Baqaei - è considerato una continuazione del piano mirato del regime di Israele di annientare completamente la nazione palestinese, ed è categoricamente respinto e condannato». 

06:37
06:37
Il punto alle 6.00

Quando Donald Trump ha annunciato il suo piano shock per prendere possesso di Gaza, ha scioccato persino i dirigenti più alti della Casa Bianca e del suo governo. Lo scrive il New York Times rivelando il retroscena della vicenda.

Se il suo annuncio sembrava formale e ponderato (ha letto il piano da un foglio di carta), la sua amministrazione non aveva fatto nemmeno la pianificazione più elementare per esaminare la fattibilità dell'idea, secondo quattro persone a conoscenza delle discussioni. L'uscita, secondo il Nyt, e' stata una sorpresa anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, cui avrebbe detto della sua intenzione di annunciare l'idea solo poco prima della conferenza stampa congiunta, secondo due fonti.

All'interno dell'amministrazione, inoltre, non c'erano stati incontri con il dipartimento di stato o il Pentagono, come normalmente accadrebbe per qualsiasi seria proposta di politica estera, per non parlare di una di tale portata. Non c'erano stati gruppi di lavoro. Il dipartimento della difesa non aveva prodotto stime del numero di truppe eventualmente necessarie, o una previsione dei costi, o anche solo una bozza di come avrebbe potuto funzionare il piano. «C'era poco più di un'idea nella testa del presidente», scrive il quotidiano.

A differenza dei principali annunci di politica estera con i presidenti passati, incluso Trump, l'idea degli Stati Uniti che controllano Gaza non era mai stata parte di una discussione pubblica prima di martedì. Ma in privato, il presidente aveva parlato della proprietà Usa dell'enclave palestinese per settimane. E il suo pensiero aveva accelerato, secondo due funzionari dell'amministrazione, dopo che il suo inviato in Medio Oriente, Steve Witkoff, era tornato da Gaza la scorsa settimana e aveva descritto le orribili condizioni della Striscia. Ma nessuno, né alla Casa Bianca, né gli israeliani, si aspettava che Trump lanciasse l'idea martedì fino a poco prima che lo facesse.