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È quanto rivela un analista del Washington Post, secondo il quale lo Stato ebraico agirà in modo più limitato nella città, dopo aver discusso con gli Stati Uniti della questione – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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11:39
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«Ora anche gli altri Paesi europei riconoscano lo Stato palestinese»
La presidenza di Abu Mazen ha salutato l'annuncio di Irlanda, Norvegia e Spagna di riconoscere lo Stato di Palestina ed ha esortato altri Paesi della Ue a fare lo stesso. «L'obiettivo - ha detto citato dalla Wafa - è quello di raggiungere la soluzione a due Stati basata sulle Risoluzioni internazionali e nei confini del 1967».
16:04
16:04
Israele interrompe una diretta video della Associated Press: «Sono impazziti»
Funzionari israeliani hanno sequestrato una telecamera e un'attrezzatura di trasmissione appartenente all'Associated Press nel sud di Israele vicino al confine con Gaza di fatto impedendo la diretta video dell'agenzia americana. Lo riferisce la stassa Ap in una nota ripresa dal Guardian.
«L'Associated Press denuncia nei termini più forti le azioni del governo israeliano volte a chiudere il nostro feed live di lunga data che mostra una vista su Gaza e il sequestro di apparecchiature Ap», ha affermato Lauren Easton, vicepresidente delle comunicazioni aziendali presso l'organizzazione giornalistica.
«Il sequestro - afferma Ap - non è stato basato sul contenuto del feed ma piuttosto sull'uso abusivo da parte del governo israeliano della nuova legge sulle emittenti straniere. Esortiamo le autorità israeliane a restituire le nostre attrezzature e a consentirci di ripristinare immediatamente il nostro feed live in modo da poter continuare a fornire questo importante giornalismo visivo a migliaia di media in tutto il mondo».
Funzionari del ministero delle comunicazioni israeliano sono arrivati ;;sul posto nella città meridionale di Sderot oggi pomeriggio e hanno sequestrato l'attrezzatura. Hanno consegnato all'Associated Press un pezzo di carta, firmato dal ministro delle comunicazioni Shlomo Karhi, sostenendo che stava violando la nuova legge sulle emittenti straniere del Paese.
Dal canto suo, il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid ha definito «un atto di follia la confisca dell'equipaggiamento dell'Ap, la più grande agenzia di notizie del mondo».
«Non è Al Jazeera, ma un media Usa che ha vinto 53 premi Pulitzer», ha spiegato. «Questo governo - ha denunciato - si comporta come se avesse deciso di garantire ad ogni costo l'ostracismo di Israele in tutto il mondo. Sono impazziti».
15:46
15:46
Ripresi i lanci aerei di aiuti umanitari
Un aereo militare egiziano Airbus C295M ha lanciato questa mattina aiuti umanitari e forniture di soccorso nel nord della Striscia di Gaza «come parte dei suoi sforzi per sostenere la popolazione di Gaza all'interno della coalizione internazionale per fornire aiuti, dopo un giorno di sosta». Lo riferiscono fonti dell'aeronautica egiziana, mentre dalla Mezzaluna Rossa si sottolinea che i valichi terrestri tra Egitto e Striscia di Gaza restano chiusi, ormai da 15 giorni.
«In coordinamento con le autorità giordane all'interno della coalizione internazionale, un aereo cargo militare Airbus C295M appartenente all'aeronautica egiziana è decollato da una base militare giordana nel sud-ovest dell'aeroporto di Amman, con il numero di volo HERC30, ed ha effettuato operazioni di lancio di aiuti umanitari e di soccorso, tra cui cibo, medicine, vestiti e tende, nel nord della Striscia di Gaza», ha riferito la fonte.
Intanto «la sospensione degli aiuti umanitari via terra entra nella terza settimana consecutiva, con Israele deciso a tenere chiusi i valichi di Rafah, Kerem Shalom e Al-Awja», osserva una fonte ufficiale della Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai. Per il quindicesimo giorno consecutivo - aggiunge il capo della Mezzaluna Rossa del Nord Sinai Khaled Zayed - l'Egitto ha quindi smesso di ricevere anche feriti palestinesi, stranieri e persone con doppia nazionalità.
Una fonte responsabile della sicurezza egiziana ha affermato che il terminal di Rafah continuerà ad essere aperto sul lato egiziano e che tutti i lavoratori del terminal restano presenti e pronti ad operare non appena il passaggio venisse riaperto da parte palestinese.
La fonte ha confermato che sono saliti a 5'000 i camion di aiuti umanitari pronti ad entrare a Gaza, mentre i prodotti trasportati via mare attraverso il molo statunitense davanti alla Striscia continuano a dimostrarsi nettamente insufficienti ai bisogni della popolazione palestinese.
14:52
14:52
«C'è la polizia d'Israele dietro agli attacchi ai camion di aiuti»
Membri delle forze di sicurezza israeliane informano gli attivisti di estrema destra e i coloni sulla posizione dei camion di aiuti umanitari che consegnano forniture vitali a Gaza, consentendo ai gruppi di bloccare e vandalizzare i convogli: lo scrive oggi il «Guardian» in un articolo in esclusiva, citando diverse fonti.
I coloni che intercettano le forniture umanitarie vitali nella Striscia ricevono informazioni sulla posizione dei camion da membri della polizia e dell'esercito israeliani, ha detto al quotidiano britannico un portavoce del principale gruppo di attivisti israeliani responsabile dei blocchi.
La presunta collusione da parte di membri delle forze di sicurezza è supportata da messaggi provenienti da gruppi di chat interni esaminati dal «Guardian» - scrive il giornale - nonché dai racconti di diversi testimoni e attivisti per i diritti umani. Coloro che bloccano i veicoli affermano che gli aiuti che trasportano vengono dirottati da Hamas invece di essere consegnati ai civili bisognosi, un'affermazione che le agenzie di soccorso respingono.
Rachel Touitou, portavoce del gruppo israeliano Tzav 9, ha dichiarato che da gennaio il gruppo blocca i camion che attraversano Israele, sostenendo che gli aiuti trasportati vengono «dirottati» da Hamas una volta raggiunta Gaza.
La settimana scorsa alcuni video hanno mostrato i convogli di aiuti bloccati e vandalizzati dai coloni israeliani al checkpoint di Tarqumiya, a ovest di Hebron, nella Cisgiordania occupata da Israele. L'incidente, in cui gli attivisti hanno gettato a terra scatole di rifornimenti, ha scatenato l'indignazione della Casa Bianca, che ha condannato l'attacco come «comportamento completamente e assolutamente inaccettabile».
Intanto il rappresentante del Cairo presso le Nazioni Unite, Oussam Abdel Khaleq, ha affermato che «Israele manipola i fatti ritenendo l'Egitto e le Nazioni Unite responsabili del blocco dell'invio di aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza».
«È la continua aggressione contro la Striscia di Gaza che porta all'impossibilità di portare aiuti e attività umanitarie nella Striscia. Il lavoro umanitario è possibile se Israele si assumerà le proprie responsabilità e porrà fine all'aggressione». «L'Egitto - ha aggiunto - continuerà instancabilmente a trovare modi per implementare i suoi aiuti al settore».
Intanto, una delegazione israeliana di alto livello è arrivata al Cairo, a bordo di un aereo privato dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, per una breve visita in Egitto finalizzata a discutere degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti aeroportuali, precisando che anche nei giorni scorsi sono arrivate delegazioni, segno che i colloqui proseguono, seppure nel massimo riserbo.
13:50
13:50
«I negoziati sugli ostaggi restano vicini a una situazione di stallo»
Il portavoce del ministero degli esteri del Qatar, Majed Al-Ansari, ha affermato che i colloqui per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi tra Israele e Hamas rimangono «vicini a una situazione di stallo». Lo riporta «Haaretz».
13:24
13:24
Gallant e Gantz «pressano» Netanyahu per una riunione sugli ostaggi
I ministri Yoav Gallant e Benny Gantz hanno chiesto al premier Benyamin Netanyahu di convocare questa sera stessa il Gabinetto di guerra per discutere lo stallo sulla trattativa per il rilascio degli ostaggi.
Lo ha riferito Ynet secondo cui nell'ultima riunione del Gabinetto, sabato scorso, il premier avrebbe respinto le proposte del team negoziale rimproverandolo di non sapere condurre le trattative.
13:23
13:23
«Le operazioni continuano in tutta la Striscia»
L'esercito israeliano sta proseguendo le sue offensive nella Striscia di Gaza: sia a Jabalyia, sia a Rafah nel sud e sia nella zona centrale dell'enclave palestinese. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui a Jabalyia i soldati hanno localizzato «un deposito di razzi e di postazioni di lancio in una moschea».
Anche a Rafah, proseguono le operazioni e sono stati uccisi «numerosi terroristi, localizzati razzi e equipaggiamento militare nell'area».
Nelle passate 24 ore - ha aggiunto la stessa fonte - sono stati colpiti e distrutti «circa 70 obiettivi terroristici» in tutta la Striscia «inclusi depositi militari, infrastrutture, postazioni di lancio dei razzi e cellule terroristiche».
13:08
13:08
Lapid: «Netanyahu apra a Riad e includa i palestinesi»
Il premier israeliano Benyamin «Netanyahu dovrebbe annunciare che vuole aprire negoziati con i sauditi, con la componente palestinese inclusa». Lo ha sollecitato il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid in una intervista alla Radio militare richiamandosi alla proposta degli Usa per il dopo Hamas a Gaza.
La mossa - a suo dire - avrebbe anche l'effetto di contrastare i tentativi della Corte penale internazionale (Cpi) di perseguire con mandati d'arresto il premier e il ministro della difesa Yoav Gallant.
11:24
11:24
Gallant: «Israele non riconosce l'autorità della CPI»
«Un parallelo disgustoso» tra Israele e Hamas. Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant riferendosi alla decisione del procuratore della Corte penale internazionale dell'Aja di emettere mandati di cattura sia per la leadership israeliana sia per quella di Hamas. «Israele - ha aggiunto - non riconosce l'autorità della Corte.»
Dopo aver ricordato che Israele «non fa parte della Cpi», Gallant ha sottolineato che «il tentativo del Procuratore Karim Khan di negare il diritto di Israele all'autodifesa e assicurare il rilascio degli ostaggi a Gaza, deve essere respinto chiaramente».
10:57
10:57
Nel mandato di arresto della CPI pesano gli attacchi all'UNRWA
«La posizione politica che può essere alla base degli attacchi all'UNRWA, unica agenzia in grado di dare sollievo alla popolazione palestinese, è una delle ragioni del mandato di arresto emesso dalla CPI contro due leader israeliani e che si basa sull'uso della carestia come arma di guerra», ha sottolineato oggi un esperto di diritto penale internazionale intervistato dalla RTS.
«Gli attacchi a questa agenzia possono anche servire ad aumentare la carestia, e potremmo cercare forme di responsabilità in termini di complicità», ha detto, riferendosi in particolare alla Svizzera. Philippe Currat, specialista in diritto penale internazionale, è stato tuttavia cauto quando gli è stato chiesto se la Confederazione, che «temporeggia» nei pagamenti all'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA), possa essere considerata complice di Israele. Egli ritiene che questo aspetto «meriti un'analisi molto più approfondita».
«Gli attacchi all'UNRWA fanno parte della campagna di destabilizzazione che Israele conduce da anni e ritengo deplorevole che la Svizzera sia coinvolta a livello politico», ha aggiunto.
Commentando la reazione indignata di Israele alla richiesta del procuratore della Corte penale internazionale (CPI) Karim Khan di incriminare il Primo ministro Benjamin Netanyahu e il Ministrodella difesa Yoav Gallant, Currat ha sottolineato che «Israele è stato uno dei sette Paesi che hanno votato contro la creazione della CPI nel 1998». «Questa reazione virulenta era attesa. Qualsiasi criminale sarebbe felice di poter abolire il codice penale una volta compiuto il suo misfatto (...). Questo è esattamente l'atteggiamento di Israele oggi», ha aggiunto.
«Ora dobbiamo aspettare la decisione del tribunale per sapere se i mandati di arresto sono stati emessi nei termini richiesti dal procuratore», ha aggiunto Currat, autore di una tesi sui crimini contro l'umanità davanti alla Corte penale internazionale e uno degli avvocati ammessi alla CPI.
Riguardo alle critiche mosse in Israele, che accusano il procuratore di «equiparare Israele ad Hamas», l'avvocato respinge questa visione. «Siamo tipicamente in un conflitto in cui era necessario che l'ufficio del procuratore, per mantenere la sua credibilità ed evitare di essere accusato di essere di parte, prendesse di mira entrambe le parti del conflitto», ha detto.
Currat ha inoltre accusato gli Stati Uniti, principale alleato di Israele, di portare avanti un «discorso ambivalente» riguardo alla Corte penale internazionale - di cui non è membro - con «un forte sostegno quando si tratta di attaccare la Russia nel contesto del conflitto ucraino e, se posso dirlo, una rifocalizzazione sulla situazione in Israele e Palestina».
«Ci si aspetta che gli Stati membri adottino posizioni a sostegno della Corte», ha aggiunto Currat. «Ora ci troviamo di fronte a una sfida per la Corte penale internazionale che dipenderà dal livello di pressione che Stati Uniti e Israele eserciteranno sulla Corte stessa, ad esempio imponendo sanzioni ai suoi leader, o indirettamente con altri mezzi, facendo pressione sui rispettivi alleati», ha aggiunto.
09:08
09:08
«Israele ha accantonato i piani per una grande offensiva contro Rafah»
Secondo un analista del «Washington Post», Israele ha deciso di accantonare i piani per una grande offensiva contro Rafah e agirà in modo più limitato nella città del sud della Striscia di Gaza dopo aver discusso con gli Stati Uniti sulla questione.
Sulla base di conversazioni con funzionari non identificati a conoscenza della questione, il giornalista David Ignatius afferma che il piano precedente di inviare due divisioni a Rafah non andrà avanti e che le operazioni saranno più limitate.
Washington ritiene che i nuovi piani comporteranno meno vittime civili e quindi si prevede che non si opporrà ad essi, scrive Ignatius.
08:49
08:49
«Ucciso un comandante di Hezbollah in un raid a Tiro»
L'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso in un raid a Tiro, in Libano, «il terrorista Qassem Saqlawi, Comandante del sistema razzi e missili nel settore costiero centrale di Hezbollah».
Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui Saqlawi era «responsabile della programmazione ed esecuzione di numerosi attacchi con i razzi contro Israele».
La stessa fonte ha detto che la scorsa notte «una sere di razzi lanciati dagli Hezbollah lanciati vero la Galilea occidentale sono caduti in una zona aperta». In risposta, l'esercito ha colpito una postazione di lancio degli Hezbollah nella zona di Ramyeh, nel sud del Libano.
Hezbollah ha confermato stamani l'uccisione: nel suo comunicato si limita a ricordare che Saqlawi, 36 anni, originario di Ras al-Ayn, nei pressi di Tiro, si è unito ai «martiri sulla via di Gerusalemme», un'espressione per indicare che è stato ucciso da Israele. Secondo il quotidiano libanese «L'Orient-Le Jour» sono 310 i combattenti di Hezbollah dichiarati uccisi da ottobre a oggi.
Da parte sua l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) ha riferito che in due attacchi con droni attribuiti a Israele nel centro della Siria al confine con il Libano sono stati uccisi otto combattenti di Hezbollah, cinque dei quali libanesi e tre siriani.
08:38
08:38
«Uccisi sei palestinesi a Jenin»
Sei palestinesi sono stati uccisi in scontri con l'esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania. Lo ha fatto sapere l'agenzia palestinese Wafa, secondo cui ci sono anche 10 feriti, tra cui alcuni gravi.
L'esercito israeliano, citato dai media, ha fatto sapere di aver lanciato un'operazione antiterrorismo nel campo profughi della città palestinese.
08:21
08:21
La Francia «sostiene la CPI e la lotta contro l'impunità»
La Francia «sostiene la Corte penale internazionale (CPI), la sua indipendenza, e la lotta contro l'impunità in tutte le situazioni»: lo ha fatto sapere ieri sera uno dei portavoce del ministero dell'Europa e degli affari esteri francese in merito alla richiesta di mandati d'arresto internazionali nei confronti di dirigenti israeliani e di Hamas.
In una dichiarazione, il portavoce precisa che «la Francia ha condannato dal 7 ottobre i massacri antisemiti perpetrati da Hamas», mentre «riguardo Israele, spetterà alla Camera preliminare della Corte pronunciarsi su questi mandati, dopo aver esaminato gli elementi di prova avanzati dal procuratore per giustificare le sue accuse, tenendo conto del principio di complementarietà e della possibile azione delle giurisdizioni israeliane.»
«La Francia - continua il Quai d'Orsay - allerta da molti mesi sull'imperativo del rispetto stretto del diritto umanitario internazionale e in particolare sul carattere inaccettabile delle perdite civili nella Striscia di Gaza e di un accesso umanitario insufficiente».
Sulla stessa linea la Spagna: «Il lavoro cruciale della Corte penale internazionale deve svolgersi liberamente e senza interferenze», afferma oggi il ministero degli esteri in un messaggio postato su X. Il governo di Madrid difende «il lavoro cruciale» e «l'indipendenza e imparzialità» della CPI. «La Spagna ribadisce il suo impegno a favore della corte penale internazionale», afferma il ministero.
La Cina spera che «la CPI mantenga una posizione obiettiva e imparziale ed eserciti i suoi poteri in conformità con la legge», ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri Wang Wenbin, chiedendo la fine della «punizione collettiva del popolo palestinese».
Da parte sua il vicepremier e ministro degli esteri italiano Antonio Tajani, partecipando a «Quarta Repubblica» su Rete 4, ha detto che quella della CPI «è una richiesta e non è una decisione ma mi pare inaccettabile che si equipari un governo legittimamente eletto dal popolo in modo democratico con una organizzazione terroristica che è la causa di tutto ciò che sta accadendo».
07:27
07:27
Sullivan a Israele: «Imperativo aumentare l'assistenza a Gaza»
Il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha detto nel corso dei suoi incontri in Israele che è «imperativo di aumentare l'assistenza a Gaza tramite tutti i valichi e il corridoio marittimo umanitario multinazionale».
Lo riferisce la Casa Bianca, precisando che è necessario un meccanismo efficace per assicurare che i lavoratori umanitari possano consegnare in sicurezza gli aiuti a chi ne ha bisogno a Gaza.
Sullivan ha incontrato il leader dell'opposizione Yair Lapid, il ministro della difesa Yoav Gallant, il capo di stato maggiore dell'esercito Herzi Halevi e i componenti del gabinetto di guerra Benny Gantz e Gadi Eizenkot.
Intanto, secondo quanto riporta il «New York Times» citando alcune fonti, anche Robert O'Brien, uno dei più stretti consiglieri di politica estera dell'ex presidente americano Donald Trump, ha incontrato Netanyahu. Era parte di una delegazione di ex funzionari di Trump che hanno visitato Israele. O'Brien è stato consigliere alla sicurezza di Trump e si ipotizza possa ricoprire un ruolo di primo piano in un ipotetico secondo mandato.
06:23
06:23
Il punto alle 6.00
L'avvocatessa per i diritti umani Amal Clooney appoggia la decisione della CPI di chiedere il mandato di arresto per i vertici di Hamas, il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Lo ha detto la stessa Clooney, che è stata tra gli esperti di diritto internazionale chiamati dal procuratore della CPI ad assisterlo nella decisione.
«Ho servito in quella commissione perché credo nella legalità e nella necessità di proteggere i civili», ha detto in una dichiarazione sul suo sito Clooney Foundation for Justice l'avvocatessa libanese sposata con l'attore George Clooney. «La legge che protegge i civili in guerra è stata sviluppata oltre 100 anni fa e si applica in tutti i paesi del mondo, a prescindere dalle ragioni del conflitto».
Nella dichiarazione, la Clooney afferma anche che «ci sono ragionevoli basi» per ritenere che Netanyahu e Gallant «hanno commesso crimini di guerra e contro l'umanità tra cui l'uso della fame come arma, l'assassinio, la persecuzione e lo sterminio».
Già 596 tonnellate di aiuti al molo galleggiate
Nel frattempo, il Comando centrale (Centcom) militare degli Stati Uniti afferma che «ad oggi oltre 569 tonnellate di aiuti umanitari sono stati consegnati» nella Striscia di Gaza «attraverso il molo temporaneo» galleggiante.
In un post sul suo account X il Centcom specifica che tali aiuti sono stati donati da Usa, Regno Unito, Emirati Arabi, Ue e «molti altri partner».
L'esercito americano ha terminato l'installazione del molo galleggiante al largo dell'enclave palestinese il 16 maggio. Gli aiuti sono iniziati ad arrivare tramite la struttura temporanea dal giorno successivo.