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Israele ha rilasciato il primo gruppo di 90 detenuti palestinesi

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Israele ha rilasciato il primo gruppo di 90 detenuti palestinesi
Red. Online
20.01.2025 06:25
20:53
20:53
Gaza ridotta a un cumulo di macerie

«Per la prima volta non abbiamo avuto paura, non ci chiedevamo quando ci sarebbe stato il prossimo raid». Quasi incredulo, Ammar Barbakh, trentacinquenne residente di Khan Yunis, città nel sud di Gaza, descrive con poche parole il sollievo dei gazawi al risveglio dopo la prima notte senza bombardamenti israeliani sulla Striscia, che in 15 mesi di guerra hanno raso al suolo la maggior parte degli edifici e delle infrastrutture nell'enclave.

Una devastazione tale da rendere il cessate il fuoco un momento dolceamaro per milioni di palestinesi, partiti in un lungo controesodo per tornare alle proprie case, consapevoli che ad attenderli ci sarà solo un cumulo di macerie. Ma il movimento islamista Hamas, al potere a Gaza, promette: la Striscia e il suo popolo «risorgeranno di nuovo per ricostruire ciò che l'occupazione ha distrutto».

Secondo il ministero della sanità di Hamas, 47'035 persone sono state uccise e oltre 111'000 ferite negli attacchi israeliani sull'enclave dal 7 ottobre 2023, 122 dei quali morti nelle 24 ore prima che entrasse in vigore la tregua. L'agenzia di protezione civile a Gaza stima che più di 10'000 cadaveri siano ancora sotto le macerie degli edifici distrutti.

Da ieri, nell'enclave continuano a entrare centinaia di camion di aiuti e di carburante necessari a dare sollievo alla popolazione sull'orlo della carestia. Ma intanto, resta la devastazione immortalata dalle immagini aeree rilanciate dai media, in mezzo alla quale colonne di palestinesi si sono incamminate sin dalle prime ore del cessate il fuoco per tornare alle proprie abitazioni, che probabilmente non ci sono più.

Secondo l'Onu, bisognerà attendere almeno il 2040 per vedere Gaza ricostruita. «È stato un grande shock, tante persone sono scioccate a causa di ciò che è successo alle loro case: è distruzione, distruzione totale», dice Mohamed Gomaa, che nella guerra ha perso fratello e nipote, citato dal quotidiano britannico The Guardian.

Abdulrahman Riyati, che si trova a Khan Yunis dopo essere stato sfollato da Rafah, altra città nel sud della Striscia, dice che ancora non vuole provare a tornare a sud. «È dura per me. Avevo un figlio di 30 anni, è stato martirizzato a Khan Yunis. L'ho portato con me da Rafah ed è morto. È dura per me tornare lì senza di lui», ha raccontato, citato dall'emittente pubblica britannica Bbc.

Safaa Mahmoud, che vive con le sorelle e il padre in una tenda a Khan Yunis, prova a guardare a tutto questo con ottimismo: «Anche se la nostra bella casa è stata ridotta in macerie, preferisco avere un momento di pace e felicità. C'è ancora spazio per la tristezza e il dolore che ci accompagneranno per molti anni».

Dall'altra parte della frontiera, Israele si stringe attorno a Emily Damari, Romi Gonen e Doron Steinbrecher, le tre donne ostaggio tornate a casa nel primo giorno di tregua, che hanno riacceso la speranza tra le famiglie israeliane che attendono di poter riabbracciare i propri cari ancora nelle mani dei miliziani di Hamas.

«Sono tornata alla vita», è stato il primo messaggio che Emily ha voluto affidare alle reti sociali. «Amore, amore, amore. Ringrazio Dio, ringrazio la mia famiglia, i miei amici, i migliori che ho al mondo. Sono riuscita a vedere solo un frammento di tutto e mi avete spezzato il cuore dall'emozione. Grazie, grazie, grazie. Sono la persona più felice del mondo», continua Emily nel messaggio su Instagram, mentre sono proseguiti i controlli medici e psicologici per tutte e tre le giovani tornate in libertà dopo mesi di prigionia. Una di loro, rimasta ferita, ha raccontato di essere stata operata senza anestesia: «Non pensavo che sarei tornata, ero sicura che sarei morta a Gaza».

«Sta molto meglio di quanto ci aspettassimo», ha detto Mandy, la madre di Emily, quando ha potuto finalmente riabbracciare la figlia «come avevo sognato di fare per molto tempo». Ma la strada verso la guarigione è comunque «appena iniziata», ha sottolineato la madre, chiedendo la protezione della sfera privata per la sua famiglia. E ricordando che 94 ostaggi restano prigionieri di Hamas: per questo, il cessate il fuoco deve rimanere intatto «finché l'ultimo degli ostaggi non tornerà a casa dalle proprie famiglie».

Come previsto dall'intesa, alla liberazione delle tre donne le autorità israeliane hanno risposto con la scarcerazione di 90 prigionieri palestinesi, partiti nella notte su due autobus con i vetri oscurati dalla prigione israeliana di Ofer, in Cisgiordania. Un primo passo di un cessate il fuoco che vedrà ogni settimana uno scambio di prigionieri, il prossimo atteso per domenica e non sabato come inizialmente previsto.

20:51
20:51
«Hamas rilascerà i prossimi ostaggi domenica»

Un portavoce di Hamas, al potere a Gaza, ha annunciato che il movimento islamista non rilascerà il prossimo gruppo di ostaggi israeliani prima di domenica prossima, e non sabato come era stato previsto e che il giorno prima fornirà i nomi dei rapiti che saranno liberati. Lo riferisce il quotidiano in linea Times of Israel.

L'accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele stabilisce che il movimento rilascerà il secondo gruppo di ostaggi il settimo giorno dall'intesa. Poiché l'accordo è entrato in vigore ieri, il settimo giorno dell'accordo sarebbe sabato.

19:14
19:14
Netanyahu a Trump: «Porteremo l'alleanza a livelli più alti»

«Credo che lavorando di nuovo insieme porteremo l'alleanza tra Stati Uniti e Israele a livelli ancora più alti». Lo ha detto il premier dello Stato ebraico Benyamin Netanyahu in un videomessaggio di congratulazioni a Donald Trump nel giorno del suo insediamento come presidente degli Stati Uniti, ricordando le azioni del magnate in favore di Israele durante il suo primo mandato, tra cui il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele e il ritiro degli Usa «dal pericoloso accordo nucleare con l'Iran».

«Sono fiducioso che completeremo la sconfitta dell'asse terroristico dell'Iran e inaugureremo una nuova era di pace e prosperità per la nostra regione», ha aggiunto Netanyahu ringraziando Trump anche per l'aiuto nel liberare gli ostaggi.

18:07
18:07
Hezbollah si congratula con i palestinesi per la vittoria

L'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese Hezbollah si congratula con il popolo palestinese e la sua resistenza contro Israele, insieme a tutte le forze che hanno sostenuto Gaza per una «grande vittoria» ottenuta nell'accordo di cessate il fuoco.

Lo riferisce il sito della rete televisiva satellitare qatariota al Jazeera, secondo cui per Hezbollah si tratta di «un esempio da seguire nell'affrontare l'aggressione sionista-americana contro la nostra nazione e la nostra regione».

Quanto è avvenuto, sostiene ancora il movimento filoiraniano, dimostra ancora una volta che la resistenza è l'unica opzione in grado di scoraggiare l'occupazione e sconfiggere i suoi piani aggressivi, perché l'accordo è una vittoria politica che si è aggiunta a una vittoria militare.

16:35
16:35
«Gaza risorgerà di nuovo dopo la distruzione israeliana»

Il movimento islamista Hamas ha affermato che Gaza e il suo popolo «risorgeranno di nuovo» e ricostruiranno il territorio martoriato da oltre 15 mesi di bombardamenti israeliani.

«Gaza, con il suo grande popolo e la sua resilienza, risorgerà per ricostruire ciò che l'occupazione ha distrutto e continuerà sulla strada della fermezza finché l'occupazione non sarà sconfitta», ha affermato Hamas in una dichiarazione rilasciata il secondo giorno di cessate il fuoco con Israele.

14:26
14:26
10 mila cadaveri sotto le macerie

L'agenzia di protezione civile a Gaza, gestita da Hamas, stima che più di 10'000 cadaveri siano ancora sotto le macerie degli edifici distrutti.

In un aggiornamento sull'impatto della guerra nella Striscia negli ultimi 15 mesi, ripreso da Bbc, l'agenzia afferma di non essere «riuscita a trovare alcuna traccia» di circa 2840 persone uccise a causa delle temperature estremamente elevate prodotte dalle armi dell'esercito israeliano. Gli equipaggi del Servizio di Protezione Civile sostengono di aver recuperato oltre 38'300 cadaveri e soccorso 97'000 feriti dalle aree prese di mira da Israele.

14:25
14:25
122 morti a Gaza nelle 24 ore prima della tregua

Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che 122 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime 24 ore, ovvero prima che entrasse in vigore - ieri mattina - la tregua concordata con Israele.

Il bilancio dei morti a Gaza dal 7 ottobre 2023 è salito così a quota 47'035, mentre i feriti sono 111'091, secondo la stessa fonte.

14:25
14:25
L'esercito israeliano arresta 2 coloni per attacchi ai palestinesi

Due coloni israeliani sono stati arrestati per il loro presunto coinvolgimento in attacchi contro palestinesi in diversi villaggi della Cisgiordania durante la notte: lo afferma la Forza di difesa israeliana (Idf).

L'esercito afferma di aver ricevuto segnalazioni di «violente rivolte» a Turmus Ayya, Sinjil e Ein Sinya, durante le quali «alcuni cittadini israeliani hanno appiccato il fuoco a una casa e a una proprietà nella zona».

13:59
13:59
Stamattina 214 mezzi di aiuti umanitari sono entrati a Gaza

Sono stati almeno 205 i «camion di aiuti umanitari» entrati oggi a Gaza attraverso i valichi di al-Awja (Nitzana) e Kerem Shalom «oltre a» nove autocisterne (quattro cariche di diesel, altrettante di gas e una di benzina). Lo riferisce una fonte qualificata egiziana.

Ieri 330 automezzi (di cui 20 con carburante) erano transitati dai due valichi passando prima attraverso quello di Rafah, riaperto in occasione del cessate il fuoco tra palestinesi e Israele nella Striscia.

13:58
13:58
Iran: «Trump adotti un approccio realista»

«L'Iran si aspetta che l'approccio e le politiche della nuova amministrazione statunitense, sotto il presidente Donald Trump, siano realistici e basati sul diritto internazionale e anche sul rispetto delle richieste e degli interessi degli iraniani e della popolazione regionale».

Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, definendo l'atteggiamento di Teheran come «una posizione coerente». Secondo quanto riferisce l'agenzia Irna, il funzionario ha aggiunto che la Repubblica islamica si augura «che da ora in poi, durante il mandato di quattro anni del prossimo governo statunitense, non ci siano giudizi basati sul precedente governo di quel Paese».

13:11
13:11
«Ora che la tregua è iniziata è prioritario portare cibo, acqua e forniture mediche ai bambini di Gaza»

Ora che la tregua è iniziata è prioritario portare cibo, acqua e forniture mediche ai bambini di Gaza. Lo afferma Save the Children in una nota. In coordinamento con altre organizzazioni umanitarie, l'ente è pronta a consegnare gli aiuti più rapidamente possibile, attraverso i valichi riaperti e con le adeguate condizioni di sicurezza.

"Quasi tutti gli 1,1 milioni di bambini di Gaza - circa la metà della popolazione - hanno urgente bisogno di cibo e, dopo 15 mesi di guerra, molti sopravvivono con un solo pasto al giorno", prosegue la nota. "In tanti non hanno potuto ricevere cure mediche: le strutture sanitarie sono state distrutte, le forniture esaurite a causa delle restrizioni all'ingresso e nessuno dei 36 ospedali di Gaza è pienamente funzionante. Anche i sei centri pubblici di salute mentale della comunità di Gaza e l'unico ospedale psichiatrico che consente i ricoveri non funzionano più. (...)

Save the Children, continua la nota, è pronta a sostenere la ricostruzione del sistema educativo di Gaza, con il 96% delle scuole danneggiate o distrutte, allestendo anche spazi temporanei per l'apprendimento nei rifugi preesistenti e fornendo mezzi per lo studio e le attività ludiche ai bambini e alle famiglie in movimento, che in questo momento stanno tornando alle loro case, anche attraverso la distribuzione di kit ludici contenenti puzzle, articoli di cancelleria, libri da colorare e di favole (...).

"Insieme a migliaia di famiglie e all'intera comunità umanitaria, speriamo fortemente che questa tregua regga e diventi un cessate il fuoco definitivo, e che gli aiuti essenziali possano iniziare ad arrivare a Gaza in quantità tali da rispondere ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie. Sappiamo che ci sono ostacoli da superare e che ci vorrà tempo per far fluire di nuovo i rifornimenti, ma non c'è alternativa. I bambini rimasti a Gaza dopo mesi di spargimento di sangue hanno diritto a un futuro più luminoso e meritano di riavere la loro infanzia", ha detto Javier Garcia, responsabile del team di Save the Children International a Gaza. "Non appena tutti gli aiuti entreranno a Gaza e il nostro intervento potrà essere rafforzato, cercheremo ogni opportunità per dare ai bambini e alle famiglie di Gaza tutto il sostegno di cui hanno disperatamente bisogno. Tuttavia, un maggiore accesso a Gaza e in tutta la regione e la garanzia di sicurezza per gli operatori umanitari sono fondamentali per consentirci di raggiungerli e supportarli, ovunque si trovino", continua Javier Garcia.

"Qualunque cosa che non sia un cessate il fuoco definitivo e una totale assunzione di responsabilità non sarà minimamente in grado di garantire la sicurezza, l'assistenza e l'accesso ai diritti più ampi di cui i bambini palestinesi hanno bisogno, meritano e hanno diritto, e significherà che la comunità internazionale li sta deludendo ancora una volta", ha concluso.

13:10
13:10
Anche l'attivista Jarrar tra le detenute palestinesi liberate

Le immagini, diffuse sui media internazionali, sulla liberazione a tarda notte dei 90 detenuti palestinesi, donne e minori, mostrano la gioia dei familiari all'uscita dalla prigione di Ofer in Cisgiordania. Tra i rilasciati è confermata la presenza della storica attivista palestinese Khaleda Jarrar, che è stata accolta a Ramallah.

Jarrar è un personaggio storico dell'attivismo palestinese: 62 anni, è una componente di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, organizzazione attiva fin dagli anni '60.

Attivista per la difesa dei diritti umani e che proprio sui diritti dei detenuti palestinesi ha guidato importanti battaglie, è stata deputata, eletta al Parlamento palestinese nel 2006 e nell'ultimo decennio è stata a più riprese arrestata e rilasciata, sebbene mai condannata per coinvolgimento diretto nelle azioni militari del Fronte Popolare.

13:01
13:01
«Recuperati i resti di 39 palestinesi uccisi a Rafah»

Fonti mediche palestinesi hanno affermato che le squadre di soccorso e i cittadini sono riusciti a recuperare a Rafah 39 corpi di palestinesi uccisi dagli israeliani nella Striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia Wafa citando una fonte dell'ospedale europeo di Khan Yunis.

L'ospedale avrebbe ricevuto scheletri e ossa non identificati di 39 persone uccise, recuperati a Rafah dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco.

12:24
12:24
«Distrutto il 74% degli edifici di Gaza City»

Secondo un'analisi del Centro satellitare delle Nazioni Unite (Unosat), più di due terzi di tutti gli edifici di Gaza hanno subito danni, stimati in circa 163'778 edifici. Si vaaluta che circa 52'564 strutture siano state distrutte.

Le due città più grandi di Gaza, Gaza City e Khan Younis, sono due delle aree più colpite, dove si ritiene che il 74% degli edifici e il 55% degli edifici siano stati danneggiati o distrutti.

Dalle immagini satellitari da Planet Labs, è evidente la portata della distruzione in queste due principali aree urbane.

11:04
11:04
Houthi: ora attaccheremo solo le navi affiliate a Israele

I ribelli Houthi dello Yemen hanno fatto sapere che dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco limiteranno gli attacchi nel corridoio del Mar Rosso alle navi affiliate a Israele. Lo riporta Haaretz.

11:03
11:03
«Nessuna notizia degli ostaggi francesi a Gaza»

Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot, intervistato questa mattina da Bfmtv, ha detto di non avere notizie dei due ostaggi francesi a Gaza, all'indomani del primo rilascio di ostaggi da parte di Hamas. A una domanda sulle sorti dei due ostaggi franco-israeliani, Ofer Kalderon e Ohad Yahalomi, il ministro ha risposto: «Nessuna notizia. Ed è questa è la tragedia delle massicce prese di ostaggi del 7 ottobre: non avere notizie sul loro stato di salute o sulle loro condizioni di detenzione».

Il capo della diplomazia francese ha quindi ricordato che i due cittadini franco-israeliani «fanno parte della lista di 33 ostaggi liberabili nei prossimi quaranta giorni». ''Otto connazionali - ha puntualizzato - sono stati presi in ostaggio in quella tragica mattinata (del 7 ottobre 2023). Due, purtroppo, sono morti. Quattro sono stati liberati. Ne restano due, e resteremo mobilitati fino all'ultimo« per garantire la loro liberazione, ha garantito Barrot.

10:08
10:08
Smotrich attacca ancora

Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha dichiarato in un'intervista alla Radio dell'Esercito: «Non possiamo vincere a Gaza con l'attuale capo di stato maggiore delle Idf». Lo riporta Haaretz.

«Dobbiamo conquistare l'intera Striscia e stabilire lì un governo militare. Voglio un capo di stato maggiore che capisca che questa è la sua missione, che la sostenga e sia determinato a implementarla», ha aggiunto.

«Non c'è una terza parte che possa controllare la Striscia, è un bluff», ha detto Smotrich. «Dobbiamo controllare Gaza per almeno uno o due anni, con uno sforzo combinato militare e civile, finché non eliminiamo Hamas e la popolazione smette di temerlo».

10:07
10:07
«Morto un sergente della Brigata Efraim»

L'Esercito israeliano (Idf) ha annunciato oggi la morte di un suo soldato in combattimento.

Si tratta del sergente di prima classe (Res.) Eviatar Ben Yehuda, 31 anni di Nitzan. Il militare apparteneva all'8211° battaglione della Brigata Efraim ed è "caduto durante un'attività operativa nella Brigata regionale Menashe", si legge in un comunicato pubblicato su Telegram.

10:05
10:05
La devastazione del campo profughi di Jabalia dalle immagini della CNN

Cumuli di macerie, case rase al suolo, tonnellate di detriti: è la distruzione del campo profughi di Jabalia nelle impressionanti immagini del drone della Cnn che è entrato a Gaza per la prima volta dal novembre 2023. Le immagini sono apocalittiche e non sono rare a Gaza.

Gaza City, la città più grande di Gaza, ha chiesto il sostegno internazionale per ripristinare i servizi di base dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. «Oltre il 70% delle strade di Gaza City è stato distrutto e il 60% dei residenti non ha accesso all'acqua», ha affermato il governo locale.

«Le priorità della prima fase sono ripristinare la vita in città, garantire i servizi e riaprire le strade», ha affermato il comune di Gaza City. Il governo locale, scrive Cnn, ha dichiarato di aver presentato un elenco di necessità alle organizzazioni internazionali e ha chiesto che vengano consentite «ampie» quantità di carburante.

La ricostruzione nell'intera Striscia di Gaza sarà un'impresa enorme e lunga. Secondo una recente stima dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, circa il 92% delle case a Gaza è stato distrutto o danneggiato e più di 1,8 milioni di persone hanno urgente bisogno di rifugi di emergenza e di beni di prima necessità per la casa .

10:00
10:00
Hamas: «Un detenuto previsto dall'accordo non è stato rilasciato»

Hamas ha affermato che uno dei prigionieri palestinesi, la cui liberazione era prevista per ieri in base all'accordo di cessate il fuoco, non è stato rilasciato, riporta l'agenzia di stampa ebraica Ynet, ripresa dal Times of Israel.

Il rapporto cita una dichiarazione del dipartimento informazioni sui prigionieri del gruppo terroristico, che afferma di stare lavorando con mediatori e la Croce Rossa «per fare pressione su Israele affinché rispetti l'elenco concordato dei prigionieri».

Secondo Ynet, tra le persone rilasciate ci sono 69 donne, tra cui una minorenne, otto minorenni maschi e 12 uomini condannati per reati relativamente minori come incitamento, identificazione con il terrorismo e condotta disordinata.

06:26
06:26
Il punto alle 06.00

Le tre donne israeliane rilasciate da Hamas sono in «condizioni stabili». Lo dicono i medici dello Sheba Medical Center di Tel Aviv dove le tre donne sono state visitate. «Sono felice di riferire che sono in condizioni stabili. Ciò consente a noi e a loro di concentrarci su ciò che è più importante per ora: riunirci alle famiglie - ha detto un membro dello staff dell'ospedale - continueremo a monitorare tutte le loro condizioni cliniche. Ci vorranno ancora alcuni giorni prima di completare tutti gli esami necessari e curare qualsiasi cosa troviamo», ha aggiunto. Emily Damari, la donna britannico-israeliana di 28 anni ostaggio di Hamas rilasciata insieme a Romi Gonen e Doron Steinbrecher, ha perso due dita della mano mentre veniva rapita dai terroristi di Hamas il 7 ottobre, ha reso noto l'Hostages and Missing Families Forum. Una foto pubblicata dalla famiglia la ritrae sorridente mentre alza la mano fasciata verso la camera.

Israele ha rilasciato il primo gruppo di 90 detenuti palestinesi in cambio dei tre ostaggi rilasciati da Gaza. Lo afferma il Servizio carcerario israeliano, scrive il Times of Israel. Secondo quanto riferito dai palestinesi, alcuni sono stati portati a Ramallah e nelle loro case a Gerusalemme Est. Centinaia di persone hanno accolto il passaggio degli autobus sulla strada di Baytunya che porta a Ramallah, brandendo bandiere palestinesi e di Hamas, sullo sfondo dei fuochi d'artificio.

«Abbiamo raggiunto un cessate il fuoco epico a Gaza», ha detto il presidente eletto degli USA Donald Trump, che ha definito l'intesa «un primo passo verso la pace».