Stati Uniti

Ius soli: l'ordine di Trump riguarda anche i figli di madri con visto

Finora, il certificato di nascita bastava a garantire la cittadinanza – Indipendentemente dallo stato di immigrazione dei genitori
©AARON SCHWARTZ / POOL
Ats
22.01.2025 21:03

L'ordine esecutivo del presidente Donald Trump sullo ius soli impone d'ora in poi che i figli di molti residenti temporanei negli Stati Uniti - non solo quelli entrati nel Paese illegalmente - possano vedersi negato il diritto alla cittadinanza alla nascita acquisita in base all'articolo 14 della Costituzione USA. Se i tribunali non bloccheranno l'ordine, i bambini nati da donne che vivono legalmente, ma temporaneamente, negli Stati Uniti - entrate ad esempio con un visto di studio o di lavoro o di turismo - non saranno automaticamente riconosciuti dal governo federale come cittadini a meno che il padre non sia un cittadino o residente permanente.

Collaboratori di Trump hanno detto ai giornalisti il giorno dell'insediamento che l'ordine si sarebbe applicato ai «figli di immigrati illegali nati negli Stati Uniti». In realtà il linguaggio dell'ordine intitolato «Protecting the Meaning and Value of American Citizenship» va oltre. Se il padre del bambino non è cittadino o residente legale permanente, «nessun dipartimento o agenzia del governo degli Stati Uniti emetterà documenti che riconoscano la cittadinanza».

David Leopold, un avvocato specializzato in immigrazione, ha definito al New York Times questo aspetto dell'ordine di Trump un attacco scioccante alle persone in questo Paese che sono qui legalmente, rispettano le regole e contribuiscono al Paese.

Attualmente la cittadinanza di bambini nati negli Stati Uniti è un processo in due fasi: prima avviene l'emissione del certificato di nascita che conferma a livello statale dove e quando il bambino è nato ma non include informazioni sullo stato di immigrazione dei genitori. Quando il bambino (o i genitori per lui) chiedono il passaporto, il certificato di nascita basta a garantire la cittadinanza necessaria per l'emissione del documento.

L'ordine di Trump cambia questo stato di cose: prima di emettere documenti come il passaporto, tutte le agenzie federali dovranno confermare lo stato di immigrazione dei genitori anche se non è ancora chiaro come sarà applicato l'ordine nella pratica. Una opzione, secondo il New York Times, sarebbe di lasciare alle agenzie statali il compito di includere lo status immigratorio dei genitori nel certificato di nascita, ma ci potrebbero volere anni e non tutti gli Stati potrebbero essere disposti a farlo. Un'altra via sarebbe di chiedere a chi fa domanda di passaporto di presentare, oltre al proprio certificato, la prova che i genitori erano cittadini all'atto della nascita.

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