USA

Joe Biden concede la grazia «totale e incondizionata» a suo figlio Hunter

Era in attesa di due sentenze per possesso illegale di arma e per evasione fiscale - Joe Biden: «Preso di mira perché mio figlio» - Lo sdegno di Donald Trump: «Un abuso e un errore giudiziario»
©MICHAEL REYNOLDS / POOL
Red. Online
02.12.2024 07:00

Il presidente USA Joe Biden ha annunciato di aver concesso la grazia «totale e incondizionata» a suo figlio Hunter Biden, il quale era in attesa di sentenza in due distinti processi per possesso illegale di un'arma e per evasione fiscale, la prima prevista il prossimo 12 dicembre, la seconda il 16. 

La decisione segna un'inversione di tendenza per il presidente americano, dato che aveva più volte affermato che non avrebbe utilizzato il suo potere esecutivo per graziare il figlio o commutare la sua pena.

In una nota diffusa dalla Casa Bianca si legge: «Oggi ho firmato una grazia per mio figlio Hunter. Dal giorno in cui ho assunto l'incarico, ho detto che non avrei interferito con il processo decisionale del dipartimento di giustizia e ho mantenuto la parola anche se ho visto mio figlio essere perseguito in modo selettivo e ingiusto. Senza fattori aggravanti come l'uso in un crimine, gli acquisti multipli o l'acquisto di un'arma come prestanome, le persone non vengono quasi mai processate per reati gravi solo per come hanno compilato un modulo per le armi. Coloro che hanno pagato in ritardo le tasse a causa di gravi dipendenze, ma le hanno restituite in seguito con interessi e sanzioni, in genere ricevono sanzioni non penali. È chiaro che Hunter è stato trattato in modo diverso».

«Le accuse nei suoi casi - prosegue Biden - sono emerse solo dopo che diversi dei miei oppositori politici al Congresso li hanno istigati per attaccarmi e opporsi alla mia elezione. Poi, un patteggiamento attentamente negoziato, accettato dal dipartimento di giustizia, è andato in fumo in aula, con diversi dei miei oppositori politici al Congresso che si sono presi il merito di aver esercitato pressione politica sul processo. Se l'accordo di patteggiamento avesse avuto luogo, sarebbe stata una risoluzione giusta e ragionevole dei casi di Hunter».

«Per tutta la mia carriera ho seguito un semplice principio: dire semplicemente la verità al popolo americano. Esso sarà imparziale. Ecco la verità: credo nel sistema giudiziario ma... credo anche che la politica senza regole abbia infettato questo processo e abbia portato a un errore giudiziario, e una volta presa questa decisione questo fine settimana, non aveva senso ritardarla ulteriormente. Spero che gli americani capiscano perché un padre e un presidente sono giunti a questa decisione».

Hunter Biden è stato dichiarato colpevole nel Delaware a giugno di tre capi d'imputazione per reati gravi relativi all'acquisto di una pistola nel 2018. Sul modulo di acquisto dell'arma aveva scritto, falsamente, di non essere un consumatore di droghe illecite.

Si è poi dichiarato colpevole di nove accuse fiscali federali a Los Angeles a settembre. Le accuse di evasione fiscale prevedevano fino a 17 anni di carcere e le accuse di porto d'armi erano punibili fino a 25 anni, anche se le linee guida federali per le condanne avrebbero dovuto prevedere tempi molto più brevi, quindi - sottolinea il Guardian - il figlio del presidente sarebbe potuto riuscire a evitare il carcere.

La grazia copre tutti i «reati contro gli Stati Uniti che ha commesso o potrebbe aver commesso o a cui ha preso parte nel periodo dal 1° gennaio 2014 al 1° dicembre 2024, inclusi, ma non limitati a, tutti i reati accusati o perseguiti», si legge nella nota della Casa Bianca.

Joe Biden, di fatto, ha accusato i suoi oppositori politici di aver preso di mira il figlio 54.enne: «Nessuna persona ragionevole che esamina i fatti dei casi di Hunter può giungere ad altra conclusione se non che Hunter sia stato preso di mira solo perché è mio figlio, e questo è sbagliato». E ancora: «C'è stato un tentativo di fare a pezzi Hunter, che è sobrio da cinque anni e mezzo... e nel tentativo di fare a pezzi Hunter, hanno cercato di fare a pezzi me, e non c'è motivo di credere che si fermerà qui. Adesso basta», si è sfogato il presidente.

A ottobre, Donald Trump aveva dichiarato che non sarebbe stato sorpreso se Hunter Biden avesse ricevuto la grazia. E nelle scorse ore, sul social Truth, ha reagito con indignazione: «Il perdono concesso da Joe a Hunter include gli ostaggi del 6/1 (riferendosi ai fatti di Capitol Hill, ndr), che sono stati imprigionati per anni? Che abuso e errore giudiziario!», ha sottolineato il tycoon.

Pure James Comer, uno dei repubblicani che guida le indagini del Congresso sulla famiglia Biden, ha denunciato la grazia: «Le accuse che Hunter ha dovuto affrontare erano solo la punta dell'iceberg della corruzione sfacciata su cui il presidente Biden e la famiglia criminale Biden hanno mentito al popolo americano», ha scritto Comer su X, aggiungendo: «È un peccato che, anziché confessare i loro decenni di malefatte, il presidente Biden e la sua famiglia continuino a fare tutto il possibile per evitare di essere ritenuti responsabili».

Pure da Mosca sono arrivati commenti sulla grazia, definita una «caricatura della democrazia» da Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo.

Hunter Biden, dal canto suo, ha dichiarato all'Associated Press che non ha mai dato per scontato di venir graziato e ha giurato di dedicare la vita che ha ricostruito «ad aiutare coloro che sono ancora malati e sofferenti. Ho ammesso e mi sono assunto la responsabilità dei miei errori durante i giorni più bui della mia dipendenza, errori che sono stati sfruttati per umiliare e ricoprire di vergogna pubblicamente me e la mia famiglia per sport politico».

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