Joe Biden «ripesca» il Venezuela per rimpiazzare il petrolio russo
Il bisogno dell’Occidente di dover reperire il più rapidamente possibile fonti di approvvigionamento energetico alternative a quella russa, in particolare per quanto riguarda il petrolio, ha indotto anche gli Stati Uniti a rivedere i propri rapporti politico-diplomatici con il Venezuela. Paese contro il quale Washington, da diversi anni ormai, ha introdotto rigide sanzioni economiche.
Riavvicinamento
Nelle ultime settimane, a questo proposito, c’è stato un riavvicinamento tra gli Stati Uniti di Joe Biden e il Venezuela di Nicolas Maduro. Washington, in concreto, ha allentato le sanzioni economiche che gravano da anni sulla disastrata economia di Caracas. Lo stesso Maduro, alla fine della settimana scorsa, ha confermato ufficialmente che l’amministrazione Biden ha emesso licenze che renderanno possibile ad alcune grandi compagnie occidentali - tra cui l’americana Chevron, l’italiana ENI e la spagnola Repsol - lo sfruttamento del petrolio e del gas naturale dal Venezuela. In un programma televisivo, come riferito dai media occidentali, Maduro ha poi specificato che «si stanno compiendo i primi passi». Le citate compagnie, grazie alle licenze ottenute, già da settimana prossima saranno in grado di «produrre petrolio e gas in Venezuela per esportarli verso i loro mercati naturali». Il presidente venezuelano, reduce da una trasferta in Iran, dove ha sottoscritto un accordo ventenale con il regime degli ayatollah che riguarda anche il commercio degli idrocarburi, ha affermato altresì, entusiasta, che «il greggio di cui il mondo ha bisogno per funzionare è qui in Venezuela».
Favorire il dialogo interno
Pace è dunque fatta tra il regime di Maduro e gli USA? Niente affatto. Washington tiene la porta aperta al Venezuela per ragioni meramente economiche. L’obiettivo del presidente Joe Biden - che nell’ambito del vertice delle due Americhe conclusosi a Los Angeles venerdì scorso non aveva invitato Cuba, Nicaragua e Venezuela - è quello di favorire i negoziati tra il regime di Caracas e l’opposizione venezuelana. In questo senso il capo della Casa Bianca ha specificato che procederà in tale direzione su richiesta di Juan Guaidò, leader dell’opposizione, autoproclamatosi capo di Stato del Venezuela nel 2019.
Per Caracas la ripresa dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti rappresenta la possibilità di rilanciare la propria economia da troppo tempo agonizzante. Biden, d’altro canto, spera che il greggio venezuelano possa aiutare l’Europa a ridurre la dipendenza dalla Russia e a dirottare alcuni carichi del Venezuela destinati alla Cina, che non ha aderito alle sanzioni contro Mosca, ma ha continuato ad acquistare petrolio e gas russi.