Kim e Putin al cosmodromo di Vostochny: che cosa sappiamo, finora?
(Aggiornato) Il misterioso treno di Kim Jong-un, alla fine, è giunto al suo capolinea. Destinazione finale: il cosmodromo di Vostochny. Le indiscrezioni dei media internazionali divulgatesi rapidamente ieri, quindi, avevano ragione. L'attesissimo incontro tra i due leader si sta svolgendo nella remota regione dell'Amur, ma in luogo decisamente simbolico. Putin e Kim, che da mesi dichiarano di essere pronti «a tenersi per mano», non a caso hanno progetti ambiziosi da portare avanti insieme. Tra cui quello di cooperare in campo militare e aerospaziale. Da un lato, c'é la Corea del Nord che, invano, cerca di avvicinarsi allo spazio. I suoi ultimi, recenti tentativi di lanci spaziali, infatti, non sono andati a buon fine. Dall'altra parte, però, c'è Mosca. Che potrebbe rivelarsi una buona alleata per aiutare Pyongyang a mettere in orbita i suoi satelliti spia. Dopotutto, Putin stesso avrebbe già confermato di voler collaborare con la Corea del Nord per aiutarla in tal senso. E nel mentre, proprio oggi, di nuovo, Pyongyang ha lanciato due missili balistici non specificati, senza fornire dettagli.
Confermato il luogo dell'incontro, però, rimanevano ancora alcune cose da definire. A partire dall'orario preciso dell'appuntamento, mai ufficialmente comunicato. La Tass ha infatti riferito che i due leader hanno intrattenuto una «breve conversazione» in principio, a cui avrebbero fatto seguito dei negoziati «in forma estesa» e, con ogni probabilità, un incontro privato. Appuntamenti di cui, tuttavia, ancora si conosce poco. L'agenzia di stampa russa, infatti, si è limitata a dire che avverranno «nell'arco della giornata», senza fornire ulteriori dettagli.
Prima di cominciare, i due, sorridenti, si sono stretti la mano fisicamente, dopo quattro anni. Putin, in particolare, si è detto «molto contento» di rivedere il leader nordcoreano. Dopo aver annunciato del rapido incontro avvenuto tra i due leader, la Tass ha quindi fatto sapere che Putin e Kim, nelle prime ore al cosmodromo, hanno visitato insieme la struttura di lancio del razzo Soyuz-2 e quella di Angara, in costruzione da fine maggio del 2019 e ora nelle sue fasi iniziali. E non solo. Putin ha voluto far le cose in gran stile, e ha invitato Kim ad osservare la nuova piattaforma di lancio da un'altrettanto speciale piattaforma panoramica.
Secondo quanto riferito dal servizio stampa del Cremlino, ora, i colloqui dovrebbero essere ufficialmente conclusi. Nei primi minuti dell'incontro, a cui sono presenti anche le delegazioni di ambedue i Paesi, Kim Jong-un avrebbe affermato che il suo Paese «sostiene tutte le decisioni delle autorità russe e intende rimanere al fianco di Mosca per combattere contro l'imperialismo». Di più, il leader nordcoreano si è detto anche convinto che l'incontro odierno con il presidente russo possa contribuire a «elevare a un nuovo livello le relazioni tra i due Paesi». Tuttavia, il contenuto preciso dei colloqui, al momento, non è ancora stato comunicato. Al momento, ciò che è certo, è che l'incontro proseguirà con una cena ufficiale.
Fermata intermedia a Khasan
Ma andiamo con ordine. Prima di arrivare al cosmodromo, il treno blindato di Kim ha fatto sosta alla stazione di Khasan. Principale porta d'accesso ferroviaria per l'Estremo Oriente russo, entrando dalla Corea del Nord. Qui, il leader di Pyongyang ha avuto quella che i media internazionali descrivono come «un'accoglienza VIP». Con tanto di tappeto rosso, una guardia d'onore militare e la riproduzione degli inni nazionali russo e nordcoreano. Un ricevimento impeccabile, che Kim Jong-un ha gradito particolarmente. Sottolineando che la sua visita è una «chiara manifestazione» del fatto che il suo Paese dia «priorità all'importanza strategica» dei suoi legami con Mosca.
Dopo un breve incontro con il ministro dell'Ambiente russo, Alexander Kozlov, il leader nordcoreano si è quindi rimesso in viaggio verso nord. Dove, al cosmodromo di Vostochny, ha camminato nuovamente su un tappeto rosso davanti alle guardie d'onore, che sventolavano le bandiere di Russia e Corea del Nord.
Di cosa parleranno Putin e Kim
Ma torniamo sull'incontro, di cui per ora si sa ancora pochissimo. Di che cosa hanno parlato Kim Jong-un e Vladimir Putin, nel corso del loro incontro? Stando alle indiscrezioni del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, gran parte dei colloqui si è concentrata sulla «cooperazione bilaterale», che comprenderebbe i legami commerciali, economici e gli scambi culturali. Ma non solo. I due leader, verosimilmente, avrebbero avuto modo anche di discutere le proprio visioni e opinioni sulla situazione nei loro Paesi e sugli affari internazionali.
Tuttavia, i timori dell'Occidente suggeriscono che gran parte dei negoziati fosse dedicata a una possibile fornitura di armi nordcoreane per combattere in Ucraina. Mosca, negli ultimi 18 mesi di guerra, ha infatti esaurito le munizioni ed è stata costretta a imporre limiti di fuoco giornalieri, concentrandosi sull'utilizzo di altri tipi di armi e conservando razzi e proiettili. E, secondo gli esperti, la Corea del Nord disporrebbe di sufficienti munizioni da donare alla Russia.
Ma non è tutto. Detto dei possibili negoziati sulle armi, il leader nordcoreano, negli ultimi giorni, ha menzionato più volte «l'importanza strategica» dei legami del regime di Pyongyang con il Cremlino. Il che, in qualche modo, porta a credere che a bollire in pentola ci sia anche altro. Secondo gli esperti, il leader nordcoreano, durante l'incontro, potrebbe aver cercato di ottenere da Mosca un sostegno per le forniture di alimenti. Il Paese, già da tempo, sta infatti affrontando una carenza cronica di cibo. E chi, se non Putin, potrebbe rivelarsi il giusto alleato per far fronte al problema, diventato ormai troppo importante per essere ignorato?
Un incontro «disperato»
Nel frattempo, l'Occidente osserva. Senza stare in silenzio. La Casa Bianca, la scorsa settimana, ha lanciato una serie di avvertimenti, ricordando alla Corea del Nord che «pagherà un prezzo» qualora dovesse fornire armi alla Russia per il conflitto in Ucraina. Dal canto loro, però, fino ad ora Mosca e Pyongyang hanno sempre smentito le accuse.
Dagli Stati Uniti, poi, sono giunti commenti anche sulla natura stessa dell'incontro. Le dichiarazioni del portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller, dipingono un Vladimir Putin «disperato», che avrebbe fatto qualunque cosa per incontrare il suo omologo nordcoreano, confermando una volta di più il suo isolamento dal resto del mondo. «Aver attraversato il suo stesso Paese per incontrare un altro leader internazionale e chiedere assistenza in una guerra che si aspettava di vincere nel mese iniziale lo definirei come una richiesta di assistenza», ha confessato Miller.
Lo stesso, in parte, si potrebbe dire di Kim: quello verso Vostochny è infatti il primo viaggio all'estero del leader nordcoreano dal 2019. L'ultimo, quattro anni fa, guarda caso, fu sempre in Russia, per incontrare proprio Vladimir Putin.