Medio Oriente

«La bomba atomica su Gaza? È un'opzione»: nei guai un ministro israeliano

Sgomento per le parole del ministro di estrema destra Amichai Eliyahu, ora sospeso «fino a nuovo ordine» da ogni seduta del governo Netanyahu – L'opposizione: «Una dichiarazione folle che danneggia il nostro status internazionale»
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Red. Online
05.11.2023 11:02

«La bomba atomica su Gaza? Perché no?». Sgomento, in Israele e non solo, per le parole del ministro per il patrimonio culturale israeliano Amichai Eliyahu. In un'intervista concessa a Radio Kol BaRama nelle scorse ore, Eliyahu – membro del partito di estrema destra di Itamar Ben Gvir, Otzma Yehudit – ha dichiarato che sganciare un'arma nucleare sulla Striscia di Gaza sarebbe «un'opzione». Parlando al telefono, Eliyahu ha sostenuto che a Gaza «non ci sono "non combattenti", non esistono civili non coinvolti», aggiungendo che permettere l'invio di aiuti umanitari alla Striscia costituirebbe «un fallimento» per Israele: «Non daremmo certo aiuti umanitari ai nazisti». Eliyahu, che sostiene la riconquista del territorio della Striscia e il ripristino degli insediamenti, si è espresso sul destino dei palestinesi: «Possono andare in Irlanda (Paese storicamente vicino alla causa palestinese, ndr) o nei deserti. I mostri di Gaza dovrebbero trovare una soluzione da soli. Chiunque sventoli una bandiera palestinese o di Hamas non dovrebbe continuare a vivere su questo pianeta».

A Eliyahu, che non fa parte del gabinetto di sicurezza coinvolto nelle decisioni di guerra, è stato poi chiesto se - dal momento che a suo avviso non ci sono non combattenti - un attacco nucleare contro la Striscia di Gaza sia un'opzione. «Potrebbe essere una soluzione», la sua risposta. Eliyahu ha aggiunto: «Anche se ne andasse della vita dei 240 ostaggi israeliani: le guerre hanno un loro prezzo».

Le reazioni

L'uscita ha scatenato le reazioni degli altri vertici politici di Israele. A cominciare dal primo ministro Benjamin Netanyahu, il quale – dopo aver definito come «fuori dalla realtà» le parole di Eliyahu («Israele e l'IDF agiscono in conformità con il diritto internazionale per evitare danni ai non combattenti») – ha deciso di sospendere il ministro «da tutte le sedute del governo, fino a nuovo ordine», riportano i media israeliani. Una posizione sottolineata anche dall'ufficio del primo ministro tramite post su X.

Il leader dell'opposizione Yair Lapid, da parte sua, ha chiesto la rimozione del ministro: «Una dichiarazione scioccante e folle da parte di un ministro irresponsabile. Ha danneggiato le famiglie dei rapiti, ha danneggiato la società israeliana e ha danneggiato il nostro status internazionale. La presenza di estremisti nel governo mette in pericolo noi e il raggiungimento degli obiettivi della guerra: la sconfitta di Hamas e il ritorno degli ostaggi», ha scritto Lapid su X, aggiungendo che Netanyahu «deve licenziare Eliyahu questa mattina stessa».

Sulla stessa linea le parole del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant: «Condanno le parole infondate e irresponsabili del ministro Amichai Eliyahu. È positivo che queste non siano le persone responsabili della sicurezza di Israele».

Sempre su X, Eliyahu ha poi cercato di ritrattare: «È chiaro a chiunque che l'affermazione sulla bomba atomica è una metafora. Tuttavia, è assolutamente necessaria una risposta forte e sproporzionata al terrorismo, che chiarisca ai nazisti e ai loro sostenitori che il terrorismo non vale la pena. Questa è l’unica formula che gli Stati democratici possono utilizzare per affrontare il terrorismo. Allo stesso tempo, è chiaro che lo Stato di Israele è impegnato a fare tutto il possibile per restituire gli ostaggi sani e salvi».

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