La «Città Eterna» eternamente sporca
Roma, un museo a cielo aperto sempre più simile a una discarica. La Capitale italiana, costantemente confrontata con l’emergenza rifiuti, è stata di recente eletta la «città più sporca del mondo», davanti a New York e Glasgow. Il sondaggio è stato realizzato dalla rivista Time Out, che ha interpellato 27 mila persone in tutto il globo. Ora, il triste primato potrebbe lasciare il tempo che trova, dato che si tratta di un sondaggio su un campione decisamente ristretto, ma l’emergenza rifiuti a Roma è reale e causa una valanga di problemi a cittadini, turisti e autorità. Le foto diffuse sul web, anche da VIP e influencer, mostrano cassonetti traboccanti di spazzatura, marciapiedi intasati da sacchetti della "monnezza" tra cui fare lo slalom, topi nelle strade e cinghiali che rovistano tra i rifiuti. Uno spettacolo indecente, per una delle città più visitate e amate al mondo. Una bomba sociale, se si pensa alla disperazione dei residenti di alcuni quartieri, arrivati a bruciare campane del vetro e cassonetti perché AMA (Azienda Municipale Ambiente) da giorni non passava a raccogliere i rifiuti. L’incendio dell'impianto di trattamento di Malagrotta, avvenuto lo scorso 15 giugno, ha reso la situazione insostenibile. Ma il problema esiste da tempo.
Basti pensare che lo stesso sindaco Roberto Gualtieri, mesi fa, definiva la situazione «vergognosa», spingendo per la realizzazione del termovalorizzatore, il progetto osteggiato dal Movimento 5 Stelle che ha avuto un suo peso nella caduta del Governo Draghi. Il primo cittadino della Capitale ha in mente un impianto come quello francese di Issy-les-Moulineaux, nei pressi di Parigi, considerato uno dei più avanzati ed ecologici. Verrebbe costruito nell'area industriale di Santa Palomba e sarebbe in grado di smaltire fino a 600 tonnellate di rifiuti al giorno. Ad oggi solo promesse: Gualtieri ha fatto sapere ai microfoni di RTL 102.5 che l’emergenza causata dal rogo all’impianto di Malagrotta sarà superata nei prossimi giorni, ma «perché invece la situazione diventi ottimale ci vorranno nuovi impianti. Cioè almeno un paio d'anni». E intanto anche la Roma del turismo perde i pezzi.
La cattiva pubblicità e i turisti che fuggono
Il recente sondaggio della rivista Time Out è solo altra cattiva pubblicità per Roma, che va ad aggiungersi agli articoli di giornale e ai servizi televisivi con i riflettori sempre puntati sull’emergenza rifiuti. La viralità dei social network, specialmente se a denunciare il problema sono personaggi famosi, fa il resto. Risultato: i turisti fuggono, preferendo altre mete. E chissà se anche i numerosi svizzeri in viaggio verso l’Italia per l’estate non abbiano pensato di trascorrere qualche giorno nella Capitale italiana, per poi cambiare idea. Sta di fatto che l’emergenza rifiuti costa cara al settore turistico. Il vicepresidente di Federalberghi Roberto Necci negli scorsi giorni ha lanciato l’allarme sul Messaggero: «Rispetto alle previsioni ci troviamo con una riduzione tra il 20 e il 30 per cento delle camere che pensavamo di occupare. E la causa è fin troppo semplice da immaginare: il degrado di Roma che viene rilanciato sui social e dalla stampa internazionale. Le nostre istituzioni non si rendono conto di quanto ci fa male in termini di reputazione una foto postata sui social con le strade di Roma con i cassonetti abbandonati o i cinghiali che circolano liberi. Non solo molti stanno cancellando le camere già riservate, ma, ogni giorno che passa, rallenta il flusso delle nuove prenotazioni».
I reportage di persone comuni e VIP a spasso per la Città non si contano sui social, da Claudia Gerini ad Alessandro Gassman, da Simona Ventura ad Elena Santarelli, sino ad Anna Foglietta, che addirittura si chiede se il cittadino romano che paga le tasse non sia «nella posizione di costituirsi parte lesa e avviare una denuncia contro il Comune perché vivere in questo schifo lede la sua dignità». Roma, la città da 10 milioni di turisti all’anno, seconda solo a Parigi per quanto riguarda le vacanze nei Paesi dell’Unione europea, sta offrendo un pessimo biglietto da visita. Roma la «maggica», emblema di arte e cultura, regina della cucina. La Roma affascinante delle canzoni di Venditti o dei film di Fellini. Quella che abbiamo nel cuore. Una cartolina rovinata. Un peccato mortale: la «Città Eterna» eternamente sporca.