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La Corte internazionale di giustizia ordina a Israele di fermare l'offensiva

L'Aja chiede di fermare l'operazione militare a Rafah – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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La Corte internazionale di giustizia ordina a Israele di fermare l'offensiva
Red. Online
24.05.2024 06:24
18:53
18:53
Guterres: «Le decisioni dell'Aja sono vincolanti»

Per Antonio Guterres le decisioni della Corte internazionale di giustizia dell'Aja sono «vincolanti» e il segretario generale dell'Onu «confida che siano debitamente rispettate dalle parti». Lo afferma il portavoce del Palazzo di Vetro in una nota.

18:05
18:05
«Israele deve rispettare le decisioni dell'Aja»

L'ambasciatore palestinese all'Onu, Ryad Mansour, «plaude» alla decisione della Corte internazionale di giustizia dell'Aja che ha ordinato a Israele di fermare l'offensiva militare a Rafah.

«Accogliamo con favore queste misure provvisorie per la cessazione dell'operazione militare a Rafah e l'appello a riaprire il valico» per l'ingresso degli aiuti umanitari, ha detto, sottolineando che Israele «deve rispettare» queste decisioni vincolanti «senza esitazione».

17:00
17:00
«Raid aerei su Rafah poco dopo l'ordine della Corte di giustizia»

Pochi minuti dopo la decisione della Corte internazionale di giustizia, che ha ordinato a Israele di fermare l'offensiva a Rafah, aerei da guerra hanno lanciato una serie di attacchi sul campo di Shaboura, nel centro della città di Rafah. Lo riporta la Bbc.

Un attivista locale del vicino Kuwait Hospital ha detto alla Bbc che i suoni dei bombardamenti erano terrificanti e nuvole di fumo nero salivano sugli edifici del campo di Shaboura.

16:46
16:46
«La Corte dell'Aja è antisemita»

«L'ordinanza irrilevante della corte antisemita dell'Aja dovrebbe avere una sola risposta: l'occupazione di Rafah, l'aumento della pressione militare e della completa distruzione di Hamas, fino al raggiungimento della completa vittoria nella guerra». Lo ha detto il ministro israeliano della sicurezza nazionale - e leader di destra radicale - Itamar Ben Gvir citato da Ynet .

15:33
15:33
La Corte internazionale di giustizia ordina a Israele di fermare l'offensiva

La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha ordinato a Israele di fermare l'offensiva militare a Rafah, deliberando a seguito della richiesta del Sudafrica. «In conformità con queste indicazioni, sotto la convenzione del genocidio, Israele deve immediatamente fermare la sua offensiva militare e ogni altra azione nel governatorato di Rafah che potrebbe infliggere sul gruppo palestinese a Gaza condizioni di vita che potrebbe portare alla loro distruzione fisica, del tutto o in parte», ha affermato il presidente della Corte Nawaf Salam.

La Corte dell'Aja ha inoltre ordinato allo Stato ebraico di aprire il valico di frontiera di Rafah per l'assistenza umanitaria, affermando che, per preservare le prove, Israele deve adottare misure per garantire l'accesso senza ostacoli alla Striscia di Gaza agli inquirenti.

La Corte ha infine detto a Israele che deve presentare un rapporto sulle misure adottate entro un mese.

14:28
14:28
Scholz: «Al momento non è possibile riconoscere la Palestina»

«Non ci sono al momento le condizioni per riconoscere l'Autonomia palestinese come Stato. Serve una soluzione negoziata fra le due parti, Israele e i palestinesi» per una soluzione a due Stati. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Berlino con il premier portoghese Luis Montenegro. «Al momento siamo lontani da questo. Abbiamo bisogno di una tregua di lungo periodo. E che tutti i partecipanti si riconoscano nella soluzione a due Stati», ha aggiunto.

10:00
10:00
Recuperati i corpi di 3 ostaggi israeliani a Jabalya

L'IDF ha recuperato i corpi di 3 ostaggi israeliani, Hanan Yablonka, Michel Nisenbaum e Orion Hernandez, a Jabalya nel nord di Israele. Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che i 3 furono uccisi il 7 ottobre e portati a Gaza.

L'esercito ha spiegato che «sulla base delle informazioni verificate in nostro possesso, gli ostaggi sono stati assassinati durante il massacro del 7 ottobre e rapiti dall'incrocio del kibbutz Mefalsim» nel sud di Israele e portati «a Gaza dai terroristi di Hamas».

Il recupero - ha aggiunto - è avvenuto la scorsa notte in «un'operazione congiunta dell'IDF e dello Shin Bet sulla base di precise informazioni ottenute e analizzate negli ultimi giorni dal quartier generale della direzione dell'intelligence dell'IDF per gli ostaggi e le persone scomparse». All'inizio dell'operazione nella zona di Jabalya - nel nord di Gaza - «si sono svolti intensi combattimenti».

09:40
09:40
Israele taglia i contatti fra il consolato spagnolo e i palestinesi

Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha deciso di interrompere i contatti tra la «missione spagnola in Israele ed i palestinesi e di vietare al consolato spagnolo a Gerusalemme di fornire servizi ai palestinesi di Giudea e Samaria» (Cisgiordania).

Lo ha fatto saper il ministero aggiungendo che la mossa è in risposta alle parole della vice premier spagnola Yolanda Diaz - contenute in un video sui suoi social - secondo cui la Palestina «dovrà essere libera dal fiume al mare».

Il ministro spagnolo degli Affari esteri, José Manuel Albares, ha annunciato che il governo protesterà con Tel Aviv per la decisione di impedire che il consolato generale in Israele assista i palestinesi in Cisgiordania e ha negato che nell'esecutivo spagnolo ci siano «antisemiti». «Daremo la risposta opportuna. L'obiettivo è continuare a dare assistenza ai palestinesi, ai quali abbiamo triplicato gli aiuti», ha detto Albares in un'intervista radiofonica a Rac1.

06:25
06:25
Il punto alle 6.00

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che dieci persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che stanotte ha colpito un edificio residenziale nella città di Gaza.

Nella notte, inoltre, lo speaker della Camera USA Mike Johnson ha affermato che, a breve, il premier israeliano Benjamin Netanyahu parlerà al Congresso americano. Un discorso che segnalerà un «forte sostegno al governo israeliano».

ANP a rischio collasso finanziario

L'Autorità nazionale palestinese (ANP) sta affrontando la possibilità di un collasso finanziario: lo ha affermato ieri sera la Banca mondiale (BM) in un rapporto, mentre i flussi di entrate si esauriscono e l'attività economica crolla precipitosamente sullo sfondo della guerra nella Striscia di Gaza.

«La situazione fiscale» dell'ANP è «drammaticamente peggiorata negli ultimi tre mesi aumentando significativamente il rischio di un collasso fiscale», ha affermato in una nota la BM. «I flussi si sono in gran parte prosciugati a causa della drastica riduzione dei trasferimenti di entrate pagabili all'Autorità palestinese e di un massiccio calo dell'attività economica».

Nei prossimi mesi, il deficit dell'ANP dovrebbe raggiungere 1,2 miliardi di dollari, raddoppiando il deficit di finanziamento di 682 milioni di dollari alla fine del 2023. Si prevede che l'economia palestinese si contrarrà tra il 6,5 e il 9,6%, anche se la BM ha osservato che le prospettive rimangono «altamente incerte».

«L'aumento dell'assistenza estera e l'accumulo di ulteriori arretrati per i dipendenti pubblici e i fornitori sono le uniche opzioni di finanziamento disponibili per l'Autorità palestinese», ha affermato la BM.