Il caso

La crisi di Boeing farà aumentare i prezzi dei biglietti?

Gli ultimi, pesanti problemi accusati dal costruttore americano hanno rilanciato la questione, che riguarda pure Airbus: al settore negli ultimi anni sono mancati 4 mila aerei nuovi
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Marcello Pelizzari
18.03.2024 11:30

Il 2024 di Boeing, finora disastroso e non soltanto a causa del volo AS 1282 di Alaska Airlines, potrebbe generare (spiacevoli) effetti a cascata. Colpendo le compagnie aeree e, in ultima istanza, i passeggeri. Il motivo? Mancano, e mancheranno, aerei. United, Southwest e, in Europa, Ryanair sono fra i vettori maggiormente colpiti dalla situazione in cui versa il costruttore statunitense, costretto a correggere i tanti, troppi errori legati alla produzione del 737 MAX e, parallelamente, a ridurre le consegne di velivoli nuovi. 

Ma di che cosa stiamo parlando, concretamente? Veniamo subito al punto: con la stagione estiva alle porte, le compagnie stanno riducendo – per forza di cose – gli orari e cercando alternative ai 737 già ordinati. Boeing, dal canto suo, non può fare previsioni visto che sempre più ispettori stanno vivisezionando le sue fabbriche dopo quanto successo nei cieli sopra Portland lo scorso gennaio. L'agognata normalità, insomma, appare lontana. Anche perché pure Airbus sta avendo alcuni problemi ai motori dell'A320neo. Ne sa qualcosa, in questo senso, la compagnia di bandiera elvetica Swiss. 

Non solo: Airbus, il principale concorrente di Boeing, non ha spazio per accettare nuovi ordini. Le linee produttive, infatti, sono (quasi) esaurite da qui alla fine del decennio. Di qui l'impossibilità, per i vettori, di rivolgersi al rivale. Al pari di Boeing, anche Airbus sta intensificando gli sforzi per riportare la produzione ai livelli precedenti alla pandemia. Unendo i puntini, e cioè ricordando il problema (separato) ai motori dell'A320neo che ha tenuto a terra centinaia di aerei, ecco che la disponibilità di velivoli è scarsa, se non scarsissima, in un periodo di domanda elevata. Airbus ha un portafoglio ordini di oltre 8 mila aerei da soddisfare, mentre quello di Boeing supera le 6 mila unità.

Tramite un comunicato, Boeing ha spiegato di essere «fermamente concentrata sull'implementazione di cambiamenti per rafforzare la qualità in tutto il nostro sistema di produzione». Il costruttore vuole – e chiede – tempo «per consegnare aeroplani di alta qualità che soddisfino tutti i requisiti normativi». E ancora: «Continuiamo a rimanere in stretto contatto con i nostri stimati clienti su questi problemi e sulle nostre azioni per affrontarli».

Il problema, tuttavia, non è circoscritto al 2024. Né al singolo incidente, quello di Alaska Airlines. Boeing, infatti, da anni fatica a mantenere i ritmi promessi. E anche Airbus, come detto, non se la passa benissimo da questo punto di vista. Il risultato? Meno opzioni di volo per chi viaggia, cioè noi passeggeri, e prezzi dei biglietti di nuovo in salita. Un incubo, questo, già vissuto nel 2023. Le carenze, leggiamo, riguardano soprattutto i Boeing 737 (con il progetto MAX in testa) e gli Airbus A320. I due cavalli di battaglia del medio-raggio. In America, gli analisti hanno già fornito qualche cifra e alcune ipotesi: Amex Global Business Travel, ad esempio, ritiene che i biglietti in business per il coast-to-coast fra New York e Los Angeles aumenteranno fino all'8,5% durante la stagione estiva. Aumenti, sia in business sia in economy, anche per i collegamenti fra Seattle e San Francisco, nell'ordine del 18%, mentre i prezzi fra Chicago e Las Vegas potrebbero salire del 9,6%. Ahia. Gli ultimi dati forniti dal governo statunitense, in questo senso, sono emblematici: fra gennaio e febbraio le tariffe sono aumentate in media del 3,6%. Si tratta del maggior incremento mensile dal maggio 2022 a oggi.

I ritardi nella produzione di Airbus e Boeing, secondo le stime, negli ultimi tre, quattro anni hanno privato le compagnie aeree nel mondo di circa 4 mila nuovi aerei. I recentissimi problemi di Boeing, in questo senso, hanno accentuato i problemi, ampliando una volta di più il divario fra domanda e offerta. Con tutte le conseguenze del caso, dicevamo. Southwest ha ridotto e di molto i suoi piani di crescita per il 2024, bloccando anche una buona parte delle assunzioni previste. Il vettore ha specificato che verosimilmente non riceverà alcun 737 MAX 7, ancora in attesa di certificazione, mentre le consegne di altri modelli di Boeing saranno appena 46 rispetto alle 79 previste. Ryanair, invece, ha dichiarato che da qui alla fine di giugno le mancheranno 17 Boeing inizialmente previsti per le rotazioni. Tradotto: riduzione del programma estivo e fino a 5 milioni di passeggeri in meno per l'intero anno. In risposta, il vettore aumenterà i prezzi del 10% e ridurrà i servizi da Dublino, Milano e Varsavia.

Le prospettive, concludendo, sono tutto fuorché rosee. Boeing, al momento, deve attenersi alle limitazioni delle autorità di regolamentazione: può produrre solo 38 modelli di 737 al mese. Il problema è che nei primi due mesi del 2024 ne ha consegnati appena 42. E gli altri? Il mercato ha un disperato bisogno che Boeing ritrovi una cultura aziendale sana e una velocità produttiva degna della sua (precedente) fama. Che, soprattutto, si lasci definitivamente alle spalle problemi e scandali. La domanda, però, è se l'azienda sarà in grado di compiere questo passo oppure no.