La denuncia di un ex dipendente: «Meta valutò di condividere dati con la Cina»

Mark Zuckeberg ha valutato l'idea di condividere i dati degli utenti con la Cina nel tentativo, poi fallito, di portare Facebook nel Paese. Lo denuncia alla Securities and Exchange Commission (SEC) Sarah Wynn-Williams, ex dipendente della società licenziata nel 2017, secondo la quale Meta era disposta a spingersi a censurare contenuti e mettere a tacere il dissenso politico per cercare di portare la sua piattaforma nel Dragone.
Wynn-Williams, che lavorava nella squadra di Facebook che si occupava di Cina, ha affermato che il social media desiderava talmente tanto entrare nel mercato cinese da essere disposto a consentire al partito di governo di supervisionare tutti i contenuti della piattaforma che apparivano nel Paese e reprimere le opinioni contrarie.
Nel 2015 - secondo la denuncia presentata da Wynn-Williams e visionata dal Washington Post -, l'allora Facebook sviluppò un sistema di censura per Pechino e pianificò la creazione della figura di un «caporedattore» con il compito di decidere quali contenuti rimuovere e l'autorità di chiudere l'intero sito in periodi di «disordini sociali».
Per cercare di convincere le autorità cinesi Zuckerberg aveva anche accettato di reprimere l'account di un dissidente cinese di alto profilo che viveva negli Stati Uniti, riferisce Wynn-Williams nella denuncia, nella quale ha spiegato che i dirigenti di Meta hanno fornito «informazioni fuorvianti» agli investitori e alle autorità americane in merito alla Cina.