Il caso

La disinformazione contro McDonald's ha un prezzo

Il ramo malese ha citato in giudizio un movimento che promuove il boicottaggio di Israele per «dichiarazioni false e diffamatorie» – Alcuni post sui social avrebbero provocato tagli del personale, chiusure di alcuni punti vendita e perdita di profitti
Red. Online
30.12.2023 23:30

Ricordate il caso di disinformazione contro McDonald's legato al conflitto in Medio Oriente fra Hamas e Israele? Ecco, la branca malese del colosso del fast food ha citato in giudizio un movimento che promuove il boicottaggio di Israele per «dichiarazioni false e diffamatorie». Dichiarazioni che, aggiunge l'azienda, avrebbero danneggiato le sue attività. McDonald's ha altresì chiesto un risarcimento pari a 1,31 milioni di dollari.

La Malesia è un Paese a maggioranza musulmana ed è un convinto sostenitore della causa palestinese. Alcuni marchi occidentali, tuttavia, come in altre nazioni musulmane sono stati presi di mira da campagne di boicottaggio poiché falsamente accusati di sostenere l'offensiva dello Stato Ebraico contro Gaza. McDonald's Corporation, la casa madre negli Stati Uniti, a suo tempo era intervenuta tramite un comunicato stampa. Precisando di non finanziare e di non sostenere «alcun governo coinvolto» nell’attuale conflitto in Medio Oriente e aggiungendo che «qualsiasi azione da parte dei nostri partner commerciali locali che hanno in concessione il marchio sono stati create in modo indipendente senza il consenso o l’approvazione di McDonald’s».

Gerbang Alaf Restaurants Sdn Bhd, la licenziataria di McDonald's in Malesia, nello specifico ha citato in giudizio il movimento Boycott, Divestment and Sanctions Malaysia (BDS) per una serie di post sui social media che avrebbero collegato il franchising di fast food, fra le altre aziende, alla «guerra genocida contro i palestinesi di Gaza» di Israele.

Secondo un atto di citazione datato 19 dicembre e visionato da Reuters, Gerbang Alaf Restaurants ha affermato che BDS Malaysia ha incitato il pubblico a boicottare McDonald''s in Malesia, provocando una perdita di profitti e tagli di posti di lavoro, tra gli altri danni, a causa della chiusura e della riduzione degli orari di esercizio dei suoi punti vendita. Il ramo malese di McDonald's ha confermato di aver intentato la causa contro BDS Malesia per proteggere i propri «diritti e interessi», come recita un comunicato diffuso ieri, venerdì. In risposta, BDS Malaysia ha detto di «negare categoricamente» di aver diffamato l'azienda di fast food e di affidarsi al tribunale per dirimere la questione. 

Il movimento BDS mira a porre fine al sostegno internazionale per l'«oppressione dei palestinesi» da parte di Israele e a fare pressione sullo Stato Ebraico affinché rispetti il diritto internazionale.

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