La finale di Eurovision si avvicina e a Malmö monta (ancora) la protesta
Non si placano, a Malmö, le proteste contro la presenza di Israele a Eurovision. Due, come riporta fra gli altri Aftonbladet, i raduni autorizzati dalle autorità. Il primo, con «partenza» alle 15.30 da Stortorget, la piazza principale della città meridionale svedese, dovrebbe durare fino alle 19. Il secondo, organizzato nei pressi dell'arena in cui si svolgerà la finale, è in programma dalle 17 alle 22. Le autorità prevedono che alle manifestazioni potrebbero prendere parte fino a 25 mila persone. Un primo, grande moto di protesta aveva avuto luogo l'altroieri, giovedì: fra i partecipanti c'era pure l'attivista climatica Greta Thunberg. Intervistata dai media, aveva motivato così la sua presenza: «Ancora una volta i giovani stanno aprendo la strada, insegnando al mondo come bisognerebbe reagire».
L'ultimo atto dell'edizione 2024, detto delle proteste e dal solito, verrebbe da dire, legame fra competizione e politica, è stato caratterizzato altresì dal cosiddetto caso Joost Klein. L'artista olandese, infatti, è stato squalificato dalla finalissima perché accusato di aver minacciato una dipendente di Eurovision dopo la seconda semifinale. Venerdì, Klein è stato interrogato dalla polizia svedese. Sui social, al riguardo, le reazioni di sdegno non sono mancate. C'è chi, ad esempio, ha fatto notare con amara ironia che se l'artista olandese avesse mosso guerra e ucciso civili, probabilmente, sarebbe ancora in gara. Un chiaro riferimento a Israele, evidentemente. La stessa delegazione israeliana è stata accusata da più parti di aver disturbato e non poco i giornalisti e le altre delegazioni per aver fatto commenti o domande su quanto sta accadendo a Gaza. Con toni, eufemismo, piuttosto decisi.
La folla, tornando alle proteste odierne, nel frattempo ha scandito a più riprese cori pro-Gaza e slogan di vario tipo. Fra questi, Aftonbladet ha citato «I bambini di Gaza hanno diritto alla vita» e «Malmö dice no al genocidio». Mentre scriviamo queste righe, le autorità non hanno segnalato alcun problema di sorta in termini di disordini o violenze. «Dal canto nostro – ha sottolineato Evelina Olsson, portavoce della polizia – ci siamo preparati a lungo per questi scenari. Lo abbiamo fatto per circa sei mesi, quindi sì, siamo pronti».
Situata sulle rive dello stretto di Öresund, di fronte a Copenaghen, la città portuale di Malmö sta vivendo giorni di tensione ed è pesantemente sorvegliata dalle forze dell'ordine. Quelle cittadine e svedesi, in primis, ma anche quelle dei Paesi limitrofi. Ingenti, di riflesso, le risorse impiegate per garantire la sicurezza dell'evento e, nello specifico, per proteggere la delegazione israeliana. L'appello a unirsi ai moti di protesta era stato lanciato, a suo tempo, dal collettivo Stoppa Israël, al quale aderiscono una sessantina e oltre di organizzazioni.