Il caso

«La flotta ombra russa si è data ai sabotaggi: è ora di affrontarla»

Le navi utilizzate dal Cremlino per evadere le sanzioni internazionali starebbero anche compiendo azioni di guerra come il danneggiamento intenzionali di infrastrutture critiche per l'Occidente – Dopo il recente sequestro di una nave russa da parte delle autorità finlandesi, la NATO ha deciso di potenziare la propria presenza nel Mar Baltico
Red. Online
28.12.2024 12:30

Ne abbiamo parlato a più riprese. La flotta ombra di Vladimir Putin continua a trasportare il petrolio russo in tutto il mondo, infrangendo le sanzioni internazionali. Un sistema noto da tempo, a cui nel mese di ottobre si era aggiunto un ulteriore motivo di preoccupazione, di carattere climatico: le navi russe, spesso vecchie e in cattive condizioni, stanno infatti sversando petrolio nei mari di tutto il mondo. Ma la minaccia rappresentata dalla flotta ombra di Putin, hanno realizzato negli scorsi giorni i governi occidentali, si estende ben oltre l'evasione delle sanzioni e il rischio ambientale. 

La Finlandia, negli scorsi giorni, ha sequestrato una nave – la Eagle S – che trasportava petrolio russo nel Mar Baltico, per il sospetto che abbia causato danni a un totale di quattro cavi sottomarini. Danni intenzionali.

Sabotaggio

L'agenzia finlandese per i trasporti e le comunicazioni Traficom ha spiegato che due cavi in ​​fibra ottica di proprietà dell'operatore finlandese Elisa, che collegano Finlandia ed Estonia, sono stati spezzati, mentre un terzo collegamento tra i due Paesi, di proprietà della cinese Citic, è stato danneggiato. Si ritiene che sia stato reciso anche un quarto cavo Internet che collega la Finlandia alla Germania, appartenente al gruppo finlandese Cinia. A tagliarli, appunto, sarebbe stata la Eagle S. Sequestrata, la nave russa presenta tutte le caratteristiche di un mezzo appartenente alla flotta ombra, hanno confermato i commando finlandesi saliti a bordo. La petroliera da 70.000 tonnellate di greggio ha cambiato proprietario e gestore negli ultimi due anni e non dispone dei tipi di assicurazione che di solito hanno le petroliere, tutti indicatori importanti di una nave ombra. E, soprattutto, è partita da un porto russo poco prima che i cavi fossero tagliati. Se i sospetti dovessero essere confermati, il caso rappresenterebbe una svolta nella guerra. Per la prima volta dall'invasione dell'Ucraina una nave appartenente alla flotta ombra russa, sin qui utilizzata per spostare illegalmente il petrolio, sarebbe stata utilizzata per il sabotaggio di infrastrutture critiche in Europa: una chiara escalation da parte della Russia.

Intervistata dal quotidiano statunitense, Elisabeth Braw, senior fellow dell'Atlantic Council e autrice di ricerche sulle flotte ombra, ha spiegato che simili mezzi erano già utilizzati in passato da Iran, Corea del Nord e trafficanti di droga. Ma «da quando la Russia ha iniziato ad assemblare la sua flotta, il numero di navi ombra che solcano gli oceani è cresciuto di centinaia di unità e ora rappresenta il 17% dell'intera flotta petroliera mondiale. Ciò le rende un tumore difficile da gestire». E il loro utilizzo nel sabotaggio le rende ancora più pericolose. «Penso che a un certo punto la Russia abbia capito che, con tutte queste navi a disposizione, avrebbe potuto usarne qualcuna per causare un po' di danno in più». 

Azioni

Il sospetto che la Russia utilizzasse le navi ombra non solo per sfuggire alle sanzioni esisteva già prima del taglio dei cavi di questa settimana, ricorda il NYT. Lo scorso aprile, il capo della Marina svedese ha dichiarato a un'agenzia di stampa locale che vi erano prove che tali navi venivano utilizzate per svolgere attività di intelligence per conto della Russia e che alcuni pescherecci erano stati avvistati con antenne e piloni normalmente non presenti sulle navi commerciali.

Ma il caso riguardante il sabotaggio sta spingendo molti, in Europa, a chiedere un'azione più decisa contro la flotta di Putin. «Sappiamo della flotta ombra russa che opera nella nostra zona e sappiamo che la Russia sta sistematicamente conducendo una guerra ibrida contro i Paesi vicini della NATO/UE», ha dichiarato Lauri Läänemets, ministro degli Interni dell'Estonia, in una e-mail al New York Times. «È ora di abbandonare le illusioni e di affrontarla».

Detto, fatto. Ieri, alcuni Paesi della regione hanno annunciato il dispiegamento di risorse navali e di guardia costiera aggiuntive per rafforzare la sicurezza. Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, rispondendo alle richieste dei leader di Finlandia ed Estonia, entrambi Paesi membri, ha dichiarato che l'alleanza atlantica «potenzierà» la sua presenza militare nel Mar Baltico. «La NATO è solidale con gli alleati e condanna qualsiasi attacco alle infrastrutture critiche», ha scritto Rutte su X.

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