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La Groenlandia gela Vance e annuncia un governo anti-Trump

Nel giorno della controversa visita del vicepresidente USA alla remota base spaziale Usa di Pituffik, formato un ampio esecutivo per mostrare unità di fronte alla minacciosa campagna di annessione del tycoon
©CHRISTIAN KLINDT SOELBECK
Ats
28.03.2025 19:39

La Groenlandia gela i Vance nel giorno della loro controversa visita alla remota base spaziale Usa di Pituffik, annunciando dopo il voto il nuovo governo di coalizione in chiave anti-Trump. Sarà guidato dal moderato Jens-Frederik Nielsen, leader di Demokraatit, emerso come il partito più grande triplicando la sua rappresentanza a 10 seggi nelle elezioni dell'11 marzo.

Nielsen aveva esortato gli altri partiti a mettere da parte i disaccordi e a formare rapidamente un ampio governo di coalizione per mostrare unità di fronte alla minacciosa campagna del presidente americano per annettere il territorio semiautonomo danese.

Il suo appello è stato raccolto da quattro su cinque partiti, che controlleranno il 75% dei seggi, ossia 23 sui 31 dell'Inatsisartut, il Parlamento unicamerale locale. L'unico a restare fuori sarà il partito Naleraq, i sovranisti più vicini agli Stati Uniti, sostenitori di un referendum indipendentista immediato. Nielsen, invece, ha una posizione più attendista sulla secessione dalla Danimarca: favorevole, ma in un futuro remoto, quando i maggiori problemi del Paese saranno risolti.

Il nuovo governo ha incassato subito le congratulazioni della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che non ha rinunciato a una velata stoccata verso Washington: «Vi meritate partner che vi rispettino e vi trattino da pari a pari. E l'Unione europea è orgogliosa di essere un partner di questo tipo», ha scritto su X.

Una visita in salita, quindi, per il vicepresidente JD Vance e la moglie Usha, accompagnati dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz - nell'occhio del ciclone per il chat-gate - e da sua moglie Julia Nesheiwat, dal segretario all'Energia Chris Wright e dal senatore dello Utah Mike Lee.

Il viaggio è stato peraltro ridimensionato, tagliando la partecipazione ad una popolare gara di slitte trainate da cani, senza alcun invito da parte delle autorità della Groenlandia. A rendere il tutto più amaro, secondo un servizio trasmesso dalla danese Tv2, il fatto che nessun abitante ha accettato di farsi fotografare con la second lady Usha. Pure l'agenzia di viaggi Tupilak Travel, che inizialmente aveva accettato di prendersi cura della signora Vance, giovedì ha fatto dietrofront.

Questo non ha impedito a Vance - primo vicepresidente Usa a visitare l'isola e il più alto dirigente americano dopo il viaggio di Don Jr, il figlio maggiore del presidente americano - di attaccare i leader danesi per non aver fatto «un buon lavoro» e aver «investito poco» in Groenlandia per difenderla dalla crescente pressione russa e cinese. Vance ha però frenato sull'uso della forza minacciato dal commander in chief per prendersi l'isola: «Non pensiamo che la forza militare sarà mai necessaria.

Quello che pensiamo accadrà è che i groenlandesi sceglieranno, attraverso l'autodeterminazione, di diventare indipendenti dalla Danimarca, e poi avremo delle conversazioni con loro...e saremo in grado di concludere un accordo nello stile di Donald Trump per garantire la sicurezza di questo territorio e degli Usa». Ma nel frattempo, ha spiegato, gli Usa investiranno più risorse, «in ulteriori navi e rompighiaccio militari».

Poco prima Trump era stato più ambiguo: «Abbiamo bisogno della Groenlandia per la sicurezza internazionale: penso che capiranno, altrimenti glielo spiegheremo», aveva detto con tono intimidatorio, dopo aver ventilato recentemente anche l'uso della forza militare. Un disegno annessionistico che in fondo ricalca quello di Putin in Ucraina, con l'aggravante che qui si tratta di un Paese Nato alleato.

Tant'è che Putin, pur non rinunciando a rafforzare la leadership russa nell'Artico, gli ha dato quasi un via libera, riconoscendo che i piani Usa per la Groenlandia «sono seri» e hanno «profonde radici storiche». Un po' come i suoi in Ucraina.

Con la sua visita in Groenlandia Vance continua a uscire dall'ombra di Trump e a consolidare il suo ruolo di antagonista degli alleati europei, fustigati prima alla Conferenza di Monaco e poi nella chat del Pentagono sui raid anti-Houthi. Il vicepresidente sta rafforzando le tendenze di The Donald verso l'isolazionismo e il populismo economico, pensando forse già alla Casa Bianca nel 2028.

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