La guerra in Ucraina fa scuola: ora tutti vogliono i lanciarazzi HIMARS
La guerra in Ucraina fa scuola. L'invasione voluta dal Cremlino ha spinto numerosi Paesi, soprattutto quelli con "scomodi" vicini, a rivalutare i propri sistemi di difesa. E molti hanno deciso di incrementare il budget dedicato al settore militare. Il successo, in particolare, degli HIMARS — lanciarazzi prodotti dalla statunitense Lockheed Martin — ha attirato l'attenzione del mondo. Tanto che sempre più nazioni stanno stringendo accordi con Washington per l'acquisto di questo sistema d'artiglieria.
Il successo degli HIMARS
Ma cosa sono gli HIMARS? Gli High Mobility Artillery Rocket Systems sono lanciarazzi multipli leggeri, tra i più avanzati al mondo. Si tratta di unità mobili che possono lanciare simultaneamente più missili di precisione a guida GPS. Nel mese di giugno, Biden ha inviato a Kiev gli M142 HIMARS, versione più aggiornata e leggera dei più lenti M270 MLRS montati su camion. Grazie ai pacchetti approvati nei mesi seguenti, Washington ha incrementato il numero di HIMARS inviati in Ucraina. E la differenza s'è vista, eccome. I lanciarazzi sono stati utilizzati da Kiev, in particolare, nel contrastare l'offensiva russa nell'Est e Sud del Paese, con un impatto che molti analisti ritengono fondamentale. Un esempio? La riconquista di Kherson è stata resa possibile, con ogni probabilità, grazie al massiccio bombardamento, da parte degli HIMARS, dei ponti sul fiume Dnipro. Mentre Kiev distruggeva uno dopo l'altro i viadotti, le truppe del Cremlino si sono viste interrompere le proprie linee di rifornimento, ridotte le vie di fuga. Tanto da dover ritirarsi, lasciando così una città importante conquistata all'inizio dell'invasione. Nel corso della guerra, più in generale, la gittata da 300 chilometri degli HIMARS è stata utilizzata per colpire infrastrutture critiche come i depositi di rifornimenti e munizioni delle truppe russe. Più recentemente, si specula (Washington non ha confermato la notizia né ha voluto commentarla) gli HIMARS sarebbero stati utilizzati per l'attacco alla base di Makiivka nel quale sarebbero morte diverse centinaia di soldati russi (89 secondo le fonti del Cremlino).
Attorno alla Russia
Ora, dicevamo, molti Paesi confinanti con la Russia stanno stringendo accordi per dotarsi di questi sistemi d'artiglieria. Come l'Estonia, che a inizio dicembre ha annunciato di aver stretto un accordo con Washington. Un patto da 200 milioni di dollari per l'acquisto in cambio di una fornitura di HIMARS, accompagnata dall'invio di personale americano per addestrare le forze armate del Paese baltico all'uso degli armamenti. Un acquisto non istantaneo: i primi HIMARS raggiungeranno l'Estonia solo nel corso del 2024, gli ultimi arriveranno nel 2025.
Sempre lo scorso mese, la Lituania (che confina con l'exclave russa di Kaliningrad) ha ufficializzato la firma di un accordo con gli Stati Uniti del valore complessivo di quasi 500 milioni di dollari. Sul piatto, sempre e comunque, i tanto agognati HIMARS. Gli M142, come nel caso di Tallinn, raggiungeranno Vilnius solo tra qualche anno. Lockheed Martin, sempre più pressata dai nuovi ordini, progetta di consegnare i primi degli otto HIMARS alla Lituania solo nel 2025, concludendo nel 2026. La Lettonia dovrebbe a breve firmare un simile accordo.
La Polonia, invece, si era mossa in anticipo: già nel 2019 aveva ordinato all'azienda statunitense ben 20 di questi lanciarazzi, la cui consegna è prevista per il 2023. Le autorità polacche, tuttavia, si starebbero muovendo per assicurarsi altri rifornimenti.
Anche contro la Cina
Ma la Russia non è l'unica a preoccupare. Tra le potenze tenute d'occhio c'è anche la Cina. Per questo l'Australia — che a settembre 2021 ha firmato l'accordo di sicurezza AUKUS con Regno Unito e Stati Uniti — ha confermato in questi giorni di aver messo gli occhi, l'avrete capito, sempre sullo stesso sistema missilistico. Venti, si vocifera (mancano cifre ufficiali), gli HIMARS ordinati da Canberra. Il governo australiano, riporta il Telegraph, ha dichiarato che questi lanciarazzi «scoraggeranno gli attacchi all'Australia». L'efficacia del sistema HIMARS nel conflitto con l'Ucraina «ha certamente influenzato la decisione del governo», ha dal canto suo dichiarato, alla ABC, Pat Conroy, ministro della Difesa australiano. L'impressione che i governi si stiano accapigliando per gli HIMARS è stata confermata dallo stesso politico: «Abbiamo agito rapidamente per ordinare questi armamenti e assicurarci un posto in coda, visto il massiccio aumento della domanda mondiale».
Ma la lista d'attesa si allunga. L'Australia, rivelano i media internazionali, dovrebbe vedere i primi HIMARS consegnati solo fra il 2026 e il 2027.
Altrettanto evidente che nel mirino ci sia la Cina. Interrogato dalla ABC sulla possibilità che gli HIMARS siano schierati nel Pacifico, dove Pechino ha un crescente peso militare e diplomatico, Conroy ha risposto: «La facilità con cui gli HIMARS possono essere trasportati in qualsiasi parte del mondo li rende una risorsa davvero fondamentale».