La maxi-donazione di Meta: Zuckerberg cerca di riavvicinarsi a Trump
Dopo la vittoria elettorale di Donald Trump, le personalità di spicco delle Big Tech sono state tra le prime a celebrare il risultato: il fondatore di Amazon, Jeff Bezos. Il patron di Meta, Mark Zuckerberg. L’amministratore delegato di Apple, Tim Cook. E tanti altri leader di aziende tecnologiche.
L’ultima mossa a favore del neoeletto presidente USA arriva da Meta, attraverso una donazione di un milione di dollari al fondo che si sta occupando di organizzare l'inaugurazione di Donald Trump. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando come si tratti dell'ennesimo tentativo da parte di Mark Zuckerberg di rafforzare il rapporto, un tempo teso, con il presidente che entrerà in carica il prossimo 20 gennaio.
La donazione, si legge, rappresenta un allontanamento dalla prassi consolidata di Zuckerberg e della sua azienda, e arriva dopo che Trump, durante la campagna elettorale, aveva minacciato di prendere provvedimenti se il fondatore di Facebook avesse cercato di influenzare le elezioni a suo sfavore. Questo mentre Elon Musk, proprietario del social X, stava palesemente trainando l’ascesa del tycoon sul suo social media.
I tentativi di corteggiare la nuova amministrazione USA, secondo il WSJ, sono emblematici del «gioco di equilibrismo» dei vari leader del settore tecnologico, le cui aziende sono spesso state prese di mira da Trump e altri esponenti repubblicani, anche perché ritenute più vicine alle posizioni democratiche. Durante il suo primo mandato, il tycoon non ha risparmiato critiche e frecciatine alle Big Tech, considerando colossi come Meta, Twitter, Google e YouTube delle entità troppo potenti. Entità che, a suo dire, abusavano del loro potere per sopprimere le voci conservatrici e, quindi, influenzare il dibattito politico.
Ora, con i repubblicani pronti a prendere il controllo della Casa Bianca e di entrambe le Camere del Congresso, con il probabile arrivo di una nuova regolamentazione sulle tecnologie, alcuni dirigenti stanno adottando un atteggiamento decisamente più tenero nei confronti di Trump.
Il fondatore di Amazon Jeff Bezos, da tempo nemico del presidente entrante, si è congratulato con Trump su X dopo le elezioni per «uno straordinario ritorno politico e una vittoria decisiva», e negli scorsi giorni, durante una conferenza del New York Times, ha affermato di essere «molto ottimista questa volta»: «Quello che ho visto finora è che è più calmo di quanto non fosse la prima volta e più sicuro di sé, più stabile». Lo stesso Wall Street Journal, oggi, riferisce che – al pari di Meta – pure Amazon sarebbe in procinto di sbloccare un milione di dollari per l'inaugurazione.
Zuckerberg, invece, a novembre ha cenato con Trump nella lussuosissima tenuta di Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida. Un portavoce di Meta, dopo l’incontro in cui i presenti avrebbero parlato dell’amministrazione USA, aveva dichiarato: «È un momento importante per il futuro dell'innovazione americana. Mark è grato per l'invito a unirsi a cena con il presidente Trump e l'opportunità di incontrare i componenti della sua squadra».
I rapporti sul finanziamento delle campagne elettorali federali mostrano che Zuckerberg, in passato, ha sostenuto candidati al Congresso di entrambi gli schieramenti politici, ma si è sempre tenuto alla larga dalle elezioni presidenziali. Inoltre, né Zuckerberg né Meta hanno donato al fondo inaugurale di Trump nel 2017 né al fondo del presidente Biden nel 2021, secondo i registri pubblici visionati dal WSJ.
In passato i rapporti tra l’amministratore delegato di Meta e il tycoon sono stati decisamente altalenanti, tra critiche a misure politiche sui migranti e cene d’affari. Fino all’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio del 2021, con la decisione di Facebook di sospendere l’account di Trump. In seguito sono arrivate le minacce del tycoon di far passare il resto della vita in prigione a Zuckerberg se avesse cercato di truccare le elezioni del 2024 contro di lui, riferendosi alle donazioni di centinaia di milioni di dollari fatte dal CEO di Meta tramite una associazione non profit ai dipartimenti elettorali che nel 2020, durante la pandemia, non potevano affrontare le spese per garantire le misure di sicurezza anti-COVID. Quell'anno Trump perse le elezioni contro Biden, cavalcando poi la arcinota e mai dimostrata storia dei brogli elettorali.
A luglio del 2024, Zuckerberg ha elogiato la reazione di Trump dopo il tentativo di assassinio a Butler, in Pennsylvania, parlando di «una delle cose più toste che abbia mai visto in vita mia».
Ad agosto, il papà di Facebook, si è pure scagliato, non direttamente, contro Biden, affermando in una lettera al presidente repubblicano della Commissione giudiziaria della Camera che era stato inopportuno da parte dell'amministrazione USA aver fatto pressione su Facebook per censurare contenuti relativi al Covid-19 nel 2021, impegnandosi a respingere qualsiasi tentativo simile in futuro.
Dopo la vittoria elettorale di Trump, Zuckerberg si è congratulato con lui in un post sui social media, sottolineando di non vedere l'ora di lavorare con il nuovo presidente degli Stati Uniti.