Il caso

La Norvegia contro i miliardari in fuga

Oslo vuole introdurre regole più severe per chi lascia il Paese in cerca di regimi fiscali migliori, come Kjell Inge Røkke appena trasferitosi a Lugano
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Red. Online
30.11.2022 12:00

Miliardari norvegesi, attenti: il vostro Paese, agenzie di stampa alla mano, sta introducendo regole più severe. Volte proprio a tassare gli espatriati. E questo perché, a Lugano lo sappiamo bene, sempre più persone facoltose in Norvegia hanno deciso o stanno decidendo di trasferirsi all’estero per questioni fiscali.

In particolare, leggiamo, il governo di Oslo intende valutare l’introduzione di una cosiddetta «tassa di espatrio» sui capitali che lasciano il Paese. Con la sinistra al potere, le tasse applicate sulla fascia più ricca della popolazione sono aumentate. Lo stesso è successo, post pandemia, in altre nazioni come la Colombia o la Spagna.

L’aumento, come detto, ha spinto e sta spingendo diversi ricchi a prendere contromisure. Fra queste, c’è appunto il trasferimento all’estero. «Ho riscontrato un aumento sostanziale delle richieste di consulenza sull’emigrazione da parte di persone facoltose» ha dichiarato a Bloomberg Bettina Banoun, socia dello studio legale Wiersholm. «Il numero di miliardari che stanno pensando di trasferirsi è allarmante e c’è un grande aumento del numero di persone che sono già emigrate» ha aggiunto, specificando che il cliente tipo, in questo senso, è una persona il cui patrimonio netto supera il miliardo di corone norvegesi. Più o meno 100 milioni di dollari, al cambio attuale.

Che cosa c’entra Lugano?

La fuga, se così vogliamo chiamarla, sta appassionando i media locali e anche quelli internazionali. Anche perché i nomi illustri non mancano: ad esempio, il cambio di governo avvenuto nel 2021 ha convinto Bjørn Daehlie, pluricampione olimpico e mondiale nello sci di fondo, a compiere uno sprint che lo ha portato al di fuori dei confini norvegesi. E ancora: l’imprenditore Kjell Inge Røkke, il quarto uomo più ricco del Paese secondo il famoso Bloomberg Billionaires Index, si è trasferito alle nostre latitudini, a Lugano, come aveva riferito lo scorso settembre il quotidiano Dagens Naeringsliv citando una lettera inviata ad azionisti e colleghi. Il collega Davide Ilarietti, fra l’altro, lo aveva cercato (invano) presso un prestigioso resort a Collina d’Oro.

Non finisce qui

Il governo norvegese, inoltre, cercherà di fare il possibile affinché i guadagni non realizzati maturati in Norvegia fino al momento dell’espatrio siano effettivamente tassati nel Paese scandinavo. Parentesi: per guadagni non realizzati si intende, citiamo dal dizionario economico, un aumento del valore di un’attività o di un investimento che un investitore detiene ma non ha ancora venduto per contanti, come una posizione in azioni aperte.

Al momento, nulla è trapelato circa la possibilità di aumentare pure l’imposta sul patrimonio, mentre i membri della coalizione di governo avevano già concordato di aumentare l’aliquota fiscale effettiva sui dividendi e sulle plusvalenze al 37,8%.   

In Norvegia, tornando alla tassa patrimoniale, è prevista un’aliquota dello 0,7% a livello comunale sulla base delle attività che superano una base imponibile netta sul capitale di 1,7 milioni di corone norvegesi per i contribuenti single/non sposati e di 3,4 milioni per le coppie sposate. A livello statale, invece, l’aliquota è delo 0,25% ed è calcolata con lo stesso metro. Nel 2022, per contro, è stato introdotto un nuovo scalino per l’aliquota statale: per una ricchezza netta superiore a 20 milioni di corone (40 milioni per le coppie sposate) l’aliquota è infatti dello 0,4%. Pertanto, l’aliquota massima dell’imposta sul patrimonio è dell’1,1%.

Quanto all’imposta generale sul reddito, l’aliquota è fissata al 22%.

Quanto paga(va) Røkke

Nel caso di Røkke, si stima che la tassa sul suo patrimonio netto gli costi da 600 mila a 1 milione di corone norvegesi al giorno. Parliamo di 60-100 mila dollari. A detta di molti, era il maggior contribuente del Paese nonostante anni e anni di redditi non dichiarati. «Tutti coloro che si occupano di economia e finanza pensano che Røkke si sia trasferito in Svizzera a causa della tassa patrimoniale» aveva dichiarato a suo tempo Ole Gjems-Onstad, professore emerito presso la Norwegian Business School BI. Gjems-Onstad ha paragonato la mossa a un «attacco frontale» alla tassa stessa «indipendentemente da ciò che dice Røkke sul bel clima in Svizzera e sulla sua posizione centrale».