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La polizia israeliana conferma la morte di Sinwar

Con un comunicato ufficiale è stato confermato che il corpo del capo del movimento islamista Hamas è stato identificato sulla base dell'esame dell'arcata dentale – Sono in corso comunque ulteriori test – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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La polizia israeliana conferma la morte di Sinwar
Red. Online
17.10.2024 06:55
23:46
23:46
Idf: «Sinwar ucciso a Rafah a sud della Striscia di Gaza»

Il portavoce dell'esercito israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha reso noto che il leader di Hamas Yahya Sinwar è stato ucciso a Rafah nel sud della Striscia di Gaza.

«Ieri a Tel Sultan a Rafah, Yahya Sinwar è stato eliminato dai combattenti dell'esercito», ha riferito l'Idf in un comunicato alla televisione precisando che «l'esercito e lo Shabak (l'intelligence interna, ndr) hanno operato per mesi per fornire informazioni utili all'eliminazione del capo di Hamas».

22:47
22:47
L'Idf diffonde un video che mostra Sinwar prima di essere ucciso

L'esercito israeliano ha diffuso in serata un video, realizzato grazie ad un drone, che riprenderebbe il capo di Hamas, Yahya Sinwar, nei suoi ultimi istanti prima di essere ucciso. Nelle immagini si vede un uomo ferito che lancia un oggetto contro il drone. Seduto su una poltrona di un salotto sventrato al primo piano di un edificio parzialmente distrutto, l'uomo ha il volto nascosto da un tessuto che potrebbe essere una kefiah e ha in mano un oggetto somigliante a una sciabola che scaglia sul drone.

22:46
22:46
Starmer: «Il Regno Unito non piangerà per la morte di Sinwar»

«Il Regno Unito non piangerà la morte» del leader di Hamas Yahya Sinwar, 'la mente del giorno più letale della storia ebraica dopo l'Olocausto', ha dichiarato il primo ministro Keir Starmer, aggiungendo che i suoi 'pensieri' sono con 'le famiglie delle vittime' del 7 ottobre.

Il leader laburista ha nuovamente chiesto «il rilascio di tutti gli ostaggi, un cessate il fuoco immediato e un aumento degli aiuti umanitari» a Gaza, «in modo da poter procedere verso una pace duratura in Medio Oriente».

22:41
22:41
«Biden e Netanyahu hanno parlato di ostaggi e fine della guerra»

Joe Biden si è congratulato con il premier israeliano Benjamin Netanyahu per l'operazione con cui è stato ucciso il leader di Hamas Yahya Sinwar. I due leader hanno parlato di «come usare questo momento per portare gli ostaggi a casa e mettere fine alla guerra». Lo riferisce la Casa Bianca.

22:36
22:36
Il segretario di Stato USA Blinken andrà in Israele

Il segretario di stato Antony Blinken andrà in Israele, «ho informato Netanyuahu». Lo ha detto Joe Biden, secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg.

22:35
22:35
Belgio: «La soluzione dei due Stati viene resa sempre più impossibile»

«Tutti parlano della soluzione a due Stati ma settimana dopo settimana vediamo che vengono presi passi per renderla impossibile. Se si riduce Gaza in macerie come può essere costruita poi una nazione». Lo ha detto il premier belga, Alexander De Croo, parlando alla stampa al termine del summit Ue.

«Tutti noi rispettiamo la ricerca di Netanyahu per ottenere garanzie di sicurezza ma possono solo essere frutto di un processo politico. Vediamo che la soluzione di due Stati è stata resa ormai un'utopia e questa cosa è problematica», ha aggiunto De Croo.

«Una rivalutazione dell'accordo di associazione Ue-Israele è qualcosa che dobbiamo prendere in considerazione, un embargo alle armi è qualcosa che dobbiamo prendere in considerazione, le sanzioni contro i coloni violenti i Cisgiordania sono qualcosa da prendere i considerazione, ma non abbiamo trovato consenso su queste misure», ha concluso De Croo.

22:17
22:17
Von der Leyen: «La morte di Sinwar indebolirà Hamas»

«Sinwar era il leader dell'organizzazione terroristica Hamas, la mente dell'attacco terroristico del 7 ottobre e la sua morte è significativa per indebolire Hamas». Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

22:10
22:10
Scholz: «Sinwar responsabile delle attività efferate di Hamas»

«Israele ha il diritto di difendersi» e Yahya Sinwar «è stato responsabile per le attività efferate di Hamas» commesse il 7 ottobre. Lo ha detto il cancelliere tedesco interpellato sulla morte di Sinwar.

21:43
21:43
Uccisione Sinwar; Biden esulta: «Ora si trovi un'intesa e si metta fine alla guerra»

«Un bel giorno per Israele, gli Usa e il mondo. E l'occasione giusta per raggiungere un accordo e mettere fine alla guerra a Gaza». Il presidente degli Usa Joe Biden e la sua vice nonché candidata alle presidenziali del 5 novembre Kamala Harris salutano la morte del leader del movimento islamista al potere a Gaza Hamas, Yahya Sinwar, e la rimozione di quello che è stato considerato a lungo l'ostacolo maggiore al raggiungimento di un'intesa per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.

Malgrado le parole del premier israeliano Benyamin Netanyahu, secondo cui la guerra non è affatto finita, l'amministrazione americana intravede finalmente un'apertura per cercare di raggiungere una tregua. «C'è l'opportunità per un 'day after' a Gaza senza Hamas al potere, e per una soluzione politica che offra un futuro migliore a israeliani e palestinesi. Sinwar era un ostacolo insormontabile al raggiungimento di questi obiettivi. Questo ostacolo ora non esiste più», sono state le parole, chiarissime, dell'inquilino della Casa Bianca.

La speranza nella Washington democratica, soprattutto alla vigilia delle presidenziali, è ovviamente quella di un'accelerazione nelle trattative: il segretario di Stato Antony Blinken ne ha già parlato con il premier del Qatar. Senza il suo leader, osserva tra gli altri il quotidiano The New York Times, Hamas potrebbe accettare alcune delle richieste di Israele, e quindi facilitare un'intesa. E dall'altra parte l'uccisione di Sinwar potrebbe concedere al premier israeliano una vittoria quantomeno simbolica da poter usare come copertura politica per ammorbidire la sua posizione negoziale.

Certo le incognite restano, e sui colloqui un grande peso lo avrà chi succederà a Sinwar. I servizi segreti americani, riferisce l'emittente televisiva Cnn, stanno già lavorando per cercare di individuare chi ne prenderà il posto. Fra i possibili successori ci sarebbe il fratello, Mohammed Sinwar: se prendesse lui la guida, le trattative sarebbero finite, secondo i funzionari americani.

A sperare che senza Sinwar sia più facile raggiungere un accordo sono anche Roma, Parigi e Berlino. «Mi auguro che la scomparsa del leader di Hamas possa portare a un cessate il fuoco a Gaza», ha detto il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani. «Lo dirò ai vertici israeliani lunedì», quando sarà in visita nel paese, «chiedendo che si arrivi a un cessate fuoco a Gaza e in Libano», ha aggiunto il ministro. Gli ha fatto eco la collega tedesca Annalena Baerbock: «Chiediamo di deporre le armi e il rilascio immediato di tutti gli ostaggi», ha affermato. La stessa richiesta è stata avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron.

La morte di Sinwar sarà al centro del vertice a Berlino fra Biden, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il capo dell'Eliseo e il primo ministro britannico Keir Starmer. La scomparsa del leader di Hamas ha infatti costretto a rivedere l'agenda dei lavori, inizialmente concentrati per la maggior parte sull'Ucraina. Mentre la premier italiana Giorgia Meloni, non invitata al vertice in Germania, domani volerà in Libano e Giordania per interlocuzioni dirette con i protagonisti della crisi mediorientale.

21:28
21:28
Netanyahu a Hamas: «Arrendetevi e liberate gli ostaggi»

«Ai terroristi di Hamas dico: i vostri leader stanno scappando e saranno eliminati. Faccio appello a tutti coloro che tengono i nostri ostaggi: a chiunque deporrà le armi e libererà i nostri ostaggi, permetteremo di andarsene e continuare a vivere». Lo ha detto in un discorso al paese il premier israeliano Benyamin Netanyahu, citato dai media israeliani, aggiungendo che «il ritorno degli ostaggi è un'opportunità per raggiungere tutti i nostri obiettivi e avvicinare la fine della guerra».

«Oggi il male ha subito un grave colpo, ma la nostra missione non è ancora finita. Alle famiglie dei rapiti io dico, questo è un momento importante della guerra, continueremo con tutta la forza a lavorare per farli tornare a casa. I vostri cari sono i nostri cari», ha aggiunto.

21:27
21:27
Hamas non ha un delfino, si va verso un triumvirato

Il movimento islamista Hamas, al potere a Gaza, sopravviverà anche senza il suo leader Yahya Sinwar, ucciso nella Striscia da Israele dopo più di un anno dal 7 ottobre del 2023, quando miliziani fecero una strage nello Stato ebraico. Ma come già successo per l'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese Hezbollah, il vertice di Hamas potrebbe rimanere, almeno per il momento, vacante, con una sorta di triumvirato pro tempore in attesa delle prossime fasi del conflitto con Israele.

Con la quasi certezza dell'uccisione l'estate scorsa di Muhammad Deif, i tre nomi che circolano insistentemente come i possibili successori di Sinwar provengono da correnti di Hamas diverse e, per certi aspetti, contrapposti. E potrebbero, almeno in un primo momento, guidare l'organizzazione insieme.

C'è Muhammad Sinwar, 49 anni, fratello minore del defunto leader e considerato un altro oltranzista che si opporrebbe sia a un eventuale accordo con Israele e gli Stati Uniti per un cessate il fuoco sia a una riconciliazione con l'organizzazione palestinese facente parte dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina Fatah, al potere in Cisgiordania.

Sinwar jr, più volte nel mirino dello Stato ebraico, è stato a lungo considerato il braccio destro del fratello tanto da ricevere l'incarico nel corso degli anni di coordinare i lavori per la costruzione della fitta rete di tunnel e bunker sotto la Striscia.

Un altro nome, che sembra ricevere i favori degli Stati Uniti e degli altri alleati di Israele nella regione, è quello di Khalil al Hayya, 63 anni, una delle figure più influenti rimaste in vita nell'ufficio politico di Hamas a Gaza. Di stanza in Qatar, è stato coinvolto nei negoziati per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza e gli osservatori lo ritengono una persona con cui è possibile instaurare un dialogo.

Originario della Striscia, Hayya era salito di grado nel gennaio scorso quando a Beirut (Libano) era stato ucciso da Israele Saleh Arouri, vice presidente del politburo del movimento.

C'è poi l'intramontabile Khaled Meshaal, 68 anni, originario della Cisgiordania e da anni rifugiatosi in Qarar. Meshaal, che aveva preceduto Haniye alla guida dell'ufficio politico di Hamas dal 1996 al 2017, non sembra però avere l'influenza e l'autorità di un tempo sui quadri operativi di Hamas e sui dirigenti rimasti a Gaza.

Dietro a Meshaal, in Qatar, c'è una figura che potrebbe emergere in futuro: Fathi Hamad, ex membro della «sicurezza nazionale», considerato più oltranzista e anti-Fatah.

Dietro a questo ipotetico triumvirato, tutt'altro che armonioso al suo interno, emergono figure ben note agli addetti ai lavori ma che finora non hanno mai svolto incarichi apicali. Tra questi c'è Nizar Awdallah, 67 anni, ex vice segretario di Hamas, originario di Gaza, e famoso per essere arrivato secondo, dietro a Sinwar, alle elezioni primarie del movimento nel 2021. Awdallah è ricordato perché svolse un ruolo chiave nei negoziati con Israele per lo scambio, nel 2011, tra Gilad Shalit (carrista delle forze di difesa israeliane catturato da un commando palestinese a Kerem Shalom, località israeliana non lontana dal confine con la striscia di Gaza, il 25 giugno 2006) e più di mille prigionieri palestinesi.

Il nome di Mousa Abu Marzouq è sicuramente quello più noto nella lista delle seconde linee. Originario di Rafah, nella Striscia, il 73enne dirigente palestinese ha passato lunghi anni negli Stati Uniti e in carcere. È stato indicato di recente come il portavoce del politburo di Hamas e ha gestito a lungo, dietro a Haniye, gli affari interni del partito. Oggi fa la spola tra Doha e il Cairo. E sebbene il suo potere sia diminuito negli ultimi anni, la sua lunga esperienza e la capacità di negoziare con attori internazionali potrebbero renderlo una figura chiave. Ma è visto come moderato e questo potrebbe frenare la sua ascesa presso gli ambienti più massimalisti.

Non è da trascurare quella che alcuni chiamano la «pista turca», in riferimento a figure di Hamas da anni basate in Turchia e che potrebbero emergere ora collegandosi alla leadership del movimento in Cisgiordania, con Zaher Jabarin in testa.

19:12
19:12
Pure il ministro degli esteri conferma: «Sinwar eliminato»

Il ministro israeliano degli esteri Israel Katz ha confermato ufficialmente la morte del capo del movimento islamista Hamas, Yahya Sinwar: «Il grande assassino Yahya Sinwar, responsabile del massacro e delle atrocità del 7 ottobre, è stato eliminato dai soldati dell'Idf», l'esercito dello Stato ebraico, ha dichiarato.

Katz ha inviato un messaggio a decine di ministri degli esteri in tutto il mondo: «Il grande assassino Yahya Sinwar, responsabile del massacro e delle atrocità del 7 ottobre, è stato eliminato dai soldati dell'Idf. Questo è un grande risultato militare e morale» per Israele e una vittoria per l'intero mondo libero contro l'asse malvagio dell'Islam estremo che guida l'Iran. L'eliminazione di Sinwar crea la possibilità per il rilascio immediato dei rapiti e per realizzare un cambiamento che porterà ad una nuova realtà a Gaza». Ha scritto il ministro. «Senza Hamas e senza il controllo iraniano, Israele ha bisogno ora più che mai del vostro sostegno e della vostra assistenza per portare avanti questi importanti obiettivi», ha concluso.

19:00
19:00
Anche l'Idf conferma la morte di Sinwar

Anche l'Idf conferma la morte di Yahya Sinwar con un post su X in cui scrive: «Eliminato: Yahya Sinwar».

18:31
18:31
I leader islamisti eliminati in un anno di guerra

Con l'eliminazione del suo finora imprendibile capo, Yahya Sinwar, il movimento islamista Hamas appare sempre più indebolito, colpito da Israele in un pesante martellamento che non ha risparmiato neppure gli altri gruppi legati a Teheran, come Hezbollah in Libano o le stesse milizie delle Guardie rivoluzionarie iraniane (Pasdaran).

Tra i principali personaggi del cosiddetto «asse della resistenza» eliminati dallo Stato ebraico nell'ultimo anno figura certamente Hassan Nasrallah, storico leader di Hezbollah (letteralmente partito di Dio), ucciso il 27 settembre a Beirut (Libano) insieme al vicecomandante della Forza Quds dei Pasdaran sempre in Libano e ad altri alti ufficiali. Lo segue dopo qualche giorno, a inizio ottobre, quello che sarebbe dovuto essere il suo successore, Hashem Safieddine, in un raid condotto sempre alla periferia meridionale della capitale libanese.

Il 24 settembre è stato eliminato Ibrahim Qubaisi, comandante e figura di spicco della divisione missilistica di Hezbollah, responsabile anche, secondo lo Stato ebraico, dell'attacco nel 2000 in cui furono uccisi e rapiti tre soldati delle forze armate dello Stato ebraico (Idf) i cui corpi furono restituiti in uno scambio nel 2004. Il 20 settembre era toccato a Ibrahim Aqil, comandante delle operazioni di Hezbollah, esponente del massimo organo militare del gruppo, e ad Ahmed Wahbi, un alto comandante. Un altro colpo ad Hezbollah è stato inflitto da Israele il 30 luglio, quando in un attacco alla periferia sud di Beirut venne colpito a morte Fuad Shukr, identificato come il braccio destro di Nasrallah.

Il 31 luglio era toccato ad Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas all'estero, ucciso da una bomba nella foresteria dei Pasdaran che lo ospitava a Teheran. Un'operazione attribuita al Mossad (agenzia di intelligence e di sicurezza focalizzata sulle operazioni all'estero) che scatenò le ire dell'Iran. Settimane prime, il 13 luglio, era stato eliminato l'inafferrabile Mohammed Deif, sopravvissuto a diversi tentativi di omicidio, primula rossa e numero uno delle Brigate al-Qassam, tra gli architetti del massacro del 7 ottobre; mentre il 3 luglio la stessa sorte era toccata a Mohammed Nasser, responsabile di una parte delle operazioni di Hezbollah alla frontiera.

L'11 giugno la campana era suonata invece per Taleb Abdallah, comandante senior di Hezbollah e responsabile del lancio dei missili anti-tank e dei razzi dal sudovest del Libano verso Israele. Il 2 aprile infine, in un raid condotto contro il consolato iraniano di Damasco (Siria), aveva perso la vita Mohammad Reza Zahedi, comandante senior della Forza Quds e responsabile del collegamento con Hezbollah.

17:27
17:27
Le famiglie degli ostaggi si congratulano per l'eliminazione di Sinwar

Nonostante non ci sia ancora la conferma ufficiale e pubblica dell'esercito israeliano (Idf) che uno dei tre terroristi uccisi a Gaza sia effettivamente il capo del movimento islamista Hamas, Yahya Sinwar, il Forum delle famiglie dei rapiti ha rilasciato una nota che induce a pensare che i parenti abbiano già ricevuto informazioni precise.

«Il Forum delle famiglie degli ostaggi si congratula con le forze di sicurezza per l'eliminazione di Sinwar, responsabile del più grande massacro che il nostro paese abbia mai affrontato, dell'uccisione di migliaia di persone e del rapimento di altre centinaia», si legge nel comunicato.

«Tuttavia, esprimiamo profonda preoccupazione per la sorte dei 101 uomini, donne, anziani e bambini ancora prigionieri di Hamas a Gaza. Chiediamo al governo israeliano, ai leader mondiali e ai paesi mediatori di trasformare il risultato militare in un risultato diplomatico, perseguendo un accordo immediato per il rilascio di tutti i 101 ostaggi: i vivi per la riabilitazione e gli uccisi per una degna sepoltura», conclude la nota.

17:18
17:18
Israele: la polizia conferma la morte di Sinwar

La polizia israeliana, in un comunicato ufficiale, ha confermato che il corpo del capo del movimento islamista Hamas, Yahya Sinwar, è stato identificato sulla base dell'esame dell'arcata dentale. Sono in corso comunque ulteriori test.

Non ci sono dunque più dubbi: Sinwar è stato ucciso oggi in un'operazione dell'esercito israeliano a Gaza.

17:14
17:14
Israele: «L'operazione non mirava a Sinwar, l'Idf non sapeva fosse lì»

Le truppe dell'esercito dello Stato ebraico (Idf) impegnate nell'operazione a Gaza in cui con ogni probabilità è stato ucciso il capo del movimento islamista Hamas, Yahya Sinwar, non avevano come obiettivo lui e non sapevano che potesse trovarsi nell'edificio in cui stavano operando. Lo riporta il quotidiano in linea The Times of Israel nelle prime ricostruzioni dell'accaduto.

Le truppe hanno avvistato diversi combattenti entrare in un edificio in un'operazione iniziata ieri ed è stato ordinato un attacco, provocando il crollo parziale della struttura.

Solo dopo che i soldati israeliani sono arrivati per ispezionare i danni - prosegue il media israeliano - si sono resi conto che «uno dei tre terroristi uccisi somigliava molto a Sinwar».

17:12
17:12
Al Sisi riceve Araghchi: «Lavoriamo per pace e stabilità»

Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha ricevuto oggi il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi, alla presenza del suo omologo egiziano Badr Abdelatty, riaffermando la necessità «che il cerchio del conflitto non si allarghi e di porre fine all'escalation, per evitare di sprofondare in una guerra regionale globale, che avrebbe gravi ripercussioni sulla sicurezza e sulle capacità di tutti i paesi e popoli nella regione». Lo riferisce la presidenza egiziana in una nota.

Al Sisi ha sottolineato la necessità di «proseguire e intensificare gli sforzi internazionali volti a un cessate il fuoco a Gaza e in Libano, a porre fine alle violazioni e agli attacchi in Cisgiordania e a spostare aiuti urgenti e sufficienti ad azioni umanitarie per porre fine al peggioramento delle sofferenze dei civili».

Da parte sua, il ministro iraniano - precisa il comunicato - «ha espresso l'apprezzamento del suo paese per i continui sforzi dell'Egitto per raggiungere stabilità e sicurezza nella regione, lodando il ruolo egiziano in questo senso su tutti i fronti».

Al termine della visita di Araghchi al Cairo, la prima di un'alta autorità iraniana in Egitto in undici anni, si è infine «convenuto sull'importanza di continuare il percorso attuale per esplorare le prospettive di sviluppo congiunto delle relazioni tra i due paesi».

In precedenza, in un incontro tra i ministri degli esteri dei due paesi, sono stati esaminati gli ultimi sviluppi dei conflitti in atto nella regione, a Gaza, sul Mar Rosso e in Libano, sottolineando «il completo rifiuto dell'Egitto di compromettere la sovranità libanese e la necessità di preservare l'unità e l'integrità del territorio libanese».

Il Cairo chiede un cessate il fuoco immediato su entrambi i fronti e l'attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite «in tutti i suoi elementi da parte di tutte le parti, senza selettività».

17:08
17:08
«Test dentali e DNA su presunto corpo di Sinwar»

Gli esperti israeliani stanno esaminando il corpo che sembrerebbe essere del capo del movimento islamista Hamas, Yahya Sinwar, eseguendo tutta la procedura di identificazione prevista dal protocollo. Compresi i test delle arcate dentali, come riferisce il notiziario del canale televisivo israeliano Channel 12 (Keshet 12).

Il Dna e le impronte digitali erano già in possesso di Israele poiché Sinwar è stato a lungo detenuto nel paese. Gli anatomo-patologi hanno esaminato il cadavere con diversi mezzi tecnologici.

Secondo vari media israeliani, il giubbotto indossato dal terrorista ucciso dall'esercito dello Stato ebraico a Gaza che si suppone sia Sinwar era pieno di granate. Che non sono esplose perché, come si vede anche nelle foto, è stato colpito alla testa e non al torace.

16:00
16:00
«I test indicherebbero che Sinwar è stato ucciso»

Il canale televisivo israeliano Channel 12 (Keshet 12) annuncia che «tutti i test effettuati indicano che il leader di Hamas Yahya Sinwar è stato eliminato».

15:49
15:49
Evacuate a Beirut due ambasciate e Al Jazeera

Un edificio nel centro della capitale libanese Beirut che ospita uffici, la rete televisiva satellitare qatariota Al Jazeera e le ambasciate di Norvegia e Azerbaigian è stato evacuato dopo presunte minacce israeliane, secondo una fonte della sicurezza libanese.

«L'amministrazione dell'edificio ha ricevuto tre telefonate che sostenevano di provenire da Israele e hanno ripetuto un ordine di evacuazione dell'edificio», ha detto la fonte all'agenzia di stampa France-Presse (Afp), chiedendo l'anonimato e aggiungendo che «poiché le chiamate erano tramite un'app, non è stato possibile determinarne la fonte o la gravità», quindi l'edificio contenente decine di uffici e aziende «è stato evacuato».

Anche le autorità norvegesi hanno confermato lo sfollamento della loro missione diplomatica.

15:06
15:06
IDF: «Stiamo verificando se Yahya Sinwar sia stato eliminato»

L'esercito israeliano ha dichiarato che sta «verificando» se il leader di Hamas Yahya Sinwar sia stato «eliminato» in un attacco a Gaza, indica l'agenzia di stampa France-Presse (Afp).

Dal canto suo l'agenzia di stampa italiana Ansa scrive che «durante le operazioni di Idf (l'esercito dello Stato ebraico, ndr) nella Striscia di Gaza, tre terroristi sono stati eliminati. Idf e Isa (Israel Securities Authority, il regolatore nazionale in materia di sicurezza, ndr) stanno verificando la possibilità che uno dei terroristi fosse Yahya Sinwar. In questa fase, l'identità dei terroristi non può essere confermata», indica l'Idf in una nota.

«Nell'edificio in cui sono stati eliminati i terroristi, non c'erano segni della presenza di ostaggi. Le forze che operano nella zona continuano a operare con la cautela richiesta».

14:07
14:07
Bambini uccisi in un raid israeliano su una scuola a Jabalya

Almeno 19 palestinesi sono stati uccisi, tra cui bambini, in un attacco israeliano che ha colpito una scuola che ospitava sfollati a Jabalya, nel nord di Gaza. Lo ha detto un funzionario del ministero della Salute della Striscia, controllato da Hamas, alla Reuters online. Decine di persone sono rimaste ferite nell'attacco, ha detto il funzionario Medhat Abbas, aggiungendo che "non c'è acqua per spegnere l'incendio. Non c'è niente".

13:56
13:56
«Israele ha smesso di elaborare le richieste di importazione di cibo a Gaza»

Israele ha smesso di elaborare le richieste dei commercianti di importare cibo a Gaza, soffocando una pista che negli ultimi sei mesi ha fornito più della metà delle provviste del territorio palestinese assediato. Lo scrive la Reuters online citando 12 persone coinvolte nel commercio.

Dall'11 ottobre, i commercianti di Gaza che importavano cibo da Israele e dalla Cisgiordania hanno perso l'accesso ad un sistema introdotto in primavera dal Cogat, l'ente israeliano per i Territori, e non hanno ricevuto risposta ai tentativi di contattare l'agenzia, hanno affermato le fonti.

Il cambiamento della politica israeliana - scrive Reuters online - ha portato il flusso di merci in arrivo a Gaza al livello più basso dall'inizio della guerra, come mostra un'analisi dei dati ufficiali israeliani.

Tra il 1 e il 16 ottobre, il flusso complessivo di spedizioni a Gaza, inclusi sia gli aiuti che le merci commerciali, è sceso a una media giornaliera di 29 camion, secondo le statistiche Cogat. Ciò si confronta con una media giornaliera di 175 camion tra maggio e settembre, come mostrano i dati. Le spedizioni commerciali, ovvero merci acquistate dai commercianti locali, trasportate su camion dopo l'approvazione diretta di Cogat e poi vendute nei mercati di Gaza, hanno rappresentato circa il 55% del totale durante quel periodo.

Due fonti coinvolte nella fornitura di cibo hanno affermato che il motivo per cui sono state sospese le spedizioni commerciali era perché Israele temeva che Hamas stesse ricevendo guadagni dalle importazioni. Un portavoce di Hamas ha negato che il gruppo avesse rubato cibo o lo avesse utilizzato per ricavarne entrate.

L'apparente chiusura del sistema commerciale è avvenuta mentre Israele ha lanciato una nuova operazione militare contro Hamas nel nord di Gaza, uno sviluppo parallelo che ha ostacolato le consegne di aiuti umanitari. Il crollo dei volumi di aiuti a Gaza ha spinto gli Stati Uniti a minacciare di sospendere il supporto militare a Israele.

12:15
12:15
«A Gaza i morti sono 42.438»

Il ministero della Salute nella Striscia di Gaza gestita da Hamas ha affermato che ad oggi sono almeno 42.438 le persone uccise nella guerra tra Israele e i militanti palestinesi. Il bilancio include 29 morti nelle ultime 24 ore, secondo il ministero, che indica anche 99.246 persone ferite nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra quando i militanti di Hamas hanno attaccato Israele il 7 ottobre 2023.

11:33
11:33
Hezbollah: «Tank israeliani colpiti con missili teleguidati»

Hezbollah, citato da Al Arabyia, afferma di aver colpito due carri armati israeliani con missili telecomandati.

10:54
10:54
«Dobbiamo continuare a fornire armi a Israele»

"Dobbiamo continuare a sostenere Israele con armi ed equipaggiamenti". Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, al suo arrivo al Consiglio europeo.

"Per me è chiaro che sostenere Israele significa anche garantire continuamente la sua capacità di difesa di Israele", ha evidenziato Scholz, ribadendo che "Israele ha tutto il diritto di difendersi da Hamas e di combatterlo militarmente", rispettando tuttavia "tutti i criteri", vale a dire "gli aiuti umanitari che devono arrivare a Gaza" e la garanzia "che la guerra non continui a intensificarsi".

"Deve esserci una soluzione a due Stati affinché gli israeliani e la popolazione palestinese in Cisgiordania e Gaza possano vivere fianco a fianco pacificamente e, si spera, ad un certo punto avere un futuro buono insieme", ha aggiunto.

10:53
10:53
Israele ordina l'evacuazione in una zona della Bekaa

L'esercito israeliano ha ordinato l'evacuazione di una zona di Tamanine, nel distretto della Bekaa, nell'est del Libano, in vista di un attacco pianificato.

«Avviso urgente ai residenti della regione della Bekaa, in particolare a coloro che si trovano nell'edificio indicato sulla mappa nell'area di Tamnine,» ha dichiarato il portavoce militare Avichay Adraee su X. «Vi trovate vicino a strutture e interessi appartenenti a Hezbollah, che saranno presi di mira dalle Forze di Difesa (esercito) nel prossimo futuro.»

09:35
09:35
«Scudi umani a Gaza? Sarebbe inaccettabile»

Un eventuale uso di civili di Gaza come scudi umani da parte dell'esercito israeliano sarebbe «completamente inaccettabile»: quanto riportato dal New York Times è «incredibilmente inquietante». Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.

Secondo un'indagine del New York Times, l'Idf ha usato civili palestinesi come scudi umani a Gaza. I soldati di Israele, secondo l'inchiesta, costringono regolarmente gli abitanti della Striscia a svolgere il ruolo di «esca» anche all'interno dei tunnel di Hamas o ammanettati tra le rovine di una città semi distrutta alla ricerca di bombe lasciate dai terroristi.

06:55
06:55
Il punto alle 7

Il capo del Pentagono ha parlato con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Lloyd Austin ha incoraggiato Israele a prendere misure per affrontare la situazione umanitaria a Gaza e ha sottolineato come il sistema Thaad è un segnale del sostegno americano a Israele. Il segretario alla Difesa ha poi messo in evidenza l'importanza di «prendere tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza delle forse dell'UNIFIL e delle forze armate libanesi». Proprio ieri sera, le forze di pace ONU in Libano avevano annunciato un nuovo attacco israeliano contro una propria base: un carro armato israeliano ha sparato contro una postazione UNIFIL, nel settore in cui opera il contingente spagnolo dei caschi blu.

Gli Stati Uniti, intanto, conducono operazioni in Yemen. Nella notte, il Centro Centrale di Comando (Centcom) ha annunciato di aver condotto «multipli e precisi attacchi aerei su numerosi depositi di armi degli Houthi nelle aree da loro controllate in Yemen», recita la nota nella quale si parla di magazzini contenenti «armi convenzionali avanzate usate contro le forze armate statunitensi e le imbarcazioni civili che navigano nelle acque tra il Mar Rosso e il Golfo di Aden».

«Queste azioni - continua il comunicato - sono state adottate per ridurre la capacità degli Houthi di continuare i loro attacchi sconsiderati e illegali contro il commercio internazionale e contro il personale e le navi statunitensi, della coalizione, i mercantili nel Mar Rosso, nello Stretto di Bab el-Mandeb e nel golfo di Aden e per ridurre la capacità di minacciare i partner internazionali». La nota spiega infine che sono stati utilizzati anche «bombardieri B-2» a dimostrazione delle «capacità di attacco globale degli Stati Uniti nei confronti di tali obiettivi quando necessario, in qualsiasi momento, ovunque».