La prima nomina di Biden: Ron Klaine è capo di gabinetto

La prima scelta di Joe Biden per la sua Casa Bianca cade su un veterano di Washington: Ron Klain, collaboratore di vecchia data del presidente-eletto, è stato nominato capo di gabinetto, uno dei ruoli più importanti all’interno dell’amministrazione americana che non richiede la benedizione del Congresso.
Una scelta, quella di Biden, all’insegna dell’esperienza e della competenza, che secondo molti osservatori segnala subito una rottura rispetto alla caotica gestione della Casa Bianca di Donald Trump che, in quattro anni, ha visto alternarsi quattro capi dello staff.
Consigliere di presidenti e vice presidenti, il 59enne Klain ha incontrato Biden per la prima volta negli Anni ‘80: si era appena laureato alla Law School di Harvard quando ha iniziato a lavorare con il neo presidente-eletto, allora alla guida della commissione Giustizia della Camera.
Klain si è poi affermato all’interno del Partito democratico come ‘allenatore’ per i dibattiti presidenziali: ha aiutato Bill Clinton, Al Gore, John Kerry, Barack Obama, Hillary Clinton e da ultimo lo stesso Biden. Suoi sono proprio alcuni dei consigli più famosi: «Vestiti in modo che nessuno debba parlare del tuo abbigliamento». Ma anche: «Una gaffe può costare il dibattito. Ma anche se un dibattito si può perdere in ogni momento, lo si può vincere solo nei primi 20 minuti».
Negli anni della vicepresidenza i rapporti con Biden si sono rafforzati, con Klain responsabile della risposta americana alla crisi dell’Ebola e capo di gabinetto dell’allora numero due di Obama. Un rapporto quindi di lunga durata e basato sulla fiducia. A Klain spetterà il compito di svegliare il presidente in caso di crisi e di decidere chi parlerà con lui o meno. Un ruolo di fatto delicatissimo all’interno della West Wing e non solo.
La nomina di Klain è solo la prima mossa dell’era Biden che, nei prossimi giorni, dovrebbe annunciare altri ruoli chiave nel suo staff. La nomina dei ministri dovrebbe arrivare intorno alla fine del mese, prima di avere chiarezza sulla futura composizione del Senato dalla quale dipendono molte delle future politiche dell’amministrazione Biden.
La rosa dei nomi allo studio è ampia e vede un esercito di donne candidate. Fra questa la governatrice della Fed Lael Brainard, che però incontra l’opposizione dei progressisti che la ritengono troppo di centro e debole sulla Cina.
Per soddisfare l’ala più radicale del partito democratico Biden sarebbe intenzionato a nominare Bernie Sanders a ministro del Lavoro. Un incarico che il senatore è pronto ad accettare lasciando da parte le tensioni del passato con il presidente-eletto e rimboccandosi le mani per imprimere una svolta più equa all’economia americana.