La mobilitazione

La protesta dei soldati russi: «Condizioni disumane»

The Insider, con tanto di video, documenta la situazione di alcune reclute nella zona di Belgorod: «Viviamo in condizioni animali da una settimana»
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Red. Online
06.10.2022 11:25

Condizioni «disumane». E ancora: carenza di armi, insulti e maltrattamenti da parte degli ufficiali. È la denuncia di alcuni soldati russi mobilitati nei giorni scorsi e riportata dal sito indipendente The Insider, con tanto di video a corredo.

Il video

Sin dall’annuncio di Vladimir Putin, d’altronde, sui social hanno cominciato a circolare filmati piuttosto eloquenti circa l’organizzazione di questa cosiddetta mobilitazione parziale. Dalle reclute costrette a dormire sul pavimento ai fucili obsoleti, passando per il celebre appello a procurarsi, da soli, sacchi a pelo e altri beni di prima necessità.

In quest’ultimo video, dicevamo, i soldati russi non hanno usato giri di parole. Circa 500 di loro, radunati nella regione di Belgorod, nella Russia occidentale, a pochi passi dal confine, hanno mostrato tutto il loro disappunto (per non dire peggio) circa la situazione. Senza addestramento, senza neppure sapere dove sarebbero stati schierati, con una sola certezza: «Nessuno ha bisogno di noi», come si sente dire da una voce. «Viviamo in condizioni animali da una settimana». Di più, ai soldati non è stato dato alcun sostegno materiale né tantomeno un compenso finanziario da quando hanno ricevuto la convocazione. «Abbiamo speso una quantità assurda di denaro solo per nutrirci, per non parlare delle munizioni».

Ma chi paga?

I funzionari russi, nel frattempo, più volte hanno respinto le notizie e le accuse in merito alla carenza di equipaggiamento. E questo nonostante un sito web ufficiale, creato per rispondere alle tante domande dei coscritti, incoraggi i soldati a procurarsi da soli oggetti come i visori notturni. E nonostante gli appelli, come detto, dei singoli ufficiali ad acquistare in anticipo giubbotti antiproiettile o kit di primo soccorso.

The Insider, fra le altre cose, ha pure appreso che le mogli dei soldati russi mobilitati hanno creato diverse chat su Telegram. In queste chat, si sono sollevate diverse polemiche in merito al costo, sostenuto privatamente, per equipaggiare un soldato: fino a 2.500 dollari. Fra i consigli dispensati, anche quello di acquistare dei tamponi: in caso di ferita da proiettile, possono essere usati per fermare l’emorragia.

Il destino delle reclute

Detto che nessuno conosce il destino dei soldati raffigurati nel video, secondo gli analisti militari occidentali la corsa del Cremlino a schierare nuove reclute in prima, primissima linea potrebbe comportare alti tassi di mortalità, oltre ad abbassare ulteriormente il morale delle truppe. Secondo alcuni report, fra l’altro, alcune reclute sarebbero addirittura morte prima del dispiegamento. A conferma, insomma, di una certa disorganizzazione da parte della Russia.

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