La rabbia di Prigozhin, ancora: l'invasione dell'Ucraina era ingiustificata
No, la Russia non stava affrontando una minaccia imminente alla sicurezza nazionale tale da giustificare un'invasione su larga scala dell'Ucraina, come poi avvenuto. Lo ha dichiarato, senza giri di parole, Yevgeny Prigozhin, il fondatore del Gruppo Wagner, in un video-bomba destinato a far discutere pubblicato oggi, venerdì, sui social media.
«Le forze armate ucraine non avevano intenzione di attaccare la Russia con il blocco NATO» ha spiegato Prigozhin in una vera e propria filippica di mezz'ora diffusa dal suo servizio stampa. «Il Ministero della Difesa russo sta ingannando l'opinione pubblica e il presidente» ha aggiunto. Di più, «il Ministero della Difesa mente, dicendo che l'Ucraina ha organizzato il genocidio della popolazione filorussa».
I commenti di Prigozhin sono in netto contrasto con il casus belli citato dal presidente Vladimir Putin quando, nel febbraio del 2022, ordinò l'ingresso delle truppe in Ucraina. Eppure, il capo della milizia privata ha evitato di attaccare personalmente, e direttamente, il leader del Cremlino. Putin aveva citato l'espansione della NATO vicino ai confini della Russia come una delle principali giustificazioni per invadere la vicina Ucraina, in quella che definì un'operazione militare speciale.
Dal canto suo, Prigozhin ha inasprito le critiche al ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, affermando che la Russia è entrata in guerra «per l'autopromozione di un gruppo di bastardi». Il capo della Wagner ha pure accusato i vertici militari russi di aver «pianificato male» l'invasione e di aver «messo in imbarazzo» l'esercito dopo una serie di battute d'arresto sul campo di battaglia lo scorso anno. E ancora: «Shoigu ha ucciso migliaia dei soldati russi più pronti nei primi giorni di guerra». Parole forti, appunto, destinate a far discutere. «Quei bastardi malati di mente hanno deciso: va bene, aggiungeremo qualche altro migliaio di uomini russi come carne da cannone. Moriranno sotto il fuoco dell'artiglieria, ma otterremo ciò che vogliamo. Ecco perché è diventata una guerra prolungata». A che cosa è servita la guerra, dunque? «La guerra era necessaria perché Shoigu ricevesse la stella dell'eroe. La guerra era necessaria al clan oligarchico che governa la Russia. La guerra era necessaria per installare Medvedchuk come presidente dell'Ucraina».
Prigozhin è tornato altresì sui piani originari di Putin. Accusando gli oligarchi vicini al Cremlino di voler saccheggiare le risorse dell'Ucraina una volta stabilite l'egemonia militare e politica, attraverso un regime fantoccio filo-russo. «Il compito era quello di dividere i beni materiali in Ucraina» ha detto Prigozhin. «C'erano furti diffusi nel territorio industriale ucraino orientale del Donbass, ma loro volevano di più». Di qui, a detta del capo della Wagner, la decisione di invadere su larga scala. E dire che «Zelensky, quando è diventato presidente, era pronto per accordi. Bastava scendere dal Monte Olimpo, andare a negoziare con lui».
Alcuni analisti hanno interpretato gli ultimi commenti di Prigozhin come un segno delle sue crescenti ambizioni politiche. Il capo della Wagner si è soffermato anche sulla controffensiva in corso delle forze ucraine. Esprimendo, anche qui, critiche al potere centrale di Mosca e, soprattutto, affermando che l'esercito russo si sta ritirando dalle regioni di Zaporizhzhia e Kherson, parzialmente occupate. «Ci stiamo lavando nel sangue. Nessuno porta riserve. Quello che ci dicono è il più grande inganno» ha concluso Prigozhin, riferendosi alle affermazioni di Putin e Shoigu secondo cui la Russia sta respingendo con successo i contrattacchi ucraini.