La Russia aiuta gli Houthi ad attaccare le navi occidentali
La Russia sta aiutando gli Houthi. Come? Fornendo ai ribelli filo-iraniani i dati satellitari necessari per attaccare con droni e missili le navi occidentali che transitano nel Mar Rosso. È quanto afferma il Wall Street Journal, forte di fonti della difesa. Nello specifico, i dati utilizzati per tracciare le navi sono stati trasmessi agli Houthi tramite l'Iran o, meglio, il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica.
Il Cremlino, secondo l'inchiesta del Wall Street Journal, ha sostenuto direttamente il gruppo militante nella sua azione di disturbo lungo una delle rotte di navigazione più battute al mondo. Se confermato, il coinvolgimento della Russia rappresenterebbe una chiara e importante escalation. Dal novembre del 2023, gli Houthi hanno deliberatamente preso di mira navi commerciali e militari nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden in solidarietà, hanno ribadito più volte, con Gaza e il popolo palestinese.
Uno degli ultimi attacchi risale all'inizio di ottobre, quando una petroliera britannica, la Cordelia Moon, è stata raggiunta da un drone marino carico di esplosivo a 70 miglia dalla città portuale di Hodeidah, nello Yemen. La nave ha subito gravi danni mentre un cargo di proprietà britannica che trasportava 41 mila tonnellate di fertilizzanti era affondato a febbraio dopo essere stato colpito da un missile. I ribelli hanno affondato un'altra nave e ne hanno danneggiate altre trenta, a seguito di cento attacchi alle imbarcazioni. Le azioni degli Houthi avevano spinto gli Stati Uniti e il Regno Unito a effettuare una serie di attacchi contro i miliziani nello Yemen, con il Pentagono che aveva definito la risposta «necessaria» per proteggere «la libertà di navigazione». La scorsa settimana gli Stati Uniti avevano utilizzato per la prima volta i bombardieri stealth B-2 contro i ribelli, colpendo cinque siti di stoccaggio sotterranei.
Le rivelazioni del Wall Street Journal suggerirebbero che Vladimir Putin è disposto a spingersi parecchio in là per destabilizzare l'Occidente. L'instabilità in Medio Oriente, secondo analisti ed esperti, farebbe in particolare il gioco di Cina e Russia. Soprattutto, distoglierebbe l'attenzione e le risorse dell'Occidente dai fronti caldi: Taiwan e l'Ucraina. Il quotidiano newyorkese, per la sua inchiesta, si è avvalso fra gli altri di due funzionari europei. I quali hanno ribadito che gli Houthi hanno potuto ampliare i loro attacchi grazie ai dati forniti da Mosca.
Il Mar Rosso, dicevamo, è uno snodo fondamentale per i commerci marittimi. Anche perché dà accesso al Canale di Suez. Inizialmente, dopo i primi attacchi degli Houthi molte imbarcazioni avevano deciso di deviare la rotta per migliaia e migliaia di miglia nautiche. Prediligendo il Capo di Buona Speranza, in Sudafrica, con tuttavia evidenti ritardi e spese di carburante. Le indiscrezioni del Wall Street Journal fanno seguito alle rivelazioni secondo cui il cosiddetto «mercante di morte», Viktor Bout, liberato nel 2022 da Joe Biden in cambio della cestista Brittney Griner, sia tornato a vendere armi e lo stia facendo con un partner nello specifico. Gli Houthi, proprio così. Non solo, l'Iran avrebbe fatto da mediatore fra Russia e Houthi per il trasferimento di missili antinave. I ribelli e i russi si sarebbero incontrati almeno due volte quest'anno per discutere la fornitura di decine di missili Yakhont.
Le relazioni, oramai strettissime, fra Mosca e Teheran si inseriscono nel contesto delle tensioni, crescenti, fra Israele e Iran. Lo Stato Ebraico è impegnato su più fronti contro i cosiddetti proxy iraniani: Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano e, appunto, gli Houthi nel Mar Rosso.