Aviazione

La Russia ripesca i vecchi Tupolev per contrastare le sanzioni occidentali

Un Tu-214 è stato integrato alla flotta di Red Wings e altri esemplari «pensionati» seguiranno – Il Cremlino intanto ha ordinato di riattivare la produzione di vecchi modelli
Marcello Pelizzari
04.01.2024 15:09

Aveva volato per Transaero, un tempo la più grande compagnia aerea privata russa, dal 2 ottobre del 2009 – quando era stato consegnato – fino al fallimento del vettore, nel 2015. Quindi, era stato ripreso da Red Wings poco meno di un anno dopo salvo uscire dalla flotta nel giro di appena tredici mesi. Ora, incredibilmente ma nemmeno troppo considerando la situazione in cui versa il settore in Russia, il Tupolev Tu-214 con numero di serie 42305018 è stato riattivato. Complice la guerra in Ucraina, già. O meglio le sanzioni nei confronti di Mosca. Senza pezzi di ricambio e software occidentali, costrette a cannibalizzare le flotte per mantenere gli Airbus e i Boeing (nazionalizzati con la forza) in volo, confrontate altresì con i ritardi e i problemi dell’industria russa, le compagnie della Federazione hanno compreso che una delle poche strade percorribili è quella di fare ricorso a vecchi modelli costruiti in patria. Come il Tupolev Tu-214, appunto. 

Il velivolo in questione è stato ripescato da Red Wings a Kazan, dove era stato «posteggiato» nel settembre del 2017. In pochi, allora, avrebbero scommesso un rublo su un futuro nuovamente lassù, fra le nuvole. E invece. 

Il Cremlino, d’altro canto, da tempo oramai ha intercettato questa esigenza. Richiedendo non solo un’accelerazione a livello di produzione dei nuovi modelli, come il Sukhoi Superjet 100 o l’MC21, ma anche di riattivare la produzione di modelli più vecchi come l’Ilyushin Il-96 per il lungo raggio nonché le operazioni cargo e il citato Tupolev Tu-214. 

Di più, sono stati spesi 270 milioni di euro – come riporta aeroTELEGRAPH – per ripristinare l’aeronavigabilità di undici aerei già pensionati. Otto fra Tupolev Tu-204 e Tu-214, due Ilyushin Il-96 e un Antonov An-124. Fra questi undici velivoli c’era anche il Tupolev riattivato da Red Wings. «La nostra azienda ha avuto una buona esperienza con la famiglia Tu-204/214» ha spiegato a Interfax l’amministratore delegato del vettore Evgeny Solodilin. «Sono sicuro che il Tu-214 consegnatoci rafforzerà le competenze di Red Wings e risulterà comodo per i passeggeri». 

Particolare: Red Wings in passato, nel 2012 e nel 2018, ha avuto due incidenti con il Tu-204. Con cinque vittime, in un caso. Ma questo, in fondo, è quello che passa il convento ora. Un aereo «restaurato» spacciato per nuovo, cui sono stati montati motori Aviadvigatel PS-90 e che può trasportare fino a 194 passeggeri. Tutto, insomma, pur di poter continuare a volare, a maggior ragione considerando le previsioni del Ministero dei Trasporti russo: un terzo dell’attuale flotta a livello nazionale, composta in gran parte da Airbus e Boeing, dovrà rimanere a terra entro il 2025. «Le sanzioni occidentali stanno essenzialmente stimolando il restauro accelerato dell’industria dell’aviazione civile domestica» ha aggiunto Solodilin.