Guerra

«La Russia sapeva da mesi di una possibile incursione ucraina nel Kursk»

È quanto scrive il Guardian forte di documenti sequestrati dalle truppe speciali di Kiev nella regione: dal morale basso delle truppe alle preoccupazioni legate alla presenza di tanti, troppi soldati di leva
Un soldato russo nel Kursk. © Ministero della Difesa russo
Red. Online
20.09.2024 09:00

Sì, i vertici dell'esercito russo avevano previsto l'incursione dell'Ucraina nel Kursk. Tant'è che, da diversi mesi, stavano allestendo un piano per impedirla. È quanto afferma il Guardian, forte di documenti abbandonati dalle truppe russe nella regione e finiti nelle mani dell'esercito ucraino. Una rivelazione, questa, che certamente mette in imbarazzo Mosca. Dai documenti, che Kiev ha condiviso con il quotidiano britannico, emergono altresì le preoccupazioni dei vertici russi per il morale dei propri soldati. Preoccupazioni intensificatesi dopo il suicidio di un soldato al fronte, caduto in un «prolungato stato di depressione dovuto al suo servizio nell'esercito russo». Nel tentativo di risollevare il morale alle truppe, ai comandanti delle unità era pure stato chiesto di controllare che i soldati consultassero quotidianamente solo e soltanto media statali russi, al fine di mantenere la loro «condizione psicologica».

Il Guardian non ha potuto verificare in maniera indipendente l'autenticità dei documenti, sebbene – scrive – presentino tutte le caratteristiche tipiche delle comunicazioni in seno all'esercito russo. Lo scorso agosto, gli inviati del Guardian avevano incontrato la squadra ucraina di operazioni speciali che li aveva sequestrati. I documenti, secondo quanto dichiarato dalla squadra ucraina, appartenevano al Ministero dell'Interno, all'FSB e all'esercito russo. Una parte è stata appunto condivisa con il Guardian. Alcuni documenti risalgono alla fine del 2023, altri invece ad appena sei settimane dall'incursione vera e propria lanciata dall'esercito di Kiev. Perlopiù, parliamo di documenti provenienti dalle unità del 488. Reggimento Fucilieri Motorizzati, in particolare dalla seconda compagnia del 17. Battaglione. 

L'incursione ucraina nel Kursk aveva colto di sorpresa i partner occidentali e molti membri dell'élite ucraina. E questo perché la pianificazione era stata limitata a un numero ristretto di persone. I documenti sequestrati ai russi, tuttavia, rivelano che da tempo Mosca era a conoscenza di una possibile incursione nell'area e, in particolare, di un possibile tentativo di occupare Sudzha, città che da oltre un mese è occupata dall'Ucraina. Di un «potenziale sfondamento del confine di Stato» si parlava, per dire, già lo scorso 4 gennaio. Di qui l'ordine di aumentare l'addestramento e di prepararsi a respingere qualsiasi attacco. Il 19 febbraio, ancora, i comandanti delle unità erano stati avvertiti dei piani ucraini per «una rapida spinta dalla regione di Sumy verso il territorio russo, fino a una profondità di 80 chilometri, per stabilire un corridoio di quattro giorni prima dell'arrivo delle principali unità dell'esercito ucraino su veicoli corazzati». A metà marzo, alle unità al confine era stato ordinato di potenziare le linee difensive e di «organizzare esercitazioni aggiuntive per la leadership delle unità e dei punti di forza per quanto riguarda la corretta organizzazione delle difese» in preparazione, va da sé, di un attacco transfrontaliero ucraino. Di nuovo: a metà giugno era stato lanciato un allarme più specifico sui piani ucraini «in direzione di Yunakivka-Sudzha, con l'obiettivo di prendere Sudzha sotto controllo». Cosa, poi, effettivamente avvenuta in agosto. La Russia prevedeva anche che l'Ucraina avrebbe tentato di distruggere un ponte sul fiume Seym per interrompere le linee di rifornimento russe nella regione, altra cosa che poi è avvenuta. Il documento di giugno lamentava che le unità russe di stanza al fronte «sono riempite in media solo al 60-70% e sono costituite principalmente da riserve con un addestramento debole».

Quando il 6 agosto è arrivato l'attacco ucraino, molti soldati russi hanno abbandonato le loro posizioni e nel giro di una settimana l'Ucraina ha preso il pieno controllo di Sudzha. «Sono scappati, senza nemmeno evacuare o distruggere i loro documenti» ha detto al Guardian un membro della squadra di operazioni speciali che ha sequestrato i file. Durante la caotica ritirata di Mosca, le forze ucraine hanno catturato centinaia di soldati russi, molti dei quali erano soldati di leva, che generalmente non sono tenuti ad affrontare la battaglia. I genitori di un soldato di leva della seconda compagnia, che compare nei documenti, hanno registrato un video appello ad agosto, identificandolo come il figlio 22.enne Vadim Kopylov, dicendo che era stato fatto prigioniero vicino a Sudzha e chiedendo alle autorità russe di scambiarlo.

I documenti, in generale, danno un'idea delle tattiche russe dell'ultimo anno. Tattiche che comprendono, o avrebbero dovuto comprendere, la creazione di trincee e posizioni esca per confondere i droni da ricognizione ucraini. «Dovrebbero essere creati modelli di carri armati, veicoli corazzati e lanciatori di artiglieria, nonché manichini di soldati, che dovrebbero essere periodicamente spostati» si può leggere in un ordine. A marzo, i documenti russi segnalavano pure un aumento degli episodi di sabotaggio da parte di soldati ucraini, abili a camuffarsi per lavorare dietro le linee russe indossando uniformi russe. «Per prevenire l'infiltrazione del nemico nelle nostre formazioni da combattimento i comandanti devono implementare l'uso del marcatore di identificazione variante n6, fatto di materiali larghi 8 cm, da attaccare con nastro invisibile».

Seppelliti nell'arido e tortuoso linguaggio ufficiale, come detto, ci sono anche segnali di gravi problemi di morale al fronte. «L'analisi della situazione attuale dei suicidi mostra che la questione dei militari morti per questi episodi rimane tesa». Lo scorso 20 gennaio, al riguardo, un soldato di leva si è sparato all'addome. Così il rapporto: «L'indagine sull'incidente ha stabilito che la causa del suicidio e della morte è stata un esaurimento nervoso e psicologico, causato dal suo prolungato stato di depressione dovuto al servizio nell'esercito russo». Per prevenire ulteriori incidenti di questo tipo, i comandanti delle unità sono stati istruiti a identificare i soldati che «non sono mentalmente preparati ad adempiere ai loro doveri o sono inclini a comportamenti devianti, e a organizzare la loro riassegnazione e il trasferimento in strutture mediche militari». Ulteriori istruzioni per tenere alto il morale sono contenute in un documento dattiloscritto e non datato che spiega come i soldati dovrebbero ricevere «istruzione politica» per 5-10 minuti al giorno. Istruzione, evidentemente, «finalizzata a mantenere ed elevare le condizioni politiche, morali e psicologiche del personale».

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