La Russia sta esaurendo armi e uomini

La Russia, all'improvviso ma nemmeno troppo, si è ritrovata a corto di armi e munizioni ma anche di uomini. Risorse, queste, fondamentali per sostenere il suo sforzo bellico in Ucraina dopo aver lanciato un'invasione su larga scala due anni e mezzo fa. L'esaurimento degli armamenti, scrive al riguardo Semafor, si potrebbe tradurre in una limitazione dell'offensiva militare e, di riflesso, nell'adozione di una strategia più conservativa e difensiva. Nel frattempo, nel territorio della Federazione Russa la carenza di manodopera sta provocando non poche pressioni economiche. E questo perché gli uomini in età di leva vengono inviati a combattere al fronte.
Quanti sono i russi al fronte?
Secondo l'Economist, la Russia mantiene circa 470 mila soldati in Ucraina. Mosca, però, ultimamente sta faticando e non poco a tenere il passo con le richieste di armi. Sebbene il Paese conservi, a oggi, riserve risalenti addirittura all'epoca sovietica, le scorte stanno diminuendo a un ritmo vertiginoso. Anche l'approvvigionamento di materiali per costruire nuove armi, leggiamo, si è rivelato sempre più complicato. L'Economist, dal canto suo, afferma che «la vecchia catena di armamenti sovietici non esiste più». Certo, la Russia se paragonata all'Ucraina può contare su molta più artiglieria. Tuttavia, le sue armi si stanno deteriorando e il Paese non sembra avere i mezzi per svilupparne altre. Di conseguenza, conclude l'Economist, «le forze russe potrebbero essere costrette a modificare la loro strategia mantenendo una posizione molto più difensiva».
Un futuro senza 2,4 milioni di lavoratori
A soffrire della carenza di manodopera, in particolare, sono le aziende attive nel settore della Difesa, come riporta il portale indipendente russo The Bell. Proprio perché, come dicevamo, gli uomini in età di leva vengono arruolati nelle forte armate e spediti in Ucraina. E così, nella Difesa sono disponibili 160 mila impieghi. «La carenza non è dovuta solo all'aumento della domanda, ma anche alla diminuzione dell'offerta» osserva ancora The Bell. Se la tendenza dovesse continuare, la Russia si ritroverà senza 2,4 milioni di lavoratori (circa) entro l'inizio del prossimo decennio. Il Cremlino, detto in altri termini, si trova ora di fronte a una scelta difficile. Politica, ma non solo. Permettere l'ingresso di un maggior numero di migranti nel Paese, per sopperire a questa carenza, «comporta rischi sociali e politici» conclude The Bell. «Limitare il reclutamento militare, invece, è una strada difficilmente percorribile quando c'è una guerra in corso».