Guerra

«La sanità è in ginocchio: a Gaza muore un bambino ogni 10 minuti»

Dopo gli appelli delle Nazioni Unite, anche l'OMS, parlando degli attacchi agli ospedali, chiede un cessate il fuoco - Ma Israele accusa: «Situazione non veritiera, l'ONU è complice di Hamas»
©MOHAMMED SABER
Michele Montanari
11.11.2023 09:36

Dopo i ripetuti appelli delle Nazioni Unite, che hanno portato a frizioni con Israele, anche l’Organizzazione mondiale della sanità chiede al Consiglio di Sicurezza dell'ONU un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. La situazione descritta ieri dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus è catastrofica, con il sistema sanitario «in ginocchio». Il direttore generale dell’OMS ha detto: «Comprendo pienamente la rabbia, il dolore e la paura del popolo israeliano in seguito agli attacchi orribili, barbari e ingiustificabili di Hamas e altri gruppi armati contro i civili israeliani». Definendo quelle uccisioni «incomprensibili»,  Ghebreyesus ha aggiunto: «Per i sopravvissuti e le famiglie delle vittime, le conseguenze sulla salute mentale dureranno per molto tempo a venire. L’OMS è seriamente preoccupata per la salute e il benessere degli ostaggi israeliani a Gaza, molti dei quali sono anziani, bambini e persone con urgenti necessità mediche». E ancora: «Comprendo anche la rabbia, il dolore e la paura del popolo di Gaza, che ha già sofferto 16 anni di blocco e che ora sopporta la distruzione delle proprie famiglie, delle proprie case, delle proprie comunità e della vita che conosceva».

La situazione sanitaria a Gaza, stando al resoconto dell'OMS, è al limite, con 20 dei 36 ospedali chiusi o non operativi e 50 delle 72 cliniche mediche che hanno smesso di funzionare. Dall’inizio della guerra contro Hamas, sarebbero avvenuti «più di 250 attacchi» contro strutture sanitarie e ambulanze sia nella Striscia che in Cisgiordania.

Si parla di «corridoi d’ospedale pieni di feriti, malati e moribondi». Di obitori «traboccanti» di cadaveri e interventi chirurgici effettuati «senza anestesia». E, ancora, di decine di migliaia di sfollati che «hanno trovato rifugio negli ospedali» e nelle scuole, «alla disperata ricerca di cibo e acqua». In queste condizioni di sovraffollamento, per di più, «aumenta il rischio di epidemie di malattie respiratorie e diarroiche e di infezioni della pelle».

Secondo Ghebreyesus, «in media, a Gaza viene ucciso un bambino ogni 10 minuti» e «nessun luogo è più sicuro». L’OMS ha fatto sapere di essere sul campo a Gaza «per sostenere gli operatori sanitari, che sono fisicamente e mentalmente esausti e stanno facendo del loro meglio in condizioni inimmaginabili». Il settimanale Time ha recentemente riportato la testimonianza di un chirurgo che ha spiegato come acquisti personalmente aceto e detersivo per la lavatrice da utilizzare sulle ferite infette dei pazienti.

I numerosi feriti di guerra vanno inoltre ad aggiungersi agli abituali pazienti: ogni giorno a Gaza più di 180 donne partoriscono completamente sole e ci sono 9 mila persone che hanno bisogno di terapie antitumorali. Senza contare gli oltre 350 mila pazienti con diabete, malattie cardiache e ipertensione.

Dallo scorso 7 ottobre, l'OMS ha verificato più di 250 attacchi all'assistenza sanitaria (ospedali, cliniche e ambulanze) a Gaza e in Cisgiordania, nonché oltre 25 attacchi all'assistenza sanitaria in Israele.

Solamente settimana scorsa Israele ha messo a segno 5 attacchi in un giorno contro 5 ospedali diversi. E nelle ultime ore 4 strutture sono state messe fuori servizio, per un totale di circa 430 posti letto andati persi.

Lo Stato ebraico considera gli ospedali obiettivi militari: i guerriglieri di Hamas si nasconderebbero nei nosocomi o nei tunnel sottostanti agli edifici, utilizzando i pazienti come scudo umano. La zona intorno all’ospedale al Shifa, il principale di Gaza, è stata definita dal portavoce dell’esercito israeliano «il cuore» delle attività operative e di intelligence del Gruppo islamista. Quest'oggi sono state interrotte tutte le comunicazioni con il nosocomio, rimasto senza corrente elettrica, internet, acqua e forniture mediche, mentre nella notte - stando a Haaretz - sarebbero stati assediati altri 2 ospedali: il Rantisi e il Nasser.

L'OMS ha chiesto un cessate il fuoco per fornire agli operatori sanitari gli strumenti di cui hanno bisogno per salvare vite: medicinali, attrezzature mediche e carburante per i generatori ospedalieri. Dall'inizio del conflitto oltre 100 operatori dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione (UNRWA) sono stati uccisi. Mentre, secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), almeno 40 giornalisti e altri operatori dei media hanno perso la vita a Gaza, ossia il numero più alto mai registrato in qualsiasi conflitto da quando si è iniziato a monitorare tali decessi.

Per Israele, tuttavia, il drammatico quadro descritto non corrisponde alla realtà. Ieri l'ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Gilad Erdan, ha duramente attaccato l'ONU, accusando l'organizzazione di essere «complice» di Hamas. Erdan ha dichiartao: «Per anni l'ONU si è rifiutata di istituire meccanismi di verifica che possano fornirci un quadro veritiero della realtà», aggiungendo che «l'OMS, l'UNRWA, e tristemente anche il segretario generale (delle Nazioni Unite, ndr) Guterres, non riportano la situazione sul terreno». Secondo l'ambasciatore israeliano, «molti operatori dell'UNRWA a Gaza sono loro stessi membri di Hamas», che è «completamente responsabile per la situazione nella Striscia».

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