La scure di Donald Trump si abbatte anche su Antony Blinken
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Donald Trump non si ferma più. Dopo aver annunciato di voler togliere a Joe Biden la possibilità di avere accesso a informazioni riservate – con il motto, sarcastico, «Joe, sei licenziato» – il presidente degli Stati Uniti si appresta a revocare le autorizzazioni di sicurezza per l'accesso alle informazioni classificate anche all'ex segretario di Stato Antony Blinken nonché ai procuratori di New York e Manhattan, Letitia James e Alvin Bragg. Ne dà notizia il New York Post, secondo cui il presidente intende anche vietare loro di entrare negli edifici federali.
Blinken è una «cattiva persona» e, per questo, «dobbiamo togliergli» l'accesso, ha ribadito Trump al quotidiano della Grande Mela, aggiungendo che l'oramai ex segretario di Stato avrebbe orchestrato la lettera «Dirty 51». Il riferimento è alla lettera aperta firmata da 51 ex funzionari dell'intelligence e pubblicata alla vigilia delle elezioni del 2020. Nella missiva, si affermava che la vicenda del computer di Hunter Biden seguiva il classico schema della disinformazione russa. Il New York Post, ricordiamo, nell'ottobre del 2020 pubblicò una storia riguardante, appunto, un laptop abbandonato in un negozio del Delaware nel 2019. Il computer apparteneva a Hunter Biden e, secondo il New York Post, conteneva e-mail e documenti che dimostravano la corruzione del padre, Joe Biden, allora candidato alla presidenza per il Partito Democratico. Da un lato, le indagini avevano permesso di scartare ogni ipotesi di coinvolgimento della Russia nella vicenda; dall'altro, invece, non era stato dimostrato alcun illecito da parte di Joe Biden. Ai firmatari della lettera erano state revocate le autorizzazioni di sicurezza lo scorso 20 gennaio, tramite un ordine esecutivo dello stesso Trump. Nell'ordine, si legge che «i firmatari hanno deliberatamente trasformato in un'arma la gravitas della comunità dell'intelligence per manipolare il processo politico e minare le nostre istituzioni democratiche».
Bragg, tornando a quanto scrive il New York Post, è finito nel mirino di Trump per l'incriminazione nel caso Stormy Daniels. Nel caso di Bragg e James, in ogni caso, la revoca è più che altro un gesto simbolico anche se complicherà il loro lavoro, impedendo ai due procuratori di entrare in alcuni tribunali e, parallelamente, in alcune prigioni. La scure di Trump potrebbe abbattersi pure su Jake Sullivan, l'ex consigliere alla sicurezza nazionale di Biden e consigliere di Hillary Clinton durante la campagna del 2016.