Ucraina

«La situazione è tragica, speriamo non ci siano bambini sotto le macerie»

Un attacco missilistico russo ha sventrato l'ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev – La testimonianza di Daniele Bordoli di Soleterre, organizzazione che fornisce cure, alloggi e sostegno ai bambini colpiti dal cancro
© Evgeniy Maloletka
Marcello Pelizzari
08.07.2024 18:45

L’Ucraina, oggi, ha subito un pesantissimo attacco missilistico russo. Fra gli obiettivi, c’era anche l’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev. Uno dei più importanti del Paese, ma anche dell’intera Europa. Basti pensare ai tanti, tantissimi bambini salvati negli anni. La struttura, come ha spiegato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha subito gravi danni. Ci sono, evidentemente, anche delle vittime. Non solo, mentre scriviamo queste righe, i soccorritori stanno scavando fra le macerie. E il motivo è presto detto: sotto, beh, potrebbero esserci altre persone. Bambini, anche.

L’ospedale Okhmatdyt, dicevamo, è fra i più rinomati e importanti del Paese. Qui lavora e opera anche Fondazione Soleterre, un’organizzazione italiana senza scopo di lucro che fornisce cure mediche, alloggi sicuri e sostegno psicologico ai bambini colpiti dal cancro. Per comprendere la gravità della situazione ci siamo rivolti a Daniele Bordoli, field communication officer di Soleterre in Ucraina.

«Parto da una premessa» spiega il nostro interlocutore. «In queste condizioni, avere notizie certe, sicure e precise è molto complicato». Soleterre, dicevamo, conosce piuttosto bene l’ospedale Okhmatdyt. «Lavoriamo in quella struttura dal 2018 assieme a un’associazione ucraina nostra partner. Stamane, dopo quanto accaduto, abbiamo contattato lo staff. Ci è stato detto che la situazione era ed è tragica. Sono stati colpiti i reparti di infettivologia, oncologia e riabilitazione. Reparti che, trattandosi di un ospedale pediatrico, in quel momento avevano in cura dei bambini».

Un attacco missilistico a un ospedale è qualcosa di inaudito, che non dovrebbe succedere mai. Poi c’è la questione delle macerie. Abbiamo ricevuto foto e video. I soccorritori stanno ancora scavando nella speranza di trovare qualcuno

Bordoli ci parla da un treno. Con la linea che va e viene. Personalmente, prosegue, «la prima sensazione è stata quella di shock». Logico, verrebbe da dire. «Un attacco missilistico a un ospedale è qualcosa di inaudito, che non dovrebbe succedere mai. Abbiamo ricevuto foto e video. I soccorritori stanno ancora scavando nella speranza di trovare qualcuno. Ci è stato detto che potrebbero esserci bambini fra le macerie. Speriamo di no». Non finisce qui, ovviamente. Ancora Bordoli: «I reparti citati sono stati distrutti o fortemente danneggiati. Tradotto: i macchinari per la cura del cancro sono stati compromessi, tantissime medicine sono andate perdute. Quanto ai bambini, trentacinque sono stati trasferiti altrove. Visto quanto successo, c’è un drastico bisogno di medicinali e aiuto. Ma anche di assistenza psicologica e, parallelamente, di nuove attrezzature per ripartire e garantire a questi bambini la ripresa delle cure il prima possibile. Noi, come Soleterre, ci stiamo riorganizzando per capire come muoverci. Io stesso, domani, sarò all’ospedale».

Il sostegno psicologico garantito da Soleterre è essenziale, nella lotta contro il cancro. A maggior ragione in un contesto di guerra. «È un aspetto fondamentale» conferma Bordoli. «Questi bambini vanno curati nel corpo, certo, ma bisogna agire anche per curare tutti i traumi vissuti sin qui. Da quando la Russia ha invaso su larga scala l’Ucraina, oltre due anni fa, i minori stanno vivendo situazioni tragiche. E quest’ultimo attacco creerà inevitabilmente altre ferite. Ferite che si sovrapporranno a quelle esistenti. È essenziale, per Soleterre, agire subito. A trauma ancora in corso. Anche se per un percorso completo serviranno degli anni».

Da una parte l’attacco russo: terribile. Dall’altra un Occidente attraversato, nonostante tutto, da moti filo-Putin. E dalla convinzione di alcuni che, in un certo senso, l’Ucraina se la sia cercata e continui a cercarsela… «Ma io non voglio entrare né è mio interesse farlo in questioni politiche» chiosa Bordoli. «Tutto quello che noi facciamo, lo facciamo per i civili. Per chi sta soffrendo da tanto, troppo tempo. Non bisogna dimenticare che, nell’est del Paese, la guerra va avanti da dieci anni. E le vittime civili, tutte, sono delle vittime innocenti. Per tacere dei bambini, ancora più colpiti e segnati da una guerra che non è causa loro e che faticano a comprendere. Noi, e per noi intendo Soleterre, continuiamo a lavorare. La politica, semmai, farà la sua parte».

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