La Svezia è pronta a rinforzare Gotland in chiave anti-russa

Sì, la Svezia potrebbe (anzi, dovrebbe) rifortificare Gotland. Un'isola nel Mar Baltico appartenente a Stoccolma e strategicamente importantissima. Ne avevamo già parlato, ma l'ingresso del Paese scandinavo nella NATO ha riportato questo gioiellino turistico, come spesso viene definita Gotland, sotto la luce dei riflettori. Nello specifico, il primo ministro svedese Ulf Kristersson nei giorni scorsi ha dichiarato al Financial Times che – con l'entrata formale nell'Alleanza Atlantica – il rafforzamento militare dell'Isola sarà sicuramente tema di discussione con i partner.
Gotland, dicevamo, è strategicamente importante. Soprattutto, pensando alla Russia di Vladimir Putin e alla minaccia costante che il Cremlino possa allargare il conflitto ucraino. L'isola, la seconda più grande del Baltico, si trova a circa 90 chilometri a Est dalla terraferma svedese e a circa 130 dagli Stati baltici. Alla NATO, beh, interessa soprattutto che dalle sue coste sia possibile esercitare ulteriore pressione su Kaliningrad, l’exclave russa incastrata fra Lituania e Polonia dove ha sede la flotta baltica, nonché sul Golfo di Finlandia e, quindi, San Pietroburgo. Il rafforzamento di Gotland «è una cosa ovvia da discutere con i nostri nuovi alleati della NATO» ha dichiarato lo stesso Kristersson al Financial Times. Ovvia perché «ha a che fare con il Mar Baltico». E ancora: «Questo vale in termini di presenza a Gotland, ma anche in termini di sorveglianza e in termini di capacità sottomarine».
L'adesione della Svezia alla NATO è stata formalizzata la scorsa settimana. Una mossa importante, a detta di esperti e analisti, proprio per contrastare una potenziale aggressione russa nella regione. Per la sua posizione e la sua conformazione, infatti, Gotland è considerata una «portaerei inaffondabile». Il controllo della NATO, avevano scritto l'anno scorso gli analisti del think tank Atlantic Council Anna Wieslander e Eric Adamson, può letteralmente fare la differenza nell'ipotetica difesa di Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia e Polonia.
La presenza militare svedese, sull'isola, negli anni è stata altalenante. Nel 2005, addirittura, il governo svedese ritirò tutte le forze militari dall’isola. Con il passare degli anni, complici alcune visite non proprio amichevoli e turistiche da parte dei russi, cominciarono a levarsi voci sempre più insistenti, anche da parte di altri Paesi: per favore, rimettete qualcuno a difendere quel lembo di terra. E questo perché, come aveva spiegato il Centro per l’analisi politica europea (CEPA), un think tank che riunisce ex militari, politici, attivisti e giornalisti, «se la Russia si impadronisse di Gotland in caso di crisi, potrebbe dominare la regione del Mar Baltico e rendere estremamente difficile qualsiasi rafforzamento degli Stati baltici via mare o via aerea».
Nel 2018, sulla scia dell'annessione illegale della Crimea da parte della Russia, la Svezia riattivò il reggimento di guarnigione: 400 uomini, un battaglione meccanizzato con blindati CV90 e Leopard 2 oltre a un battaglione anfibio della Guardia Nazionale. Parola d’ordine sicurezza, insomma. Anche perché nel 2013 due Tupolev TU-22M3 – dei bombardieri strategici – si avvicinarono tanto, troppo a Gotland nell’ambito di un’esercitazione o, se preferite, un finto bombardamento: arrivarono a sole 24 miglia, scortati da quattro Sukhoi Su-27. Parentesi: alle forze aeree svedesi era stato il fine settimana libero per le vacanze pasquali, quelle antiaeree di Gotland, invece, erano state soppresse da tempo. Nell'aprile del 2022, a due mesi dall'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia, il governo svedese aveva infine annunciato un investimento di 160 milioni di dollari per rinforzare e modernizzare le infrastrutture militari dell'isola.
Secondo il Financial Times, oggi a Gotland sono di stanza circa 370 soldati. A conferma che, l'ingresso nella NATO in questo senso è solo l'ultimo tassello, da tempo la Svezia ha cambiato (anche radicalmente) il suo tradizionale status di Paese neutrale. Lo scorso gennaio, per dire, il ministro della Difesa civile Carl-Oskar Bohlin aveva avvertito senza mezzi termini che «potrebbe esserci una guerra in Svezia». Allarmando, di rimando, alcuni politici dell'opposizione. Si prevede che, nel 2024, Stoccolma aumenterà la spesa per la difesa raggiungendo il 2% del PIL, la soglia raccomandata dalla NATO.
La difesa di Gotland, come avevamo scritto tempo fa, è legata anche a ragioni storiche. L’isola, infatti, nel 1808 fu brevemente occupata dalle truppe russe durante la guerra di Finlandia, combattuta dagli eserciti dell’Impero russo e del Regno di Svezia dal febbraio del 1808 al settembre del 1809, nel contesto delle guerre napoleoniche. Uscita sconfitta dal conflitto, la Svezia fu infine costretta a firmare il trattato di Fredrikshamn e, di riflesso, a cedere i territori dell’attuale Finlandia all’Impero russo. Per gli abitanti di Gotland, il passato è una vera e propria costante. Le coste dell’isola sono costellate di vecchie mitragliatrici risalenti alla Seconda guerra mondiale, ad esempio, mentre gli ultimi mesi hanno avuto lo stesso sapore della Guerra Fredda, quando l’importanza strategica di Gotland non era certo in discussione.