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La Svizzera deplora il fallimento della risoluzione ONU

A scriverlo su X è il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) – Veto USA: bocciata la risoluzione araba su Gaza –13 membri del Consiglio di sicurezza hanno votato a favore, mentre la Gran Bretagna si è astenuta - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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La Svizzera deplora il fallimento della risoluzione ONU
Red. Online
20.02.2024 05:58
22:16
22:16
Egitto: «Il veto USA all'ONU 'è un vergognoso precedente»

L'Egitto, in una nota del ministero degli Esteri, ha espresso «il suo profondo rammarico e la sua totale contrarietà per la mancata adozione da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU di una risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, nel contesto del terzo veto da parte degli Stati Uniti contro il progetto di risoluzione presentato dall'Algeria a nome del gruppo arabo».

L'Egitto ha poi definito il veto un «vergognoso precedente» nella storia del Consiglio di Sicurezza di fronte a conflitti armati e guerre nel corso della storia, «il che implica una responsabilità morale e umanitaria».

«Ostacolare l'adozione di una risoluzione che chiede il cessate il fuoco in un conflitto armato che è costato la vita a più di 29'000 civili, la maggior parte dei quali bambini e donne - afferma il ministero degli Esteri egiziano -, costituisce un vergognoso precedente nella storia del Consiglio di Sicurezza di fronte ai conflitti armati e guerre nel corso della storia, il che implica una responsabilità morale e umanitaria per il costante aumento del numero delle vittime civili palestinesi e per il perpetrare la loro sofferenza quotidiana sotto il giogo dei bombardamenti israeliani».

Accusando l'Occidente di «selettività e doppi standard nella gestione delle guerre e dei conflitti armati in diverse regioni del mondo«, fino a «mettere in discussione la credibilità delle regole e delle istituzioni internazionali», l'Egitto afferma che «continuerà a chiedere un cessate il fuoco immediato» e a «compiere tutti gli sforzi possibili per garantire l'attuazione sostenibile degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e respingere qualsiasi misura che possa comportare lo sfollamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza e dalle loro terre, compresa qualsiasi operazione militare israeliana nella città palestinese di Rafah».

21:22
21:22
USA: «I raid di Israele a Gaza come la Shoah? Dissentiamo da Lula»

Gli USA dissentono dal presidente Lula, che ha paragonato la campagna di Israele a Gaza all'Olocausto. «Ovviamente non siamo d'accordo con questi commenti. Siamo stati abbastanza chiari nel dire che non crediamo che a Gaza sia avvenuto un genocidio», ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.

21:14
21:14
Qatar: «Hamas ha confermato la consegna dei medicinali per gli ostaggi»

Il ministero degli Esteri del Qatar afferma di aver ricevuto conferma da Hamas che una spedizione di medicinali per gli ostaggi israeliani a Gaza è stata consegnata.

«Il Qatar ha ricevuto queste conferme come mediatore nell'accordo, che prevede l'ingresso di medicinali e l'invio di aiuti umanitari ai civili nella Striscia di Gaza, soprattutto nelle zone più colpite e danneggiate, in cambio della consegna dei medicinali necessari agli ostaggi», ha affermato il ministero in una nota, di cui riferisce Al Jazeera online.

20:51
20:51
Sinwar ha ripreso a inviare messaggi ai leader di Hamas

Dopo una pausa dovuta probabilmente alle intense attività militari israeliane in corso a Khan Yunis (a sud di Gaza) il leader di Hamas nella Striscia, Yahia Sinwar, ha ripreso ad inviare messaggi alla leadership del suo movimento che si trova all'estero.

Lo ha riferito la televisione pubblica israeliana Kan secondo cui un aggiornamento in tal senso è giunto in Israele da parte dei mediatori impegnati nei contatti per uno scambio di prigionieri fra Israele e Hamas. La notizia non ha altra conferma.

20:43
20:43
Hamas: «Il veto USA dà via libera a Israele per altri massacri»

Hamas ha condannato la decisione degli Stati Uniti di porre il veto alla richiesta del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per un cessate il fuoco a Gaza, affermando che ciò equivale a dare a Israele il «via libera» per compiere «ulteriori massacri».

«Questo veto serve l'agenda dell'occupazione israeliana, ostacola gli sforzi internazionali per fermare l'aggressione e aumenta la sofferenza del nostro popolo - ha affermato Hamas in una nota -. La posizione americana è il via libera affinché l'occupazione commetta altri massacri».

20:36
20:36
Il Brasile ha condannato l'occupazione israeliana dei territori palestinesi

Il Brasile ha condannato l'occupazione israeliana dei territori palestinesi davanti alla Corte internazionale di Giustizia dell'Aja, evidenziando che le violazioni dello Stato ebraico in Medio Oriente «non possono essere considerate normali» dalla comunità internazionale.

La presa di posizione del governo brasiliano arriva nel mezzo di una crisi diplomatica con Israele scaturita dopo le dichiarazioni del presidente Luiz Inacio Lula da Silva che ha paragonato la campagna militare israeliana a Gaza - intrapresa dopo gli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre - all'azione di Adolf Hitler e all'Olocausto.

«L'occupazione israeliana dei territori palestinesi persiste dal 1967 in violazione del diritto internazionale e di numerose risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni unite e del Consiglio di sicurezza, e non può essere accettata né tanto meno può essere considerata normale dalla comunità internazionale», ha affermato il rappresentante del governo brasiliano nell'aula. «I tragici eventi di quella data e le operazioni militari sproporzionate e indiscriminate che seguirono rendono chiaro che la mera gestione del conflitto non può essere considerata un'opzione. E una soluzione con due Stati coesistenti è l'unica possibile per garantire pace e sicurezza a Israele e ai palestinesi», ha concluso.

20:05
20:05
USA: «Abbiamo chiesto il veto perché nella risoluzione non c'era la condanna di Hamas»

Il «cessate il fuoco immediato», come richiesto nella risoluzione araba su cui Washington ha messo oggi il veto, «darebbe copertura a Hamas per non rilasciare tutti gli ostaggi». Lo ha detto, parlando con i giornalisti fuori dal Consiglio di Sicurezza, l'ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield.

Spiegando altri motivi che hanno indotto Washington a mettere il veto, Thomas-Greenfield ha osservato che «la condanna di Hamas dovrebbe essere contenuta in ogni risoluzione Onu su Gaza», anche se a voce, nelle dichiarazioni di voto, si sono espressi in questo senso quasi tutti i suoi colleghi in Consiglio di Sicurezza.

Thomas-Greenfield ha aggiunto che «ogni vita conta» a Gaza ed è per questo che «Washington è al lavoro sul campo 24 ore su 24 e sette giorni si sette» per arrivare a una soluzione: «Nessun altro lo sta facendo», ha aggiunto l'ambasciatrice.

19:23
19:23
La Svizzera deplora il fallimento della risoluzione ONU

La Svizzera «deplora il fallimento» al Consiglio di sicurezza dell'Onu di «una risoluzione per un immediato cessate il fuoco umanitario e il rilascio degli ostaggi» a Gaza, scrive questa sera sulla rete sociale X il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

«È urgente proteggere i civili a Gaza e garantire un accesso umanitario senza ostacoli. Il rispetto del diritto umanitario internazionale è una priorità», aggiunge il DFAE.

La risoluzione, presentata dall'Algeria, è stata bocciata a causa del veto degli Stati Uniti, ricorda il Dipartimento diretto da Ignazio Cassis in una nota, pure diramata in serata. La situazione umanitaria drammatica per oltre due milioni di persone a Gaza continua a peggiorare, sottolinea.

Nell'adottare la risoluzione, il Consiglio di sicurezza avrebbe tra l'altro anche richiamato le misure preventive della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio 2024 per la prevenzione del genocidio in Medio Oriente e ribadito il suo appello per una soluzione a due Stati, spiega il Dipartimento.

«Non possiamo permettere che centinaia di migliaia di civili assediati siano lasciati morire di fame e soffrire di epidemie senza adeguate garanzie di sicurezza per la fornitura di assistenza umanitaria e per la loro stessa protezione», ha dichiarato il rappresentante elvetico prima del voto al Consiglio di sicurezza, stando a quanto riferisce il DFAE.

Per Berna sono urgenti il rilascio immediato degli ostaggi, un cessate il fuoco umanitario, l'accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza e il pieno rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani da parte di tutte le parti. Su questa base, va poi avviato un dialogo politico, con l'obiettivo di una soluzione a due Stati.

18:56
18:56
«A Khan Yunis armi di Hamas vicino a una scuola dell'ONU»

Una grande quantità di armi - fra cui fucili Kalashnikov, granate, razzi Rpg ed altri ordigni - è stata scoperta dall'esercito israeliano nelle immediate vicinanze di una scuola delle Nazioni Unite a Khan Yunis, nel sud della striscia di Gaza. Lo ha reso noto il portavoce militare.

Quella scuola - ha aggiunto - era adibita a rifugio per gli abitanti. Ciò nonostante, ha aggiunto il portavoce, «i terroristi hanno aperto un varco in un muro esterno della scuola e lo hanno utilizzato per passare in un edificio adiacente, da dove hanno prelevato armi per poi attaccare i soldati». «Ancora una volta - ha concluso il portavoce - abbiamo constatato come Hamas sfrutti la popolazione civile per condurre le proprie attività terroristiche».

18:55
18:55
«Il cessate il fuoco non è una soluzione magica»

Il concetto di cessate il fuoco «non è una magica soluzione» o «una pallottola d'argento» alla crisi a Gaza, ma una «premessa sbagliata» che consentirebbe esclusivamente «la sopravvivenza di Hamas». Lo ha detto il rappresentante Permanente israeliano Gilad Erdan all'Onu dopo il veto americano sulla risoluzione araba. «Sarebbe una condanna a morte per molti israeliani», ha detto l'ambasciatore.

18:39
18:39
Gli Houthi annunciano di aver preso di mira navi nemiche

I ribelli yemeniti Houthi hanno affermato di aver preso di mira navi «nemiche» nel Mar Rosso e nel Mar Arabico con un «numero di droni». Lo riferisce Al Jazeera online aggiungendo che gli stessi ribelli hanno anche affermato di aver effettuato un'operazione militare con droni contro «siti sensibili» nella città portuale israeliana di Eilat, sul Mar Rosso.

«Queste operazioni vengono a sostegno del popolo palestinese che sta sopportando aggressione e assedio, e in risposta all'aggressione americano-britannica contro il nostro Paese», ha detto in una nota un portavoce militare Houthi.

18:36
18:36
Sánchez incontra un gruppo di palestinesi

«Oggi ho incontrato rappresentanti della comunità palestinese con parenti che soffrono direttamente le conseguenze umanitarie del conflitto a Gaza. Chiediamo un cessate il fuoco immediato e permanente che ponga fine alla tragedia umanitaria e consenta l'ingresso degli aiuti umanitari»: lo ha scritto su X (ex Twitter) il premier spagnolo, Pedro Sánchez, dando conto di una riunione avvenuta a Madrid.

«La popolazione civile non può pagare per i crimini di Hamas», ha aggiunto il leader iberico, «la soluzione di due Stati in coesistenza pacifica e sicura, Israele e Palestina, è l'unico modo per risolvere definitivamente il conflitto».

18:35
18:35
«Il 7 ottobre Hamas voleva assaltare anche il carcere di Ashkelon»

Nei piani di attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre era previsto anche l'assalto al carcere di Ashkelon, distante dal confine di Gaza una quindicina di chilometri, per liberare centinaia di detenuti palestinesi che vi sono rinchiusi, ma il progetto fallì «a causa di un errore tecnico» che ha portato il gruppo d'attacco «di elite» a un «insediamento vicino, invece che alla prigione». Lo scrive in una servizio «esclusivo» il quotidiano internazionale arabo di proprietà saudita Asharq al Awsat.

«Fonti vicine al comando delle Brigate al-Qassam- scrive il giornale nella sua edizione online - hanno rivelato che uno dei gruppi era composto da 23 combattenti ed era stato esplicitamente incaricato di raggiungere la prigione di Ashkelon e liberarne i prigionieri», per una azione che avrebbe inoltre «costituito un altro colpo senza precedenti per Israele».

Il piano prevedeva l'uso di esplosivi e missili anticarro per far saltare in aria il cancello di ingresso e le postazioni di sicurezza lungo la recinzione della prigione e contava sulla collaborazione dei prigionieri che organizzando a dal canto loro una rivolta avrebbero aiutato il gruppo di miliziani.

Tuttavia, «le fonti riferiscono che il gruppo si è messo in viaggio verso Ashkelon, ha attraversato il confine e ha raggiunto il Kibbutz Yad Mordechai, dove si è scontrato con le forze di sicurezza israeliane», ma in seguito, continua il giornale, «dalle indagini» è emerso che «la guida designata responsabile del GPS e delle mappe ha commesso un errore di direzione conducendo il gruppo verso sud», facendo così fallire il piano.

18:28
18:28
USA: «Il veto all'ONU? Non è il momento di una tregua permanente»

Gli USA non potevano sostenere la risoluzione messa ai voti dal Consiglio di sicurezza oggi perché ritengono che potesse minare i delicati negoziati in corso e che non sia il momento giusto per un cessate il fuoco permanente a Gaza: lo ha detto il coordinatore del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby in un briefing, rilanciando però il monito che qualsiasi operazione rilevante di Israele a Rafah senza un piano per garantire la sicurezza del popolo palestinese sarebbe un disastro.

18:26
18:26
«Israele persiste nel massacro»

«Israele persiste nel massacro a dispetto degli appelli della comunità internazionale». Lo ha detto l'osservatore della Palestina Riyad Mansour dopo il veto degli Stati Uniti sulla risoluzione del Gruppo Arabo.

Mansour ha evocato i «quattromila civili palestinesi morti a Gaza negli ultimi venti giorni» da quando il Consiglio di Sicurezza si è riunito l'ultima volta alla fine di gennaio come ragione per l'urgenza di un cessate il fuoco immediato.

18:21
18:21
Russia: «La proposta USA su Gaza non è un'alternativa praticabile»

La proposta degli Stati Uniti su Gaza per la Russia «non è un'alternativa praticabile». Lo ha detto, bocciando preventivamente la nuova iniziativa di Washington, il rappresentante permanente russo all'Onu, Vasily Nebenzya.

«Washington è in cattiva fede, vuole solo prendere tempo», ha detto Nebenzya dopo il veto USA che ha mandato la nuova risoluzione araba su un binario mordo. Secondo Mosca, il testo annunciato oggi in Consiglio di Sicurezza dall'ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield «non chiede un cessate il fuoco immediato, solo una tregua temporanea e solo quando le condizioni saranno mature».

18:06
18:06
La Gran Bretagna espone le precondizioni al cessate il fuoco a Gaza

«Ostaggi fuori e aiuti dentro»: questa la precondizione che la Gran Bretagna pone al cessate-il-fuoco al Gaza. Londra si è astenuta sulla risoluzione araba del Consiglio di Sicurezza su cui oggi Washington ha messo il veto.

«I negoziati in corso sul rilascio degli ostaggi sono cruciali», ha detto l'ambasciatrice britannica Barbara Woodward dopo il voto del Consiglio di Sicurezza sottolineando anche che Hamas «non dovrebbe più essere al potere a Gaza» e «non dovrebbe essere nelle condizioni di fare quello che ha fatto il 7 ottobre».

17:59
17:59
Per la Francia il costo umano a Gaza «è intollerabile»

Per la Francia il costo umano della crisi a Gaza è «intollerabile», ecco perché Parigi ha votato a favore della risoluzione araba su cui gli Usa hanno messo il veto.

«Israele si deve fermare», ha detto l'ambasciatore francese Nicolas de Riviere dopo il voto, ammettendo d'altra parte che «è incomprensibile» che il Consiglio di Sicurezza «non riesca a condannare Hamas».

17:49
17:49
Cina all'ONU: «Siamo delusi dal veto USA»

«Deluso» per il risultato del voto sulla risoluzione del gruppo arabo su Gaza, il Rappresentante permanente cinese Zhang Jun ha esortato il Consiglio di Sicurezza a «agire rapidamente» per fermare la carneficina in Medio Oriente.

Lodando l'atteggiamento «aperto» dell'Algeria che «ha portato molte idee costruttive» nel testo messo ai voti, l'ambasciatore cinese ha notato che sul cessate il fuoco c'è consenso in seno al Consiglio, «sono gli Stati Uniti che bloccano tutto». La Cina, uno dei cinque membri permanenti del Consiglio, è tra i 13 membri che hanno votato a favore della risoluzione.

17:33
17:33
Gli USA mettono il veto, bocciata la risoluzione araba su Gaza

La risoluzione araba del Consiglio di Sicurezza è stata bocciata per il veto degli Stati Uniti. La Gran Bretagna si è astenuta. 13 membri del Consiglio hanno votato a favore.

La risoluzione araba influenzerebbe negativamente, se adottata, i delicati negoziati in corso che rappresentano «l'unica» via per una pace duratura nella regione, ha detto la Rappresentante Permanente americana Linda Thomas Greenfield prima di mettere il veto sulla bozza oggi in agenda.

L'ambasciatrice ha annunciato ufficialmente il progetto di Washington per una risoluzione alternativa: «Ci sono molte cose su cui possiamo andare d'accordo», ha detto Thomas-Greenfield invocando un cessate il fuoco «appena praticamente possibile», la prima condanna di Hamas in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza e un monito a Israele a non lanciare un'offensiva di terra su Rafah.

17:30
17:30
De Croo ad Al Sisi: «Condividiamo la posizione dell'Egitto, anche sulla soluzione a due Stati»

Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha ricevuto oggi una telefonata dal primo ministro belga, Alexander De Croo. Lo riporta il portavoce della presidenza Ahmed Fahmy, aggiungendo che «le due parti hanno confermato che desiderano avviare una più stretta cooperazione congiunta in vari settori e rafforzare ulteriormente il coordinamento e le consultazioni sulle sfide internazionali e regionali».

Al Sisi ha sottolineato le «eccezionali» relazioni bilaterali tra i due Paesi, «nonché i legami dell'Egitto con l'Unione europea, alla luce dell'assunzione da parte del Belgio della presidenza di turno dell'Ue lo scorso gennaio».

Parlando poi della situazione a Gaza, Al Sisi ha riferito circa i negoziati in corso per un cessate il fuoco a Gaza, lo scambio tra ostaggi e prigionieri e per garantire i flusso degli aiuti ai civili.

De Croo - secondo il portavoce della presidenza egiziana - ha affermato di condividere la posizione dell'Egitto, anche sulla soluzione a due Stati con uno Stato palestinese indipendente. Ha infine sottolineato la volontà del suo Paese di promuovere il coordinamento e le consultazioni con l'Egitto per prevenire l'espansione della portata del conflitto e ripristinare la stabilità nella regione.

17:24
17:24
Israele nega la fondatezza del rapporto ONU sulle detenute palestinesi

Israele nega in modo categorico la fondatezza di un rapporto dell'Ohchr (l'Ufficio dell'Onu per i rifugiati) che menziona «accuse credibili di gravi violazioni dei diritti umani» a danno di donne e ragazze palestinesi detenute nelle sue carceri.

In un incontro con la stampa il portavoce governativo israeliano Eilon Levy ha detto che quel genere di accuse è «disgustoso» e ha anche messo in dubbio la attendibilità degli «esperti» su cui si basa quel rapporto.

Costoro - ha accusato - sono rimasti silenziosi di fronte agli abusi sessuali patiti dalle donne e dalle ragazze israeliane (da parte di Hamas, ndr) ed è evidente, ha aggiunto, «che essi sono mossi non da uno spirito di verità ma dal loro odio verso Israele ed il popolo ebraico». Anche la delegazione di Israele alle Nazioni Unite si è scagliata contro quel rapporto definendolo «spregevole e basato su affermazioni infondate».

17:22
17:22
Algeria: «La bozza su Gaza è equilibrata»

La bozza di risoluzione presentata dal Gruppo Arabo all'Onu è «equilibrata» e «frutto di lunghi negoziati. Il Consiglio di Sicurezza non può permettersi di restare passivo di fronte alla situazione a Gaza», ha detto il Rappresentante Permanente dell'Algeria, il paese membro non permanente del Consiglio che ha presentato il testo.

«Votare per questa bozza significa votare per il diritto dei Palestinesi alla vita», ha aggiunto.

17:20
17:20
Il Consiglio di Sicurezza discute della risoluzione presentata dal Gruppo Arabo

Il Consiglio di Sicurezza si è riunito oggi sulla situazione a Gaza per discutere una risoluzione presentata dal Gruppo Arabo per il cessate il fuoco «immediato» tra Israele e Hamas.

Gli Stati Uniti, che ieri hanno fatto circolare una bozza di risoluzione alternativa in cui tra l'altro si chiede a Israele di non lanciare una offensiva di terra a Rafah, hanno preannunciato il veto sulla bozza che chiede anche il rilascio di tutti gli ostaggi e il rispetto «scrupoloso» delle misure a protezione dei civili.

16:13
16:13
«Dal valico di Rafah sono entrati 43 feriti palestinesi»

Dal valico di Rafah tra Striscia di Gaza ed Egitto sono entrati 43 feriti palestinesi con 35 accompagnatori, e in tutto 483 persone, tra egiziani, stranieri e titolari di doppia residenza. Lo riferiscono fonti della Mezzaluna Rossa egiziana del Nord Sinai. Sono entrati nella Striscia da Rafah 35 operatori sanitari di diversi Paesi e 12 organizzazioni internazionali. Dal valico sono passati poi 50 camion di aiuti umanitari e 5 cisterne di carburante.

Al contrario resta chiuso il valico di Kerem Shalom, a causa delle proteste dei familiari degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas che impediscono il passaggio dei camion di aiuti verso la Striscia. Lo riferisce una fonte ufficiale della Mezzaluna Rossa egiziana del Nord Sinai.

Davanti al valico di Kerem Shalom si è formata una lunga coda di camion, e ai conducenti è stato chiesto di allontanarsi. Una fonte ufficiale della sicurezza egiziana ha detto che quella israeliana gli ha comunicato che i camion di aiuti avevano smesso di entrare a Gaza dal quel valico, dopo che alcuni manifestanti israeliani avevano lanciato pietre contro i mezzi, chiedendo di non farli più entrare finché tutti gli ostaggi non fossero stati rilasciati.

Di fatto il lato israeliano del valico di Kerem Shalom è chiuso da venerdì scorso, e opera solo per le ispezioni. Le autorità egiziane continuano invece ad inviare da Rafah aiuti alimentari e missioni umanitarie e mediche, e a far entrare in Egitto palestinesi feriti e malati, stranieri e persone con doppia cittadinanza.

14:55
14:55
Il principe William: «Serve un cessate il fuoco al più presto possibile»

Il principe William, erede al trono britannico, si è detto oggi «profondamente inquieto per il terribile costo umano del conflitto in Medio Oriente», aggiungendo - in un intervento insolito per il protocollo reale - di essere a favore di «un cessate il fuoco al più presto possibile» nella Striscia di Gaza. Il primogenito di re Carlo III ha quindi affermato che «troppe persone sono state uccise finora» e ha parlato della «disperata necessità di aumentare l'aiuto umanitario» alla popolazione civile palestinese della Striscia, come pure di ottenere «il rilascio degli ostaggi» israeliani.

L'intervento di William, che non ha mancato di ribadire la condanna per «il terribile attacco terroristico di Hamas» contro Israele del 7 ottobre, è coinciso con la presentazione di una serie di iniziative di organizzazioni caritative legate a casa Windsor: iniziative avviate per affrontare «le sofferenze umane causate dal conflitto in Medio Oriente» e, al contempo, per «attirare l'attenzione sull'aumento globale dell'antisemitismo», come riferito nelle ore precedenti da Kensington Palace.

14:14
14:14
Troppo rischioso: sospesi gli aiuti ONU nel nord di Gaza

Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha annunciato la sospensione delle consegne di aiuti alimentari vitali nel nord di Gaza fino a quando le condizioni nell'enclave palestinese devastata dalla guerra non consentiranno distribuzioni sicure. In una nota il Wfp denuncia l'assalto ai propri camion da parte della popolazione.

«La decisione di sospendere le consegne nel nord della Striscia di Gaza non è stata presa alla leggera, poiché sappiamo che significa che la situazione lì peggiorerà ulteriormente e che sempre più persone rischieranno di morire di fame», ha affermato l'agenzia alimentare dell'Onu.

11:28
11:28
Ordine di evacuazione per due quartieri nel settore sud di Gaza City

Gli abitanti di due quartieri nel settore meridionale di Gaza City (Zaitun e Turkman) hanno ricevuto l'ordine dall'esercito israeliano di evacuare immediatamente la zona per non trovarsi poi coinvolti in combattimenti.

Il portavoce militare israeliano Avichay Adraee ha pubblicato una cartina stradale in arabo che indica agli abitanti la via migliore per raggiungere la zona umanitaria approntata per gli sfollati sulla costa di Moassi, nel sud della striscia, fra Khan Unis e Rafah. Fonti locali aggiungono che Hamas ha fatto appello alla popolazione a resistere alle pressioni dell'esercito.

Il portavoce militare ha intanto reso noto che a Khan Yunis proseguono anche oggi combattimenti e che nelle ultime 24 ore ''decine di terroristi sono rimasti uccisi''. Il portavoce ha aggiunto che l'esercito ha distrutto un importante magazzino di mezzi di combattimento. Altri scontri a fuoco, ha precisato il portavoce, sono in corso anche nel settore centrale della Striscia.

05:59
05:59
IL PUNTO ALLE 6

L'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che tre persone sono morte ieri sera in un bombardamento israeliano che ha colpito una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Nelle ore precedenti altre cinque persone erano rimaste uccise in un raid contro un'abitazione nel sud della città di Gaza, sempre secondo la Wafa che rende conto di un bilancio di 107 morti e 145 feriti solo nella giornata di ieri nella Striscia. Il numero delle vittime dal 7 ottobre nell'enclave palestinese ammonta a 29.092 morti e 68.883 feriti, secondo il locale Ministero della Sanità gestito da Hamas.

Hamas ha affermato che Israele sta fallendo nel suo tentativo di «eliminare le capacità» militari del movimento islamista «nel nord della Striscia, nell'area centrale e a Khan Younis e fallirà nel tentativo» di prendere il controllo di Rafah. Parlando all'emittente araba Al Jazeera, Khalil al-Hayya, funzionario di Hamas, ha assicurato che il gruppo sta ancora combattendo «con forte determinazione» in tutto il territorio dell'enclave palestinese.

Intanto, i ribelli Houthi dello Yemen hanno annunciato che il gruppo ha ufficialmente designato gli Stati Uniti e il Regno Unito come Paesi nemici per il loro sostegno a Israele. Lo riporta la Nbc. Il presidente houthi Mahdi Al-Mashat ha ratificato una legge che stabilisce che tratterà con entrambi i Paesi occidentali «secondo il principio del confronto». La notizia arriva mentre gli Houthi continuano a esprimere sostegno ai palestinesi e ad attaccare le navi nel Mar Rosso che si ritiene abbiano legami con Israele. Molti Paesi hanno condannato gli attacchi Houthi e il loro impatto sul commercio globale, con USA e Regno Unito che hanno risposto colpendo il gruppo in mare e nello Yemen.