Stati Uniti

La t-shirt con la (finta) foto segnaletica di Donald Trump: che cosa c'è dietro

Le magliette sono state messe in vendita sul sito ufficiale della sua campagna presidenziale e puntano a ribaltare la narrazione sulla vicenda Stormy Daniels
Marcello Pelizzari
05.04.2023 17:05

In inglese, dicevamo, il termine è mugshot. La foto segnaletica, proprio così. Martedì, hanno riferito fonti giudiziarie, non è stata scattata. Eppure, Donald Trump – primo ex presidente degli Stati Uniti accusato di un reato penale – sta cercando di usare la narrazione attorno allo scatto (mai avvenuto) per guadagnare denaro dai suoi sostenitori. Come? Vendendo t-shirt con una sua falsa foto segnaletica. Roba da matti.

Il tycoon, come noto, è stato citato in giudizio a New York. Andrà a processo all’inizio del 2024 e dovrà rispondere di ben 34 capi d’accusa, per i quali ieri si è dichiarato non colpevole. La vicenda è legata a presunti pagamenti in cambio del segreto alla pornostar Stormy Daniels, alla playmate Karen McDougal e a un ex portiere della Trump Tower.

La foto, ribadiamo, non è mai stata scattata. Trump, semplicemente, si è consegnato alle autorità di Manhattan e, in seguito all’udienza preliminare, è stato rilasciato senza restrizioni pre-processuali. Detto ciò, il team che cura la campagna presidenziale per il 2024 dell’ex presidente ha colto la palla al balzo, cercando (e trovando) un modo per raccontare un’altra storia. A metà fra vittimismo politico e giudiziario.

E così, poco prima che a Trump venissero letti i 34 capi d’accusa alla Manhattan Criminal Courthouse, il negozio online della campagna – per 36 dollari, spese di spedizione ovviamente escluse – ha messo in vendita una maglietta con una finta foto segnaletica e la scritta «non colpevole». Nella descrizione dell’articolo si legge, semplicemente, «t-shirt in cotone bianco con foto segnaletica ufficiale di Trump». Da nessuna parte, durante il processo di selezione e acquisto, viene specificato che in realtà le forze dell’ordine non hanno scattato alcuna foto.

Sotto il nome di Trump, nella falsa foto segnaletica, si trovano due numeri. Il 45, un riferimento al fatto che il tycoon è stato il 45. presidente nella storia degli Stati Uniti, e 47, nella speranza che nel 2024 vinca la corsa alla Casa Bianca.

Nei giorni precedenti all’incriminazione e allo stato di fermo, i responsabili della campagna Trump 2024 avevano sollecitato i donatori a dare una mano. Puntando sull’indignazione.

Nel frattempo, altri guai legali potrebbero rinforzare il complottismo e la frustrazione dei trumpiani, come l’indagine sul coinvolgimento dell’ex presidente nell’insurrezione del 6 gennaio 2021, conclusasi a dicembre.

Trump, ricordiamo, ha ripetutamente (e falsamente) affermato di aver vinto le elezioni del 2020. Sulla scia di quanto successo ai primi di gennaio a Capitol Hill, era stato espulso dalle maggiori piattaforme social, salvo poi venire riammesso lo scorso autunno su Twitter e, di recente, su Facebook e Instagram. Anche YouTube ha revocato la sospensione del suo canale. Una questione, per dirla con il servizio video, di garantire agli elettori «la possibilità di ascoltare allo stesso modo i principali candidati nel periodo precedente alle elezioni». Trump, tuttavia, ha affermato che rimarrà solo e soltanto sul suo personalissimo social, Truth, lanciato un anno fa.

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