L'abbattimento del volo KAL007 e lo schianto su una collina a Pusan: gli altri (rari) incidenti aerei in Corea del Sud
Un incidente aereo senza precedenti, in Corea del Sud. Il tragico bilancio – 179 vittime confermate e due sopravvissuti – dello schianto di un volo di Jeju Air all'aeroporto di Muan è destinato a passare alla storia come uno dei disastri peggiori per l'aviazione sudcoreana. Oltre a uno dei giorni più neri per la storia del Paese.
L'ipotesi più accreditata, al momento, è ancora quella del bird strike. Sarebbe stata, infatti, una collisione in volo con uccelli, unita a cattive condizioni meteorologiche, a causare il terribile incidente. L'impatto con i volatili, secondo alcune indiscrezioni diffuse in mattina, avrebbe infatti provocato un malfunzionamento al carrello dell'aereo, portandolo a schiantarsi in fase di atterraggio. A stabilire, però, che cosa sia davvero accaduto in quegli ultimi istanti di volo del Boeing 737-800 di Jeju Air verrà stabilito solo dopo aver condotto tutte le indagini del caso. A tal proposito, nelle scorse ore sono state recuperate le due scatole nere presenti a bordo del velivolo.
Come detto, però, quello avvenuto oggi, 29 dicembre, è destinato a passare alla storia come uno degli incidenti aerei peggiori avvenuti sul suolo sudcoreano. Tanto per cominciare, si tratta del primo incidente mortale per Jeju Air, una delle più grandi compagnie aeree low cost del Paese. Dal 2005, anno della sua fondazione, Jeju Air aveva vissuto infatti solamente un altro incidente. Il cui esito, va da sé, era stato decisamente diverso. Il 12 agosto 2007, un Bombardier Q400 della low cost sudcoreana, con a bordo 74 passeggeri, uscì di pista a causa di un forte vento, mentre si trovava all'aeroporto di Busan-Gimhae. In quell'occasione, tuttavia, si registrarono solamente una decina di feriti lievi.
Quasi vent'anni di attività, con un solo incidente non grave. Una conferma di come, in Corea del Sud, gli incidenti siano, tipicamente, molto rari. Tanto che, prima di quello di questa mattina, il peggiore era stato quello avvenuto all'aeroporto di Busam-Gimahe il 15 aprile del 2002. Quel giorno, un Boeing 767 di Air China, proveniente da Pechino, si schiantò su una collina vicino a Pusan, uccidento 129 delle 166 persone a bordo. Secondo il rapporto che venne pubblicato nel 2005 dal Korea Aviation Accident Investigation Board, all'origine dell'incidente ci fu un errore del pilota. Che, come emerso dalle indagini, aveva condotto l'aereo al di sotto dell'altezza minima di sicurezza.
Un cambiamento
Prima dell'anno 2000, va detto, le compagnie sudcoreane non vantavano certo grandi dati. Tra il 1988 e il 1998, il tasso di velivoli persi per volo dalla compagnia di bandiera coreana, Korean Air, era di 4,79 ogni milione di partenze: diciassette volte la media di altre compagnie aeree quali United Airlines. Gli incidenti, registrati perlopiù all'estero, erano insomma numerosi e la situazione era così disastrosa che, nel 1999, Delta Air Lines e Air France sospesero il rapporto di collaborazione con la compagnia orientale. E lo stesso anno, dopo l'ennesimo schianto, il presidente sudcoreano Kim Dae-jung smise di volare con la compagnia di bandiera preferendole la neonata, e rivale, Asiana. È solo nell'ultimo ventennio – ne abbiamo parlato qui – che, grazie a una vera e propria rivoluzione (anche culturale) Korean Air è riuscita a pareggiare i propri standard di sicurezza con quelli delle altre principali compagnie aree del mondo.